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Il discorso di Vance in Groenlandia porta alla formazione di un “Blocco Nordico” di contenimento

Vance in Groelandia rivela la strategia USA per l’sola, ma questo porta a una reazione sia nell’Isola artica sia nei Paesi nordici

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Ogni azione porta a una reazione contraria che in politica è talvolta superiore all’azione. Il discorso di JD Vance nella base americana in Groenlandia di Pituffik (Thule) ha causato tensioni con la Danimarca, che comunque vengono ora gestite con grande maturit.

La provocazione di Vance

Il vicepresidente JD Vance e la “Second Lady” Usha hanno visitato venerdì la Groenlandia, un’isola di meno di 60.000 abitanti che Trump ritiene centrale per la sicurezza e la prosterità degli USA, ma che è autonoma, sotto sovranità danese.

Inizialmente Usha Vance avrebbe dovuto recarsi in Groenlandia senza il Vicepresidente per un viaggio culturale e per assistere a una gara di cani da slitta. Tuttavia, all’inizio della settimana il vicepresidente ha deciso di unirsi a lui e il viaggio è stato spostato per concentrarsi sulla sicurezza nazionale.

Vance è il funzionario di più alto rango ad essersi mai spinto fino a Pituffik, ha dichiarato la Casa Bianca.

Il viaggio è stato organizzato senza avvisare la Danimarca, e quindi la Groenlandia, e gà questo era un segno della considerazione che il vicepresidente dà alla presenza danese sull’isola ma il bello è venuto con i discorsi del vicepresidente.

Parlando ai soldati americani dalla base spaziale statunitense di Pituffik, nel nord-ovest della Groenlandia, il vicepresidente Vance ha detto che la Danimarca non ha fatto un buon lavoro nel mantenere la Groenlandia al sicuro” ed ha trattato così i cittadini dell’isola come cittadini di seconda classe.

Base di Thule

Quello che pensiamo accadrà è che i groenlandesi sceglieranno, attraverso l’autodeterminazione, di diventare indipendenti dalla Danimarca”, ha spiegato Vance con un approccio più attenuato rispetto alle precedenti dichiarazioni di Trump. “E poi da lì avremo delle conversazioni con la popolazione della Groenlandia”.

Quindi Vance ha praticamente spiegato la strategia degli USA per mettere la Groenlandia sotto il proprio controllo è quella di spingere i cittadini verso l’indipendenza, prevista dagli accordi fra Groenalndia e Danimarca, e quindi trattare con il nuovo governo

“Non pensiamo che la forza militare sarà mai necessaria”, ha continuato Vance. “E poiché pensiamo che la gente della Groenlandia sia razionale e buona, pensiamo che saremo in grado di trovare un accordo, in stile Donald Trump, per garantire la sicurezza di questo territorio, ma anche degli Stati Uniti d’America”.

La reazione opposta dei nordici

Il problema è che la reazione è stata opposta, almeno in questa fase. Proprio per trattare e resistere con più forza alle pressioni USA a Nook (capitale della Groenlandia) si è formato un governo di larghe intese che comprende quattro dei cinque partiti che sono rappresentati nel piccolo parlamento dell’isola.

Nook capitale della Groenlandia

Demokraatit, Siumut, Inuit Ataqatigiit (IA) e Atassut, che complessivamente detengono 23 dei 31 seggi dell’Inatsisartut, il parlamento della Groenlandia, si sono accordati per un governo di larghe intese con il liberista Demokraatit che è il meno convinto della secessione dalla Danimarca.

L’unico partito che non ha aderito alla coalizione è Naleraq, che si è ritirato dai negoziati all’inizio della settimana e che è quello più fortemente indipendentista. Questo rende la spinta indipendentista meno forze, anzi sembra mostrare che, per ora, questa opzione non è centrale nel discorso politico.

 

Le reazioni vi sono state anche fra i paesi nordici. Il ministro degli esteri danese, Lars Løkke Rasmussen,  si è rivolto direttamente ai cittadini americani con un video concigliante nei toni, ma che mostra anche una notevole irritazione per il modo in cui Vance ha giudicato i danesi:

 

La Danimarca è aperta alle critiche, è il messaggio di Lars Løkke Rasmussen, che però non apprezza il tono con cui viene espresso. “Non è così che ci si rivolge ai propri stretti alleati.” “Continuo a considerare la Danimarca e gli Stati Uniti come stretti alleati”.

Il ministro degli Esteri aggiunge di comprendere la necessità degli Stati Uniti di una maggiore presenza militare in Groenlandia.

“Noi, Danimarca e Groenlandia, siamo molto disponibili a discuterne con voi con una mentalità aperta”, afferma il ministro degli Esteri, riferendosi all’accordo di difesa del 1951 tra Danimarca e Stati Uniti, che garantisce agli americani il diritto di libero accesso ovunque in Groenlandia “Possiamo fare molto di più nell’ambito degli accordi che abbiamo oggi. Sfruttiamoli insieme”.

Un discorso molto maturo, che taglia le gambe all’espansionismo di Vance. Sarà molto difficile opporglisi.

Questa situazione ha portato alla formazione di un “Blocco nordico”. Sia la Svezia, sia la Norvegia, hanno espresso solidarietà e appoggio alla posizione della Danimarca in modo ufficiale, tramite comunicazione dei ministri degli esteri. Si viene curiosamente a creare un nuovo accordo dei Regni Nordici che si dicono pronti a collaborare sul tema.

A400M in Groenlandia

Ricordiamo che la Francia ha certificato l’uso del A400M per l’ambiente artico, aprendo la strada a un rapido dispiegamento di uomini e attrezzature nell’isola. Se Copenhagen, da sola, ha dei problemi di mezzi nel controllo dell’isola, con l’aiuto degli altri paesi nordici, attrezzati allo scopo, è possibile esercitare un maggior controllo sull’area, in funzione di contenimento russo, ma non solo.


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