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IL CORONAVIRUS DISTRUGGE LE CATENE LOGISTICHE MONDIALI: colpo serissimo alla globalizzazione

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Con due rapidi esempi vogliamo mostrarvi gli effetti devastanti sull’economia e sulla produzione industriale che può avere il coronavirus in Cina, a causa della globalizzazione delle catene di fornitura, fatto che rende estremamente fragile il settore industriale.

Foxconn, il colosso industriale taiwanese con numerose fabbriche in Cina, produttore degli iPhone Apple, è stato costretto a chiudere quasi tutti i propri impianti a causa dell’epidemia di coronavirus.

La chiusura proseguirà almeno fino al 10 febbraio, ma potrebbe anche proseguire. Anche se la società ha spostato parte delle produzioni nei propri impianti in Messico, India e sud est asiatico, la fornitura mondiale di prodotti Apple, soprattutto iPhone, è messa a grave rischio: Infatti se la chiusura proseguite la mancata produzione non sarebbe recuperabile neanche attraverso straordinari e potrebbero esservi dei buchi nelle forniture. Ciò danneggerebbe Apple, che rischierebbe di non avere prodotti sugli scaffali dei negozi. L’impatto sul valore dei titoli della società americana potrebbe essere molto forte, visto che, come mostra il grafico sottostante, il valore delle sue azioni si è da tempo distaccato dagli utili realizzati e si basa sulle attese di crescita

Nel frattempo Kia e Hyundai sono costrette a chiudere diverse fabbriche in Corea del Sud a causa della mancanza di componentistica prodotta in Cina. Anche le fabbriche che producono pezzi per automobili sono chiuse almeno fino al 10 febbraio, quindi mancano molte parti che dovrebbero completare le auto sudcoreane. Se le produzioni non riprenderanno i due colossi di Seul hanno già annunciato che potrebbero non essere in grado di soddisfare le richieste del mercato.

Aver creato delle catene logistiche lunghe diffuse globalmente avrà forse limato qualche centesimo nei costi, ma nei momenti di crisi rischia di rivelarsi un colossale boomerang. Invece di concentrarsi esclusivamente sulla riduzione dei costi le società avrebbero dovuto anche considerare la sicurezza delle forniture a fronte di eventi eccezionali. Ora avranno grosse difficoltà a trovare dei fornitori alternativi, con il rischio di non poter, letteralmente, vendere.


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