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Il caso Koldo, ovvero i gravi sospetti di corruzione che scuotono il governo socialista di Sancher in Spagna

Lo scandalo Koldo/Abalos, legato agli acquisti delle mascherine durante la pandemia, rischia di mettere in grave difficoltà il governo del primo ministro socialista Sanchez

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Pedro Sanchez e Koldo García
Pedro Sanchez e Koldo García

Tra la fine di febbraio e la prima settimana di marzo si è scaldato lo scandalo Koldo, o Kolod-Abelo, e questo ha messo in notevole agitazione il governo socialista di pedro Sanchez. Il caso Koldo o Ábalos, a seconda di come lo si voglia chiamare, è diventato questa settimana la principale spina nel fianco di Pedro Sánchez.

Da quando è scoppiato lo scandalo per le presunte commissioni illegali intascate da Koldo García, ex consigliere di José Luís Ábalos al Ministero dei Trasporti, le ripercussioni del complotto si sono ampliate e hanno colpito sempre più persone, almeno sul piano politico e sotto forma di sospetto.

Uno scandalo che parte dalla crisi sanitaria

L’emergenza sanitaria causata dal covid ha portato il governo delle Isole Canarie, come altri, ad accelerare l’acquisto di materiale sanitario. Quando è scoppiata la pandemia, l’arcipelago aveva appena 40.000 mascherine FPP2 in magazzino, sufficienti per un massimo di un mese e mezzo. Di conseguenza, 81,9 milioni di euro vennero erogati direttamente e senza seguire le pratiche pubbliche, in base alle norme sugli acquisti di emergenza in vigore all’epoca. Di questi acquisti, chiusi con una ventina di fornitori, tre sono finiti sotto esame giudiziario. “Degli 82 milioni di euro stanziati per l’acquisto di materiale sanitario, 39,3 milioni di euro sono immersi in circa tre indagini giudiziarie”, ha denunciato mercoledì l’attuale Vice Ministro della Presidenza e portavoce dell’Esecutivo, Alfonso Cabello (Coalizione delle Isole Canarie), esigendo spiegazioni “forti”. Fonti del precedente Governo sostengono che “il Governo delle Isole Canarie è colpevole solo di aver acquistato maschere quando c’era una carenza brutale, quando i corridoi logistici erano totalmente bloccati, in una regione con particolari problemi di connettività”.

Il caso Koldo

Il Governo delle Isole Canarie presieduto dall’attuale Ministro della Politica Territoriale e della Memoria Democratica, Ángel Víctor Torres (PSOE), ha pagato circa 12,3 milioni di euro nell’aprile 2020 in tre operazioni distinte per 5,3 milioni di maschere per il presunto schema di corruzione nell’acquisto e nella vendita di maschere.

Al centro c’è la società  alla società Soluciones de Gestión y Apoyo a las Empresas S. L.,  e Koldo Garcia, assistente del ministro dei trasporti Abalos e uomo molto vicino al primo ministro Pedro Sanchez, che lo definiva una vera e propria “Macchina di voti” . Koldo Garcia sarebbe stato al centro dello scandalo inviando alla società sotto accusa informazioni riservate che avrebbero permesso di vincere le gare emergenziali per le mascherine. Per questo lo scandalo è diventao lo scandalo Koldo, personaggio molto noto,  anche consigliere di RENFE e del sistema portuale spagnolo, anche se poi la vicenda coinvolge molti altri personaggi. Koldo avrebbe ricevutoo 1,5 milioni di euro di tangenti, come premio per il proprio lavoro.

Fonti dell’ex Esecutivo, sempre socialista a guida Sanchez come l’attuale,  difendono l’operazione affermando che  sia stata effettuata perché la società utilizzata dalla rete (Soluciones de Gestión y Apoyo a las Empresas S. L.) offriva condizioni vantaggiose: assicurava la consegna il giorno successivo alla firma di un prodotto a prezzo di mercato, non richiedeva denaro in anticipo ed erogava denaro solo dopo la convalida del materiale. E questo, con l’avallo di aver lavorato in precedenza con il Ministero dei Lavori Pubblici. La Procura Europea, tuttavia, ha messo sotto indagine questi contratti – e quelli delle Isole Baleari – dato che sono stati pagati con denaro proveniente dai fondi UE.

Koldo Garcia e il ministro José Louis Abalos

L’azienda, secondo le fonti, ha contattato via e-mail l’allora capo del Servizio Sanitario delle Isole Canarie (SCS), Antonio Olivera – attualmente capo del gabinetto del Ministero sotto Torres. Torres ha assicurato pubblicamente che l’Esecutivo non ha mai trattato con Koldo García. In essa, l’azienda offriva cinque milioni di maschere FFP2. “Questa proposta è stata automaticamente trasferita, come era consuetudine all’epoca, alla Direzione Generale delle Risorse Economiche, ed è stata trattata seguendo scrupolosamente i requisiti e le linee guida tecniche stabilite”.

Il Governo delle Isole Canarie ha effettuato tre ordini con Soluciones de Gestión y Apoyo a las Empresas: uno per 2,75 milioni di maschere ad un prezzo totale di 6,87 milioni di euro; un altro per 1,91 milioni di maschere FFP2/K95 per 4,78 milioni e un terzo per cinque milioni per due milioni di maschere. Le maschere del primo ordine, tuttavia, hanno causato un problema simile a quello affrontato dal governo delle Baleari: “non soddisfacevano la qualità contrattuale” e mancavano del certificato di convalida degli standard europei.

Una parte delle mascherine, oltre 800 mila, non è risultata neppure agli standard FFP2 e la società Soluciones de Gestión y Apoyo riuscì comunque a rifilarle, anzi aumentò perfino l’ordine concedendo uno sconto sulle mascherine non idonee.

Ora lo scandalo è scoppiato e il Presidente delle Isole Canarie, Fernando Clavijo (Coalizione delle Isole Canarie), ha dichiarato mercoledì che il suo Governo sta raccogliendo il maggior numero di informazioni possibili dal Ministero della Salute e dalla Cancelleria Generale.

Frode fiscale

Il bello è che non c’è solo il pagamento di presunte tangenti. Alla fine di febbraio, il Tribunale di Istruzione numero 5 di Las Palmas ha ammesso la denuncia della Procura Provinciale contro quattro uomini d’affari che avrebbero frodato al fisco parte dei profitti ottenuti da due società con sede a Madrid per la vendita di maschere al Servizio Sanitario delle Isole Canarie per un valore di 22,9 milioni di euro. Tra gli accusati ci sono l’attuale presidente e proprietario di Unión Deportiva Las Palmas, Miguel Ángel Ramírez, e Lucas Bravo de Laguna, ex sindaco del Comune di Santa Brígida ed ex consigliere del Cabildo de Gran Canaria durante il suo periodo nel PP (1999-2017), ed ex deputato di Unidos por Gran Canaria (2019-2023).

La Procura Provinciale di Las Palmas li accusa dei reati di appropriazione indebita e riciclaggio di denaro, derivanti da un reddito “sostanzioso” e ingiustificato ottenuto dalla vendita di apparecchiature mediche. Secondo il Ministero, due società di Madrid, regolarmente registrate, hanno venduto i prodotti al Governo dell’isola tra il 2020 e il 2021. La prima di queste aziende, Damco, ha fatturato a SCS 15,89 milioni di euro nel 2020 e altri e 2,78 milioni nel 2021. Tanoja Services, da parte sua, ha guadagnato 4,23 milioni di euro nel 2021 per le sue vendite all’ente pubblico.

Fin qui, tutto bene. Di questa somma, 9,1 milioni sono finiti nelle tasche degli accusati, che l’accusa considera semplici intermediari. Miguel Ángel Ramírez avrebbe depositato questa somma nella sua azienda Tabaiba (senza alcuna attività negli anni precedenti alla pandemia), e avrebbe condiviso questi profitti con l’azienda di Lucas Bravo de Laguna, che ha ricevuto tra il 2020 e il 2021 più di 2,3 milioni di euro. Questi profitti di Bravo de Laguna e Ramírez sono stati dichiarati al fisco in base alla RIC, un incentivo fiscale delle Isole Canarie che consente di esentare dalla tassazione fino al 90% dei profitti netti, secondo la Procura. “Hanno nascosto redditi elevati che non erano dovuti allo sviluppo di un’attività economica, ma ai contatti personali di Miguel Ángel Ramírez e Lucas Bravo”, si legge nella denuncia ammessa al processo dal giudice.

Questo martedì, la Procura ha nuovamente richiesto altri sei anni di carcere per Ramírez per una presunta frode ai danni della Previdenza Sociale, commessa da due società di sicurezza privata che, a suo parere, controllava attraverso persone di fiducia. Il pubblico ministero sottolinea che l’uomo d’affari ha evitato di pagare i contributi dei lavoratori delle aziende Sinergias de Vigilancia y Seguridad e Novo Segur Seguridad Privada (precedentemente denominata Marseguir) per 791.572 euro, secondo il quotidiano Canarias 7.
Ramírez è stato assolto alla fine dello scorso anno dall’accusa di aver commesso una frode previdenziale attraverso la società Seguridad Integral Canaria tra il 2014 e il 2016. Il tribunale provinciale ha concluso a novembre che non ci sono prove per accreditare che durante quella fase egli fosse l'”amministratore di fatto” della società e, quindi, responsabile delle presunte pratiche fraudolente.

il caso mascherine

Nel maggio 2022, la Procura anticorruzione di Las Palmas ha annunciato un’indagine che aveva come obiettivo, ancora una volta, il Servizio Sanitario delle Isole Canarie. Il sistema sanitario delle isole aveva pagato quattro milioni a una società di acquisto di veicoli, RR7 United SL, per un ordine di un milione di maschere facciali che non sono mai arrivate. Il caso ha portato all’incriminazione dell’ex direttore del SCS, Conrado Domínguez, per i reati di prevaricazione e traffico di influenze. Domínguez si è dimesso dal suo incarico nel novembre 2022, e l’anno scorso si è trovato coinvolto nel caso Mediador.

Il denaro rimane irreperibile e la Procura Europea ha preso in carico il caso, che è ancora in corso. A dicembre, la Corte dei Conti ha chiuso provvisoriamente il caso, pur riconoscendo il danno alle casse pubbliche. L’organo ha dichiarato che il Servizio Sanitario Canario ha avviato la procedura per recuperare il denaro.

La Procura ha riscontrato diverse gravi irregolarità nell’operazione che, a differenza di quanto accaduto mesi prima con la società utilizzata nel presunto caso Koldo, ha permesso di pagare in anticipo quattro milioni di euro a una società senza esperienza nel settore. Le sue indagini ricostruiscono il modo in cui gli uomini d’affari avrebbero stabilito relazioni con il capo della SCS, e sostiene persino che giorni prima aveva rifiutato le offerte di aziende che offrivano maschere FFP2 con disponibilità immediata, perché “c’erano già quantità accettabili per diversi mesi”.

Nonostante ciò, il contratto è stato chiuso e RR7 ha cercato di importare una partita di un milione di maschere 3M dall’Etiopia, che si sono rivelate contraffatte. Sono state intercettate e distrutte dalla dogana. Nel giugno 2021, il Servizio Sanitario Canario ha recuperato il contratto, che era già stato risolto a febbraio per inadempienza, e gli ha dato una seconda opportunità di scambiare la fornitura di un milione di maschere con 1,2 milioni di unità di FFP3 di marca e modello diversi. Anche questa seconda spedizione non è arrivata.

Il proprietario dell’azienda, Rayco Rubén González, ha utilizzato, secondo il procuratore, “una struttura aziendale con sede a Las Palmas de Gran Canaria, costituita con le società dei suoi parenti diretti, per incanalare i flussi illeciti di denaro ottenuti dal Servizio Sanitario Canario attraverso la precedente commissione di un’attività criminale (frode)”. Parte del denaro sarebbe stato investito in tre automobili Lamborghini, una Bentley Bentayga e una Mercedes Benz. Un bel modo per sistemare i soldi provenienti da quella che, evidentemente, sembra una vera e propria truffa ai danni dello stato spagnolo e delle isole Canarie.

Una luce sul sottobosco socialista che fa tremare il govero

Questo grande scandalo fa tremare il governo socialista, già indebolito dalle polemica per aver imbarcato gli indipendentisti catalani, giudicati come anti-spagnoli e perfino filorussi. Questi scandali fiscali e di corruzione non fanno altro che rendere la posizione di sanchez ancora più delicata.


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