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Il caso Jetour: un esempio di come l’auto cinese vuole conquistare il mondo, e ci riuscirà
Jetour, una filiale di Chery Automobile che si concentra sullo sviluppo di veicoli elettrici, punta a vendere metà delle sue auto al di fuori della Cina nei prossimi quattro anni sfruttando le capacità produttive e la rete di vendita della casa madre.
Jetour, che sviluppa principalmente veicoli sport-utility (SUV), prevede di vendere 600.000 unità nei mercati esteri nel 2027, ha dichiarato il direttore generale Li Xueyong.
“Ci concentriamo sui SUV che vengono venduti a circa 150.000 yuan (21.774 dollari, circa 20 mila euro)”, ha dichiarato Li in un’intervista esclusiva rilasciata martedì a margine del Salone dell’Auto di Shanghai. “Jetour è altamente competitiva in questo segmento e i consumatori di tutto il mondo che desiderano acquistare SUV a questo livello di prezzo, considereranno i nostri prodotti come una scelta primaria”. Nessuna casa europa ha un’auto elettrica delle caratteristiche qualitative di Jetour al prezzo che questa è in grado di offrire. Nel momento in cui entrerà nel mercato del Vecchio Continente se lo porterà a casa.
Fondata nel 2018 per sfruttare l’accelerazione dell’elettrificazione in Cina, Jetour ha consegnato più di 180.000 unità nel 2022, con un aumento del 17% su base annua.
L’azienda punta a vendere complessivamente 400.000 unità quest’anno, di cui almeno 120.000 fuori dalla Cina, ha dichiarato Li che è anche vicepresidente della società statale Chery, con sede nella provincia orientale cinese di Anhui, ha detto che Jetour spera di sostenere un alto livello di crescita per raggiungere l’obiettivo di consegnare la metà degli 1,2 milioni di unità nel 2027, utilizzando gli impianti di produzione, la rete di vendita e l’immagine della casa madre.
A partire dal 2027, le vendite all’estero di Jetour rappresenteranno la metà delle sue consegne totali, ha aggiunto Li. “Stiamo definendo un piano di crescita per i mercati internazionali, piuttosto che per il solo mercato cinese”. L’azienda è attualmente presente in 35 Paesi, in particolare in Sud America, Africa e Medio Oriente. Quest’anno farà un’incursione in altri 10 Paesi, compresi i mercati europei di Italia e Turchia, secondo Jacky Chen, responsabile delle attività internazionali di Jetour.
Chen ha dichiarato che Jetour svilupperà modelli con guida a sinistra e a destra per espandere la propria presenza a livello globale. Jetour, che ha tre basi di produzione all’estero, tra cui una in Germania, ha in programma la creazione di altri due stabilimenti fuori dalla Cina quest’anno.
“Jetour ha fissato obiettivi di vendita molto elevati, che riflettono le ambizioni della casa automobilistica di competere per una quota di mercato globale”, ha dichiarato Chen Jinzhu, CEO della società di consulenza Shanghai Mingliang Auto Service. “È il miglior esempio della crescente potenza produttiva della Cina nell’industria automobilistica”.
Jetour sta sviluppando più di una dozzina di nuovi modelli, che probabilmente arriveranno sul mercato nei prossimi due anni. Tra questi, sei o sette SUV urbani, tre o quattro fuoristrada e due pick-up. Il direttore generale Li ha dichiarato che alcuni dei SUV di Jetour, dotati di funzioni intelligenti, consentono alle auto di viaggiare in modo autonomo in convoglio, a condizione che siano dirette verso la stessa destinazione, aggiungendo che le tecnologie utilizzate nei veicoli elettrici di produzione cinese sono superiori alle loro controparti di produzione europea.
Quest’anno la Cina supererà probabilmente il Giappone come primo esportatore di auto al mondo, con i dirigenti del settore che prevedono spedizioni fino a 4,5 milioni di veicoli, il 45% in più rispetto ai 3,11 milioni di unità dell’anno scorso.
Secondo Paul Gong, analista di UBS, le consegne di veicoli elettrici in Cina, che è anche il più grande mercato mondiale per i veicoli a batteria, dovrebbero raggiungere 8,8 milioni di unità nel 2023, il 35% in più rispetto all’anno scorso.
“L’ampia domanda di veicoli elettrici da parte dei consumatori cinesi avvantaggia le case automobilistiche nazionali nello sviluppo di prodotti con un vantaggio [rispetto ai rivali internazionali] in termini di qualità e tecnologie”, ha dichiarato Gong. “Le prospettive a lungo termine del settore sono rosee”. Si tratta di economie di scala di cui un tempo di avvantaggiavano le società europee, comprese, o soprattutto, quelle italiane, che confidavano su forti vendite nazionali per sostenere lo sviluppo internazionale. Oggi le politiche di austerità degli ultimi 20 anni e gli errori nella gestione delle politiche industriali hanno distrutto questa possibilità di cui invece le aziende cinesi si avvantaggiano all’ennesima potenza. Ormai è solo questione di tempo prima di vedere anche i mercati europei dominati dalle aziende cinesi: del resto Dr in Italia commercializza sotto il proprio marchio prodotti Chery…
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