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Il “Cartello” della carne USA: Trump chiede l’intervento della Giustizia.

Prezzi carne: scatta l’indagine. Trump punta il dito contro il “cartello” dei 4 colossi: “Manipolano il mercato” e che, tra l’altro, sono sotto controllo straniero. Una lotta per gli agricoltori

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I prezzi della carne bovina negli Stati Uniti sono da tempo sotto osservazione, ma ora la questione sta assumendo contorni politici e giudiziari. L’ex presidente Donald Trump ha richiesto pubblicamente al Dipartimento di Giustizia (DOJ) di avviare un’indagine formale sul cosiddetto cartello dei trasformatori di carne.

L’attenzione è puntata sui “Big Four”: JBS, Cargill, Tyson Foods e National Beef.

Secondo le analisi, queste quattro aziende controllano oggi l’85% del mercato della lavorazione della carne bovina negli Stati Uniti, un dato in netto aumento rispetto al 36% stimato nel 1980. Si tratta di una concentrazione di mercato che solleva più di un sopracciglio, specialmente considerando che due di queste, inclusa la più grande (JBS), sono a controllo estero (brasiliano nel caso di JBS).

Trump, attraverso i suoi canali social, ha usato toni netti: “Ho chiesto al DOJ di iniziare immediatamente un’indagine sulle compagnie di confezionamento della carne che stanno facendo salire il prezzo del manzo attraverso collusione illecita, fissazione dei prezzi e manipolazione dei prezzi”.

L’accusa è quella di un oligopolio che agisce come un monopsonio (verso gli allevatori) e un monopolio (verso i consumatori). In pratica, i “Big Four” terrebbero bassi i prezzi pagati agli allevatori, che non hanno alternative a cui vendere, e contemporaneamente alti i prezzi al dettaglio per i consumatori, che non hanno alternative da cui acquistare.

L’analisi della Casa Bianca e il contesto

L’amministrazione (come riportato da fonti vicine a Trump) ha evidenziato come questa concentrazione stia mettendo sotto pressione l’intera filiera. I punti chiave sollevati sono:

  • Un pugno di trasformatori “strizza” i produttori di bestiame americani.
  • Questa pressione porta a una riduzione delle mandrie (meno offerta a lungo termine).
  • I prezzi al consumo vengono “gonfiati” artificialmente.
  • La sicurezza stessa della catena di approvvigionamento alimentare nazionale è a rischio.

Questa non è solo una battaglia politica.  Un’analisi di Goldman Sachs sul ciclo di 12 anni del bestiame. Gli analisti suggerivano già a giugno che il ciclo potrebbe aver raggiunto il suo minimo, segnalando l’inizio di una fase di “ricostruzione” delle mandrie. Questo contesto puramente economico (scarsità ciclica dell’offerta) si sovrappone e complica l’azione politica.

Dimensione delle mandrie USA

Mentre la politica fa il suo corso, con questa mossa che sembra parte di uno sforzo allineato al “MAGA” (Make America Great Again) in vista delle elezioni di medio termine del 2026, l’economia reale del bestiame segue i suoi ritmi. L’indagine del DOJ, se avviata, dovrà districare quanto del prezzo elevato sia dovuto a presunte pratiche anticoncorrenziali e quanto, invece, a inevitabili cicli di mercato.

Prezzi del bestiame USA

L’iniziativa mira, nelle intenzioni dichiarate, a “rompere la presa tossica delle multinazionali globaliste“, ripristinando la concorrenza e favorendo l’acquisto da allevatori locali. Una mossa antitrust che mescola economia, sicurezza nazionale e strategia politica.

Domande e risposte

Come è possibile che i prezzi per i consumatori siano alti se gli allevatori vengono pagati poco?

Il problema, secondo l’accusa, risiede nel “collo di bottiglia” della trasformazione. Se quattro aziende controllano l’85% della lavorazione, hanno un potere enorme. Possono imporre prezzi bassi agli allevatori (che hanno poche alternative per vendere il bestiame) e prezzi alti ai supermercati (che hanno poche alternative per acquistare carne lavorata). La differenza tra il prezzo pagato all’allevatore e il prezzo pagato dal consumatore (lo “spread”) finisce nelle mani dei trasformatori, non dei produttori primari.

Cosa significa che il “ciclo del bestiame” è al minimo?

L’industria del bestiame segue cicli lunghi, spesso di 10-12 anni. Quando i prezzi sono bassi, gli allevatori riducono le mandrie (liquidando capi) per contenere i costi. Questo porta, anni dopo, a una carenza di bestiame, che fa salire i prezzi. Prezzi alti incentivano l’espansione delle mandrie. Raggiungere un “minimo ciclico” (come segnalato da Goldman Sachs) significa che le mandrie sono al livello più basso. Da qui, la ricostruzione richiederà tempo, e la scarsità di offerta potrebbe mantenere i prezzi alti, indipendentemente dalle azioni del DOJ.

Questa indagine è solo una mossa politica o ha basi concrete?

Entrambe le cose. La frustrazione per i prezzi alimentari è un tema politico molto sentito. Tuttavia, la concentrazione del mercato (dall’36% all’85% in 40 anni) è un dato economico oggettivo che, in qualsiasi amministrazione, giustificherebbe un’indagine antitrust. Le agenzie federali hanno già indagato sul settore in passato. La mossa di Trump utilizza questa base concreta (sospetto di oligopolio) per un obiettivo politico (protezione dei consumatori e degli allevatori, critica alle “multinazionali estere”) in vista delle prossime scadenze elettorali.

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