EnergiaEuropa
Il Blocco di Greenpeace a Zeebrugge obbliga le navi metaniere ad andare altrove. L’Europa può fare a meno della Russia?
Greenpeace blocca il gas in Belgio: la protesta contro le navi da Russia e USA svela le fragilità energetiche dell’Europa. Ecco cosa sta succedendo davvero.

Giovedì, attivisti di Greenpeace provenienti da 17 paesi hanno bloccato il terminale GNL di Zeebrugge, in Belgio, costringendo almeno tre navi cisterna a deviare la rotta. I manifestanti, a bordo di kayak, gommoni e piccole imbarcazioni, hanno occupato il canale, chiedendo la fine dei flussi di GNL sia dalla Russia che dagli Stati Uniti.
Fluxys, che gestisce il terminale, ha dichiarato a Reuters che le operazioni all’interno non sono state influenzate, anche se l’accesso delle navi cisterna è stato limitato e il blocco dovrebbe continuare fino a domenica.
Secondo il monitoraggio delle navi LSEG citato da Reuters, tra le navi che hanno cambiato rotta figurano
- Megara: Carico di GNL statunitense.
- Rias Baixas Knutsen: Anch’essa con un carico “a stelle e strisce”.
- LNG Phecda: Con a bordo GNL proveniente dalla Russia.
Zeebrugge, che funge non solo da terminale di importazione belga ma anche da hub di riesportazione, vede spesso i volumi russi reindirizzati da lì verso i mercati di Spagna, Italia e Asia.
Il Belgio ha importato circa 2,3 milioni di tonnellate di GNL russo nei primi otto mesi del 2025, secondo solo alla Francia, secondo i dati doganali. Nonostante gli sforzi per tagliare i legami, l’Europa rimane un acquirente significativo: il gas russo ha fornito oltre il 40% delle importazioni dell’UE nel 2021, una quota che è scesa al di sotto del 19% nel 2024. Ovviamente questo gas non va al Belgio, ma prende poi altre strade, soprattutto tedesche.
Bruxelles ha proposto di eliminare completamente il gas russo entro il 2027, con le prime sanzioni UE sul GNL russo che entreranno in vigore nel gennaio 2027. Tuttavia, le stime delle ONG suggeriscono che quest’anno il blocco ha inviato 8,1 miliardi di euro a Mosca attraverso gli acquisti di GNL.
La dipendenza dell’Europa dal GNL è in crescita. L’IEA prevede che le importazioni dell’UE aumenteranno del 25% nel 2025, con i carichi statunitensi che cattureranno più della metà dell’offerta incrementale. I nuovi terminali tedeschi di Wilhelmshaven e Brunsbüttel, insieme alle strutture ampliate nei Paesi Bassi, in Francia e in Spagna, stanno consolidando questa tendenza. I livelli di stoccaggio rimangono limitati, con scorte piene solo al 39% a metà anno, ben al di sotto delle medie stagionali.
Giovedì, il benchmark olandese TTF sul gas è sceso di oltre il 3%, scivolando a 10,82, anche se gli operatori hanno monitorato le interruzioni causate dagli scioperi francesi nel settore del GNL e dal blocco di Zeebrugge. Il calo riflette una più ampia debolezza dei mercati europei del gas, anche se i rischi fisici rimangono elevati.
Domande e Risposte per i Lettori
1) Perché Greenpeace protesta sia contro il GNL russo che contro quello americano?
Greenpeace contesta il gas naturale liquefatto (GNL) in quanto fonte fossile che contribuisce al cambiamento climatico, indipendentemente dalla sua origine. La protesta a Zeebrugge mette sullo stesso piano Russia e Stati Uniti per sottolineare che, dal punto di vista ambientale, la sostituzione di un fornitore di combustibili fossili con un altro non risolve il problema di fondo. L’obiettivo dell’organizzazione è promuovere una transizione energetica rapida verso fonti 100% rinnovabili, abbandonando completamente il gas, che considerano solo una soluzione ponte dannosa.
2) L’Europa può davvero fare a meno del gas russo e del GNL in generale nel breve termine?
Attualmente, un abbandono totale e immediato del GNL, sia russo che di altra provenienza, appare molto difficile senza gravi conseguenze economiche. L’Europa ha ridotto la sua dipendenza dal gas russo via gasdotto, ma l’ha in gran parte sostituita con il GNL importato via mare. Le infrastrutture per le rinnovabili non sono ancora sufficienti a coprire l’intero fabbisogno energetico, specialmente per l’industria e il riscaldamento. L’obiettivo UE è un’uscita graduale entro il 2027, ma ciò richiede enormi investimenti in rinnovabili, efficienza energetica e reti di stoccaggio.
3) Perché il prezzo del gas è sceso nonostante il blocco del terminale di Zeebrugge?
La discesa del prezzo del gas (TTF) può sembrare controintuitiva, ma si spiega con una visione più ampia del mercato. Il blocco di un singolo terminale, seppur importante, ha un impatto limitato sull’offerta totale europea nel breve periodo. Il prezzo era probabilmente influenzato da altri fattori, come una domanda momentaneamente più debole del previsto, temperature miti o la percezione generale di scorte sufficienti a livello continentale per l’immediato. I mercati energetici reagiscono a una moltitudine di segnali e un singolo evento, se non percepito come una minaccia sistemica, può essere assorbito senza grandi scossoni.

You must be logged in to post a comment Login