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IL BABBO LETALE

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Pare che Trump – nel corso di una telefonata a sorpresa con una bambina americana, Collman Lloyd di anni sette – abbia bonariamente redarguito l’interlocutrice perché, alla sua età, crede ancora a Babbo Natale. A noi, francamente, preoccupa non tanto ciò in cui crede il bambino medio europeo (tanto per restare a casa nostra), ma ciò in cui ancora crede il papà medio di quel bambino. E allora, andiamo col riassunto comparato delle rispettive convinzioni. Il bimbo crede che esista un vecchione con la barba bianca vestito di rosso che a Natale porta i regali. Il papà crede che esista una congrega di Stati, chiamata Unione europea, basata sulla democrazia rappresentativa. Il bimbo crede che Babbo Natale, a Natale, porta i regali. Il papà crede che l’Unione Europea, in Europa, porta la crescita. Il bimbo crede che Babbo Natale ha un ‘esclusivo’ potere di portare i regali di Natale, come tutti i Santa Claus del mondo. Il papà crede che il Parlamento europeo abbia l’esclusivo potere di proporre e approvare le leggi, come tutti i Parlamenti del mondo.
 
Il bimbo crede che Babbo Natale viene a Natale perché si chiama Babbo di nome e Natale di cognome. Il papà crede che la Commissione Europea è il governo legittimo dei cittadini europei perché ha l’aggettivo ‘Europea’ dopo il sostantivo Commissione. Il bimbo crede che Babbo Natale porta giustamente il carbone ai mocciosi cattivi. Il papà crede che i Mercati puniscono giustamente, a colpi di spread, gli stati cattivi. Il bimbo crede nella Befana che vien di notte con le scarpe tutte rotte. Il papà crede che gli Stati sono ridotti con le scarpe tutte rotte perché non fanno le riforme strutturali. Il bimbo crede che la Befana mette nelle calze dei marmocchi i dolciumi che ha già nel suo sacco. Il papà crede che le banche private prestano ai clienti quattrini che esse hanno già nei loro depositi. Il bambino crede che la Befana ha una disponibilità illimitata di dolciumi in saccoccia, ma non può regalarli tutti in una volta perché, sennò, si guastano di carie i dentini.
 
Il papà crede che la BCE ha una quantità illimitata di denaro nei suoi forzieri, ma che non può darne troppi agli stati altrimenti l’economia si guasta di inflazione. Il bimbo crede nella fata del Bravo bambino che gli mette un soldino sotto il cuscino quando gli cade un dentino. Il papà crede nella fata della crescita che fa aumentare il PIL ogni volta che si taglia un puntino di spesa sociale. Il bimbo non si chiede da dove Babbo Natale, la Befana e la Fatina del Bravo bambino tirano fuori tutti i loro regali e i loro soldini; basta che continuino a farlo. Il papà non si chiede da dove la BCE tiri fuori tutti i soldi del quantitative easing e neppure perché, anziché rifornire gli Stati alla canna del gas, essa li riversi tutti sui mercati; basta che continui a farlo. Ecco perché ci preoccupa di più il papà rispetto al suo bambino. In definitiva, la credenza del piccolo è destinata a finire ed è, tutto sommato, veniale. Quella del suo papà, invece, dura per sempre. E, proprio per questo, è letale.
 
Francesco Carraro

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