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Energia

I prezzi dell’energia in molti mercati europei vanno in negativi, ma i vantaggi per i consumatori sono pochi

I prezzi dell’energia sono andati in negativo per un eccesso di offerta di rinnovabili, ma questo non è un grosso vantaggio: queste energie sono fortmente sovvenzionate, e comunque ci vorranno altre fonti energetiche, a carbonio o nucleari, per quando non ci sono vento o sole

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Pale eoliche offshore

I mercati europei dell’energia elettrica stanno vivendo un notevole cambiamento, in quanto le fonti di energia rinnovabile, in particolare l’eolico e il solare, stanno diventando una parte più consistente del mix energetico, portando a forti variazioni sui prezzi.

Mercoledì i prezzi dell’energia elettrica in diversi mercati europei, tra cui la Germania, sono scesi sotto lo zero a causa dell’aumento della produzione di elettricità verde.

In Germania la produzione di energia eolica dovrebbe raggiungere i 22,7 gigawatt, il livello più alto degli ultimi quattro mesi. Questo picco di produzione rinnovabile ha sovraccaricato la rete, portando a prezzi negativi per sei ore distinte nella giornata di martedì, come registrato da Epex Spot SE.

I prezzi negativi si verificano quando l’offerta di elettricità è superiore alla domanda, uno scenario che diventa sempre più frequente con la spinta aggressiva dell’Europa verso le energie rinnovabili.

La rapida espansione della capacità eolica e solare sta ridisegnando il panorama energetico del continente. Nei giorni in cui entrambe le fonti generano alti livelli, il mercato può saturarsi di energia a basso costo, facendo scendere i prezzi fino a farli diventare negativi. Se da un lato questo va a vantaggio dei consumatori nel breve periodo, dall’altro mette in evidenza le sfide della gestione di una rete energetica sempre più dipendente da fonti rinnovabili intermittenti.

Quando l’eolico e il solare sono carenti, la rete può essere affamata dell’energia necessaria. Quindi da un lato le energie rinnovabili provocano delle fluttuazioni nell’offerta dell’energia fortissime, dall’altro non sono comunquen in grado di soddisfarne le necessità. Per quando non ci sono sole e vento, comunque ci vogliono centrali nucleari o a gas naturale o perfino a carbone per tapparne i buchi. 

Quando solare e eolico saranno scarsi i prezzi dell’energia saliranno in modo molto significativo.

A lungo termine, l’integrazione di sistemi di accumulo a batteria è fondamentale per affrontare queste fluttuazioni. Immagazzinando l’energia in eccesso generata durante i periodi di alta produzione eolica e solare, le batterie possono rilasciare energia quando la generazione rinnovabile è bassa, stabilizzando i prezzi e garantendo una fornitura costante di elettricità. Il problema è che questi sistemi costano moltissimo: si calcola che un sistema di accumulazione adatto a immagazzinare 1 GW costi circa mezzo miliardo di euro.

Man mano che l’Europa continua la sua transizione verso l’energia verde, è probabile che la frequenza di eventi di prezzi negativi aumenti, evidenziando la necessità di investimenti nell’accumulo di energia come un modo per gestire una rete dominata dalle rinnovabili, garantendo al contempo la sicurezza energetica. Comunque questi eventi nn vengono a portare  vantaggi ai cittadini, soprattutto in Italia dove questi devono pagare di tasca propria gli incientivi all’eolico e al solare.


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