Attualità
I Partenti: il fallimento della commissione europea chiude le carriere dei commissari, che diventano rabbiosi
Se c’è qualcosa di indubbio è che la commissione Juncker sia stata fallimentare, forse la più fallimentare della storia dell’Unione: crisi greca permanente, euroscetticismo in esplosione, Brexit (non dimentichiamo che Cameron si oppose fermamente alla nomina di Juncker, e questo non su secondario nella sua decisione di convocare il devastante referendum), una macchina economica che scricchiola e mostra tutti i suoi limiti, una BCE che se ne frga della situazione degli stati si avvia ad una improvvida stretta monetaria. In altre occasioni, con una responsabilità politica più stretta, il sindaco lussemburghese avrebbe già fatto i fagotti, ma Bruxelles premia chi è prono alle lobbies ed ai poteri più o meno occulti e se infischia discretamente della democrazia. Peccato che l’insuccesso sia talmente evidente che chiuderà un bel po’ di carriere politiche. Ricordiamo che la Commissione viene rinnovata al rinnovamento del Parlamento Europeo.
Potremmo partire dallo stesso Jucker che, quando decadrà dalla propria carica tornerà ad occuparsi dei propri affari, e delle proprie riserve di Cognac, in Lussemburgo, poco rimpianto da tutti. Anche il modo con sui sta gestendo la Brexit è vergognoso e spingerà il Regno Unito ad una rottura d’orgoglio che avrà ricadute ben maggiori sull’Unione che su Londra.
La Mogherini era già un poco politico alla sua nomina, attualmente con il PD all’opposizione ed ampiamente sotto il 20 è, letteralmente, il nulla.
Però c’e n’è per tutti. La sinistrissima commissaria alla Concorrenza se ne torna nella verde Danimarca dove verrà rapidamente messa da parte dal suo governo, come affermato da li stessa.
.@vestager says Danish government not "too enthusiastic" about nominating her for another mandate. And that's an "understatement." https://t.co/GVOCT4QCjh
— Lewis Crofts (@lewis_crofts) October 3, 2018
Il commissario alla stabilità finanziaria, il cane da guadia economico della UE, Vladiv Bombrovskis, vede il suo partito (con la sigla V per il lettone “Unione”) più che dimezzarsi ai sondaggi, in un paese dove i contributi europei pesano per oltre il 4% del PIL; contro lo 0,86% dell’Italia. Neanche sommersi dai soldi lo voteranno, e questo la dice lunga…
Latvia: Election coming up and sharp drop of liberal-conservative V will benefit right-wing KPV and new centre-right JKP. #13Saeima #Vēlēšanas2018 #Latvia
Learn more about Latvia's major political parties in our video: https://t.co/H2CGBvLe76 pic.twitter.com/IwyOEasJrD
— Europe Elects (@EuropeElects) October 2, 2018
Poi abbiamo Moscovici, che viene dal Partito Socialista Francese, quello che mattino, mezzogiorno e sera accusa il governo italiano di essere uno xenofobo spendaccione.
Come vdte dal titolo, più che le offese c’è l’annuncio che non si candiderà alle europee con il Partito Socialista… anche perchè in Francia il Partito Socialista è praticamente scomparso, diciamo che da leader del mondo politico ha attualmente il peso di Fratelli d’Italia….
Il PS di Mitterand ora al 4,5%, e di questo deve ringraziare i vari Hollande e Moscovici.
Ora capite tutto questo astio: questa gente ha messo una grandissima pietra sopra la propria carriera politica per seguire i poteri europei , e che influenzano l’Europa. Si sono messi al servizio del male, ed hanno cancellato la loro carriera politica, ma non devono piangere troppo. Le varie lobby daranno loro un bel po’ di opportunità di carriera…..
France, BVA poll:
Approval ratings (president+party leaders)
Macron (LREM-ALDE): 32% (-2)
Dupont-Aignan (DLF-EFDD): 26% (+1)
Mélenchon (FI-LEFT): 25% (-2)
Hamon (G.s-S&D): 23% (-1)
Le Pen (RN-ENF): 22% (+1)+/- vs. August '18
Field work: 26/09/18 – 27/09/18
Sample size: 1,011 pic.twitter.com/NFrvkr3HUr— Europe Elects (@EuropeElects) September 28, 2018
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