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I ministri delle finanze annunciano una svolta nella riforma dell’€urozona. (di Viola Ferrante)

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In una maratona durata 16 ore, i ministri delle finanze dell’eurozona hanno negoziato un compromesso per le riforme nell’unione monetaria, per rafforzare il sistema di stabilizzazione dell’euro. Un tema controverso è stato soprattutto il bilancio dell’Eurozona. Ora pare che si sia raggiunto un accordo a Bruxelles che riguarda misure per rafforzare l’unione monetaria contro le crisi future. “Abbiamo un accordo”, ha detto questa mattina (4.12. 2018) un portavoce del capo dell’Eurogroup Mario Centeno.

In concreto deve essere rafforzato il sistema MES (Fondo salva Stati). Per il bilancio dell’Eurozona e il sistema congiunto di garanzia del risparmio il negoziato continua, soprattutto per le resistenze della Francia. Il ministro delle finanze federale Olaf Scholz (SPD) con un messaggio su twitter ha dichiarato la sua soddisfazione per il risultato raggiunto: “Dopo quasi 16 ore di trattative nell’Eurogruppo, abbiamo un risultato positivo. La riforma dell’eurozona sta facendo passi decisivi in avanti”. Gli stati dell’UE hanno discusso a lungo le riforme nell’unione monetaria. La ragione è la grave crisi finanziaria che ha colpito l’Europa in gran parte impreparata dal 2010 in poi.

I punti dell’accordo: Il MES, che finora è stato in grado di concedere prestiti ai paesi bisognosi, dovrebbe in futuro poter intervenire prima. Dovrebbe inoltre essere maggiormente coinvolto nella gestione dei programmi di aiuto insieme alla Commissione europea, per poter garantire che i debiti di un Paese rimangano sostenibili e quindi che possano essere realisticamente rimborsati. In passato è stato il Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ha avuto un ruolo chiave, ad esempio nei pacchetti di salvataggio per la Grecia ma con alcune differenze significative specialmente nella questione delle valutazioni del debito, tra il FMI e gli Stati europei. Inoltre il MES dovrebbe essere utilizzato anche come garante di ultima istanza nel Fondo europeo di risoluzione delle crisi (SRF). L’SRF è finanziato dalle banche stesse che garantiscono il fondo con circa 55 miliardi fino al 2024. Se tuttavia il meccanismo di risoluzione dovesse essere sovraesposto, il MES potrebbe intervenire. “Ciò fornisce al fondo di risoluzione delle banche il necessario armamento di protezione di fronte a grandi problemi”, ha dichiarato il direttore del MES Klaus Regling. La garanzia di ultima istanza dovrebbe essere disponibile prima del 2024, a condizione che ci siano ulteriori progressi nella riduzione del rischio del settore bancario tra cui la riduzione nei bilanci dei prestiti tossici o a rischio di esigibilità.

Sul tavolo resta ancora da discutere l’introduzione di un eurobudget all’interno dell’intero bilancio dell’UE. Germania e Francia hanno trovato un accordo sul tema e presentata la proposta all’eurogruppo, che però non ha trovato il consenso degli altri Stati sia sul meccanismo che sul volume finanziario del budget stesso. Secondo i propositori ciò potrebbe ridurre le disparità economiche tra gli Stati e incoraggiare gli investimenti e le riforme strutturali.

A questo proposito il capo dell’Eurogruppo Centeno ha commentato che ora i capi di governo dell’UE potrebbero conferire un mandato per ulteriori negoziati al loro vertice a Bruxelles previsto il 13 e il 14 dicembre.

Altro punto di future trattative è l’introduzione di un sistema comune di garanzia dei depositi per le banche proposto dalla Commissione europea nel 2015 per il quale non si è trovato finora nessun accordo. Ora un gruppo di lavoro avrebbe la possibilità di esplorare le diverse opzioni. Soprattutto la Germania esprime molte perplessità a tale proposito, fintantoché i rischi nelle banche di altri paesi non siano significativamente ridotti. Le istituzioni finanziarie in questo paese temono di dover essere chiamati a farsi carico dei costi in caso di crisi.

Quanto sopra è il riassunto dei comunicati e dei servizi sui media tedeschi, al di là di valutazioni della scrivente.

Viola Ferrante


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