Analisi e studi
I Minibot sarebbero un ottimo strumento di difesa contro lo spread (di P. Becchi e G. Palma)
Siamo sotto attacco come nel 2011, quando un famoso giornalone titolava «Fate presto!». In quel caso l’invito era rivolto al Presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano, di far fuori Berlusconi, cosa che puntualmente avvenne. E arrivò Monti. Oggi, a differenza di allora sarebbe difficile far digerire al popolo italiano un Cottarelli qualsiasi. Ma non solo. Rispetto a quel tempo la vulgata del «ci vuole più Europa» ha perso credibilità. Ora però occorrono i fatti. Serve rispondere con concretezza agli attacchi speculativi. Vediamo cosa prevede il «contratto di governo» in questi casi.
Il punto focale è nella parte in cui esso parla della necessità di rivedere – insieme agli altri Stati – la governance economica europea (politica monetaria, Fiscal compact etc…). Sono obiettivi che necessitano di tempo e soprattutto di un’azione politica su vasta scala in ambito europeo. Quindi prima di un anno e mezzo non se ne farà nulla, anche perché si vota a maggio per il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione si insedierà al completo non prima di ottobre 2019. Noi dobbiamo agire adesso.
Il «contratto di governo» prevede – anche se un po’ nascosto a dire il vero – l’obiettivo di pagare tutti i debiti che la Pa ha con cittadini e imprese (circa 70 miliardi di euro), anche attraverso i «titoli di stato di piccolo taglio», cioè i famosi minibot. Visto il divieto dei Trattati europei di coniare una moneta diversa dall’euro, i minibot – dal punto di vista formale – non sono moneta, e quindi la Ue non potrebbe contrastarne l’introduzione. I minibot potrebbero diventare un ottimo strumento difensivo dagli attacchi speculativi che stanno continuando e avrebbero effetti positivi sulla domanda interna. Inoltre, benché espressi in euro, sarebbero senza scadenza e senza interessi, quindi non costituirebbero nuovo debito pubblico. Settanta miliardi di minibot in circolazione e a Bruxelles abbasserebbero la testa.
Vien da chiedersi perché Claudio Borghi, che per primo ha avuto questa idea, poi diffusa proprio da Libero, oggi non ne parli più. In nessuna delle molteplici occasioni televisive o interviste questo argomento è stato ripreso. Eppure sta nel «contratto di governo» ed in più, come molti ricorderanno, proprio su Libero Berlusconi in persona scrisse che lui era favorevole alla loro introduzione. Dato che nel Def non si trova alcuna traccia dei minibot perché Borghi non fa una proposta di legge in questa direzione? Troverebbe un consenso trasversale in parlamento, dal momento che avrebbe anche il sostegno di Fi.
Si può ovviamente sostenere la tesi che ce ne fottiamo della Ue, dei mercati ecc., che lo spread calerà e il PIL crescerà, ma non sarebbe intanto il caso di pararsi il culo? Non sarebbe il caso di attivarsi al più presto per l’introduzione dei minibot? Se non ora, quando?
Articolo a firma di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero di ieri, 09/10/2018
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