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I colossi indiani scaricano Mosca. Ma il petrolio russo? Arriverà con altre navi.

Il colosso indiano Reliance frena sul greggio di Mosca. Le sanzioni G7 costringono Nuova Delhi a un passo indietro, ma la “flotta fantasma” è già pronta a prendere il suo posto.

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Finisce (forse) la luna di miele fra le raffinerie indiane e il petrolio russo a sconto. Dopo mesi di acquisti record, che hanno reso Nuova Delhi il primo cliente di Mosca, qualcosa di pesante si è mosso. Il principale acquirente privato indiano, il colosso Reliance Industries, ha iniziato a “ricalibrare” i suoi acquisti di greggio dagli Urali.

Un eufemismo elegante, preso in prestito direttamente dalle dichiarazioni ufficiali dell’azienda, per dire che sta chiudendo i rubinetti.

La mossa non è dettata da improvvisi scrupoli morali, sia chiaro. È il risultato diretto di una pressione crescente da parte del G7 e, soprattutto, di Washington. Il governo indiano (GOI) ha recentemente emanato nuove “linee guida” che, guarda caso, spingono le raffinerie a rispettare con maggiore solerzia il tetto massimo di prezzo (price cap) imposto dall’Occidente. Quindi non potrebbero comprare petrolio oltre i 47.60 Usd al barile. Un bel taglio rispetto ai prezzi di mercato.

raffineria Reliance Industries

La tenaglia delle sanzioni secondarie

Il punto è tecnico, ma fondamentale. Finora, l’India aveva allegramente aggirato il price cap, utilizzando una combinazione di valute locali, intermediari e una vasta “flotta fantasma” di petroliere. Ora, però, gli Stati Uniti hanno alzato il tiro, colpendo direttamente i produttori russi (come Rosneft e Lukoil) e le navi che trasportano il greggio.

Per un gigante come Reliance, la situazione è diventata scottante. Perché?

  • Esposizione Occidentale: Reliance non è un piccolo trader da bazaar. È una multinazionale con enormi interessi finanziari, assicurativi e commerciali negli Stati Uniti e in Europa.
  • Rischio Sanzioni Secondarie: Continuare ad acquistare petrolio “sanzionato” (o trasportato da navi sanzionate, come quelle della russa Sovcomflot) espone la società al rischio di sanzioni secondarie.
  • Accesso al Dollaro: Il rischio è quello di vedersi tagliare fuori dal sistema finanziario globale basato sul dollaro. Un prezzo troppo alto da pagare, persino per il petrolio a sconto.

In pratica, il governo indiano sta dicendo alle sue aziende: “Fate voi, ma se finite nei guai con gli americani, non potremo proteggervi”. E Reliance, da attore razionale, ha capito l’antifona. Anche le raffinerie statali indiane stanno, infatti, rivedendo i loro contratti a lungo termine.

Il mercato si sdoppia: largo ai “piccoli”

Ma qui sorge la domanda fondamentale: se la domanda “ufficiale” dei grandi colossi cala, il petrolio russo smetterà di fluire?

Ovviamente no.

Quello a cui stiamo assistendo non è la fine del commercio petrolifero russo, ma la sua trasformazione in un mercato a due velocità, sempre più opaco:

  1. Il Mercato “Pulito”: Le grandi aziende quotate, con esposizione occidentale (come Reliance, ma anche le major europee), si ritirano formalmente,, o acquistano seguendo le indicazione degli USA e del G7. Devono proteggere i loro bilanci e l’accesso ai mercati dei capitali.
  2. Il Mercato “Ombra”: Il greggio che Reliance non comprerà più sarà semplicemente dirottato. Sarà acquistato da entità più piccole, trader meno conosciuti, società di comodo registrate in giurisdizioni compiacenti e prive di qualsiasi legame con il sistema finanziario statunitense.

Questo petrolio continuerà a viaggiare sulla “flotta fantasma”, assicurato da compagnie russe o cinesi, e pagato in yuan, rupie o dirham. Le sanzioni, quindi, funzionano nel costringere le grandi aziende a uscire dal gioco, ma falliscono nel fermare il flusso di petrolio. Sarà semplicmente pagato meno, e guà questa è una sanzione

Il risultato finale? Un capolavoro di (in)efficienza. Il mercato globale dell’energia diventa più frammentato, i costi di trasporto e assicurazione per il greggio “ombra” aumentano (pagati da Mosca, che dovrà offrire sconti maggiori), e l’Occidente ottiene una vittoria di facciata, mentre il petrolio trova semplicemente strade più buie per arrivare a destinazione.

Petroliera russa

Petroliera russa

 

Domande & Risposte (Q&A)

 

1) Perché Reliance, che ha guadagnato miliardi dal petrolio russo, smette proprio ora? Reliance smette perché il rischio ha superato il beneficio. Gli Stati Uniti hanno intensificato le sanzioni, colpendo non solo il petrolio ma anche le navi e le entità che lo trasportano. Reliance ha troppi interessi finanziari e commerciali in Occidente (accesso al dollaro, prestiti, tecnologia) per rischiare di essere colpita da sanzioni secondarie. Il governo indiano ha dato il via libera a questa “ricalibrazione” per proteggere i suoi campioni nazionali da ritorsioni che potrebbero danneggiare l’intera economia del paese.

2) Se i colossi indiani non comprano più, la Russia non subirà un danno enorme? Sì, subirà un danno, ma non un blocco totale. La Russia sarà costretta a vendere il suo petrolio a sconti ancora maggiori per attirare acquirenti disposti a operare nel mercato “ombra”. Questo significa minori entrate per il Cremlino. Tuttavia, il petrolio continuerà a fluire verso altri acquirenti (come la Cina) o tramite trader più piccoli e opachi che non hanno legami con il sistema finanziario occidentale. Le sanzioni riducono i profitti di Mosca, ma non fermano le esportazioni.

3) Cosa significa “flotta fantasma” e perché è importante? La “flotta fantasma” (o shadow fleet) è una rete di vecchie petroliere, spesso con proprietà opache e registrate in paesi con scarsi controlli (come Panama o Liberia). Queste navi operano al di fuori delle assicurazioni e delle certificazioni occidentali. Sono cruciali perché permettono alla Russia (e ad altri paesi sotto sanzioni, come l’Iran) di trasportare il proprio petrolio eludendo il price cap del G7. Con il ritiro di aziende come Reliance, che usavano canali più ufficiali, questa flotta diventerà ancora più importante per Mosca.

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