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Energia

I cinque grandi giacimenti di gas Europei che non vengono sfruttati

Quali sono i principali cinque giacimenti di gas naturale attualmente non sfruttati in Europa, che potrebbero alleggerire i costi energetica

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Il panorama energetico europeo è a un bivio. Tra le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la nuova incertezza provocata dalle mutevoli alleanze e dalla raffica di dazi del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la dipendenza dell’Europa da fornitori di energia stranieri volubili sta diventando un grosso problema.

Eppure l’Europa non è priva di gas naturale, anzi, vi sono riserve non sfruttate. Però non vuole sfruttare le proprie riserve energetiche. Più semplice, almeno sino a ieri, importare il gas dalla Russia, Dagli USA, dal Qatar, con costi e inquinamento, piuttosto che sfruttare quello in casa. Così si vieta l’estrazione del gas con i metodi Fracking, che fa ricchi gli USA, e non si sfruttano neanche i giacimenti noti.

Ecco i cinque grandi giacimenti non sfruttati nel territorio europeo, La ricchezza che ignoriamo, o che i governi vogliono ignorare. 

I più grandi giacimenti di gas non sfruttati in Europa

  • Afrodite (Cipro)

Riserve:  170 miliardi di metri cubi
Situato al largo di Cipro, nel Mediterraneo orientale, il giacimento di Afrodite è stato scoperto nel 2011 da Chevron, Noble Energy e Shell. Le proiezioni del settore prevedono la produzione del primo gas entro il 2027, ma i progressi sono bloccati dalle sfide. La Turchia contesta le rivendicazioni marittime di Cipro, sollevando rischi geopolitici, mentre l’estrazione in acque profonde richiede ingenti investimenti. Cipro prevede di convogliare il gas verso l’Egitto o di sviluppare un impianto di gas naturale liquefatto, ma persistono lacune nei finanziamenti e nelle infrastrutture. Per l’Europa meridionale, Afrodite rappresenta un’opzione di approvvigionamento vitale, a patto che superi i ritardi.

  • Neptun Deep (Romania)

Riserve: 100 miliardi di metri cubi
Il Neptun Deep rumeno si trova nel Mar Nero e comprende i blocchi Domino e Pelican South, scoperti nel 2012 da OMV Petrom e ExxonMobil. ExxonMobil è uscita nel 2022, lasciando a OMV Petrom e Romgaz l’obiettivo di produrre entro il 2027. Spinta dalla crisi ucraina, la Romania vede in questo progetto una spinta all’approvvigionamento nazionale e regionale, ma i costi superiori a 4 miliardi di euro e la logistica offshore complicano la tempistica. Con l’Europa centrale nel mirino, Neptun Deep deve assicurarsi il finanziamento e il via libera normativo.

  • Dvalin Nord (Norvegia)

Riserve:  da 50 a 120 miliardi di metri cubi
Il giacimento norvegese di Dvalin North, identificato nel 2021 da Wintershall Dea, si trova nel Mare di Norvegia e la produzione è prevista per la fine del 2020. Le sue dimensioni più ridotte beneficiano del quadro energetico norvegese consolidato, collegandosi al vicino giacimento di Dvalin per contenere le spese. Le condizioni dell’Artico e i mandati ambientali rallentano lo sviluppo, ma l’affidabilità della Norvegia come fornitore lo rende redditizio. Anche se modesto, Dvalin North aggiunge un tassello affidabile al puzzle del gas europeo.

  • Calypso (Cipro)

Riserve: da 60 a 80 miliardi di metri cubi
Sempre al largo di Cipro, Calypso è emerso nel 2018 tramite Eni e TotalEnergies, con riserve ancora in fase di valutazione. Non esiste una tempistica di produzione, in quanto ulteriori trivellazioni affineranno le stime. Come Afrodite, anche Calypso è alle prese con le obiezioni della Turchia e con i costi delle acque profonde. Cipro spera di abbinarlo ad Afrodite per ottenere una scala, ma la cautela degli investitori prevale. Se confermato, Calypso potrebbe consolidare il ruolo del Mediterraneo nel futuro del gas in Europa.

  • Kronos (Grecia)

Riserve: 30-50 miliardi di metri cubi
Il giacimento greco di Kronos, scoperto nel 2022 da Energean nel Mar Ionio, rappresenta una scoperta iniziale. L’esplorazione continua mentre la Grecia costruisce la sua esperienza offshore. Le sue dimensioni e l’attenzione della nazione per le energie rinnovabili temperano le ambizioni, con la supervisione ambientale che aggiunge ostacoli. Il collegamento con le infrastrutture vicine offre una via d’uscita, ma Kronos rimane una prospettiva a lungo termine che segnala un potenziale in una regione poco esplorata.

  • Menzione d’onore: Le scorte inattive di Groninga

Merita una menzione il giacimento di Groningen, con 680 miliardi di metri cubi non sfruttati. Decenni di produzione sono cessati nel 2023 a causa di rischi sismici, rendendolo inattivo piuttosto che non sviluppato. La sua storia sottolinea i dilemmi energetici dell’Europa, ma questo elenco si concentra sulle riserve realmente non sfruttate.

Il gas non sfruttato come ancora di salvezza per l’Europa

Insieme, Afrodite, Neptun Deep, Dvalin North, Calypso e Kronos contengono da  300 a 400 miliardi di metri cubi di gas non sfruttati. Questa cifra impallidisce rispetto al bottino inattivo di Groningen o ai 1.100 miliardi di metri cubi sfruttati dall’Ucraina, ma offre comunque un po’ di respiro.

Questi giacimenti potrebbero alimentare l’Europa attraverso la transizione rinnovabile, con Afrodite e Neptun Deep – ciascuno dei quali supera i 0,1 trilioni di metri cubi – prossimi alla produzione entro il 2027. Dvalin North e Kronos forniscono una spinta minore, mentre Calypso attende di essere chiarito.

Non abbiamo poi parlato delle potenzialità del fracking, dalla Francia , alla Germania alla Polonia,, ma questo è tutto un altro discorso

 


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