Attualità
“Ho portato i decreti Conte in tribunale, per salvare un negozio”.
Un negozio che dovrebbe chiudere perché ritenuto, chissà perché, “Non essenziale”, decide di restare aperto e si rivolge a un avvocato per non pagare le sanzioni del DPCM contrario alla logica.
Eccovi il caso pratico: è successo all’assistito dell’avvocato AntonioGiannotti, che vendendo alimenti per animali, all’alba del 3 dicembre 2020 ha aperto la serranda, ritenendosi un bene essenziale come gli altri negozi di alimentari, e quindi in linea col Dpcm appena emanato. Non era così, per questo la polizia ha chiuso il suo negozio recapitandogli una multa da €400,00.
Ovviamente l’esercente non si è fatto scivolare addosso il Dpcm, che nel suo lato più cinico lo ha punito mentre era in buona fede. Nasce da lì la possibilità di una svolta: dalla sentenza che ci sarà a maggio sulla chiusura coatta del suo negozio, e quindi sulla legittimità di tutte le chiusure di chi non potrà sentirsi dire per un altro anno “resta a casa”. Per ordine del giudice ora il negozio è aperto, con tanto di multa stracciata.
L’avvocato racconta tutto a RadioRadio , programma “Un giorno speciale”, affermando che, in via temporanea, ha ottenuto la sospensione della sanzione, appellandosi anche per far valutare la costituzionalità dei Decreti legge alla base del DPCM. L’ordine di chiusura è sospeso fino a Maggio, quando si saprà cosa avverrà alla sanzione ed al ricorso costituzionale.
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