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Gunvor e la “Diplomazia del Dollaro”: il gigante svizzero punta sul gas USA per farsi perdonare da Trump
Dopo essere stato bloccato nell’affare Lukoil e definito “burattino russo”, il colosso svizzero del trading cambia strategia. Pronti investimenti miliardari per finanziare i produttori indipendenti americani e ripulire la propria immagine a Washington.

In un mondo dove la politica detta legge ai mercati, anche i giganti del trading di materie prime devono piegarsi alla Realpolitik. È il caso di Gunvor, colosso svizzero del commodity trading, che sembra aver imparato una lezione fondamentale: per non essere schiacciati dall’amministrazione Trump, non basta avere liquidità, bisogna investirla nel posto giusto. Ovvero, negli Stati Uniti d’America.
Secondo indiscrezioni riportate da Reuters, la società con sede a Ginevra sta valutando acquisizioni strategiche nel settore Oil & Gas statunitense. L’obiettivo? Non solo il profitto, ma la riabilitazione politica. Gunvor sta cercando attivamente di costruire un rapporto più solido con la nuova (e vecchia) amministrazione Trump, utilizzando l’unico linguaggio che a Washington capiscono perfettamente: gli investimenti nell’industria nazionale.
L’incidente diplomatico: da “Burattino Russo” a investitore gradito
Il contesto è fondamentale per capire questa mossa. I rapporti tra Gunvor e Donald Trump non sono idilliaci, per usare un eufemismo. Lo scontro si è consumato quando il presidente americano ha etichettato la società svizzera come un “burattino russo“.
La colpa di Gunvor? Aver osato presentare un’offerta per le attività internazionali della Lukoil, il gigante petrolifero russo. Si parlava di un affare colossale da 22 miliardi di dollari. Gunvor era l’unico pretendente serio, senza rivali all’orizzonte. Tuttavia, Washington ha inviato un segnale inequivocabile: quell’affare non s’ha da fare. Di fronte alla minaccia di blocco e alle pressioni geopolitiche, gli svizzeri hanno dovuto fare marcia indietro.
L’ironia della sorte – o la cinica logica dei mercati – vuole che, una volta tolto di mezzo il “burattino”, ora siano i pesi massimi a stelle e strisce a valutare le attività estere di Lukoil. Si fanno i nomi di Carlyle, Exxon e Chevron. Come dire: il business è sporco se lo fanno gli altri, ma diventa strategico se lo fanno gli americani.
La nuova strategia: finanziare l’indipendenza energetica USA
Bruciata (ma non sconfitta) dall’esperienza Lukoil, Gunvor ha cambiato rotta. L’interesse per gli asset americani non è nuovo, ma ora assume un significato politico di “protezione”. Le fonti citate da Reuters svelano un approccio interessante e meno diretto rispetto all’acquisto in prima persona:
Finanziamento ai produttori indipendenti: Gunvor non comprerebbe necessariamente i pozzi o le infrastrutture direttamente, ma fornirebbe la “potenza di fuoco” finanziaria a compagnie indipendenti USA per espandersi.
Il caso Baytex/Percussion: Un esempio lampante è stato il tentativo di acquisto degli asset di Baytex Energy nel bacino di Eagle Ford (Texas). Gunvor ha partecipato finanziando l’offerta di Percussion Petroleum, un’azienda texana. Sebbene l’asset sia stato poi venduto ad altri per 2,3 miliardi di dollari, il modello è chiaro: capitali svizzeri, faccia americana.
Gas naturale e Value Chain: dove finiranno i soldi?
Non tutto l’oro nero luccica allo stesso modo per gli svizzeri. Secondo le indiscrezioni, l’interesse di Gunvor si starebbe spostando dal greggio al gas naturale, una risorsa chiave per la transizione energetica e per l’export americano (GNL).
In una nota ufficiale, l’azienda ha dichiarato:
“Il mercato statunitense rimane un’area chiave di crescita e guardiamo con interesse a investimenti significativi lungo tutta la catena del valore dell’energia”.
Ecco una sintesi delle possibili mosse di Gunvor:
| Settore | Strategia | Obiettivo Politico |
| Upstream (Estrazione) | Finanziare produttori indipendenti USA | Favorire l’occupazione e la produzione locale (America First). |
| Gas Naturale | Acquisizione di asset o quote | Allinearsi alla strategia USA di dominio sul mercato GNL globale. |
| Trading | Accordi di offtake (acquisto garantito) | Assicurarsi volumi fisici senza possedere l’infrastruttura diretta, riducendo l’esposizione politica. |
Conclusioni: il pragmatismo vince sempre
La mossa di Gunvor è un manuale di sopravvivenza aziendale in un mondo multipolare e protezionista. Essere etichettati come vicini alla Russia è un rischio esistenziale per un trader globale che necessita del sistema finanziario basato sul dollaro. Investire negli USA, aiutando le aziende texane o della Pennsylvania a crescere, è il modo più rapido per lavare via l’etichetta di “burattino” e sostituirla con quella di “partner strategico”.
Keynesianamente parlando, è un flusso di capitali che si sposta dove la regolamentazione e la politica lo attraggono (o lo costringono). Resta da vedere se i dollari svizzeri basteranno a far dimenticare a Trump le vecchie ruggini, o se l’amministrazione vorrà mantenere il punto per favorire esclusivamente i campioni nazionali come Exxon e Chevron.
Domande e risposte
Perché Gunvor è stata definita “burattino russo” da Trump?
L’etichetta è nata quando Gunvor ha tentato di acquisire le attività internazionali della compagnia petrolifera russa Lukoil per 22 miliardi di dollari.1 L’operazione è stata vista da Washington come un tentativo di aggirare l’isolamento economico della Russia o di dare ossigeno a Mosca. Trump e l’amministrazione USA hanno minacciato di bloccare l’affare, costringendo Gunvor a ritirarsi per evitare sanzioni o ritorsioni che avrebbero compromesso la sua operatività globale.
In che modo Gunvor intende investire negli USA?
La strategia non prevede necessariamente l’acquisto diretto e totalitario di compagnie petrolifere, ma piuttosto il supporto finanziario a produttori indipendenti americani. Gunvor agirebbe come partner di capitale, fornendo i fondi necessari alle aziende USA (come nel caso del supporto a Percussion Petroleum in Texas) per acquisire nuovi asset o espandere la produzione.2 Questo permette a Gunvor di entrare nel mercato USA mantenendo un profilo “locale” attraverso i suoi partner.
Quali sono i settori energetici di maggiore interesse per Gunvor oggi?
Sebbene il petrolio resti centrale, le indiscrezioni indicano che Gunvor è particolarmente interessata agli asset legati al gas naturale.3 Questo spostamento riflette le dinamiche di mercato attuali, dove il gas statunitense (grazie al boom dell’export via GNL) gioca un ruolo cruciale nella sicurezza energetica globale. Investire nel gas americano significa allinearsi strategicamente con gli interessi di lungo termine degli Stati Uniti.








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