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Guerra tecnologica: Biden inserisce 30 produttori di chip cinesi nella lista nera

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Bloomberg ha riferito che già questa settimana l’amministrazione Biden potrebbe inserire il produttore cinese di chip Yangtze Memory Technologies (YMTC) e oltre 30 altre aziende cinesi in una lista nera commerciale che impedirebbe loro di acquistare componenti per semiconduttori negli Stati Uniti.

L’azione segnerebbe un’altra escalation nella crescente guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. Washington sta tentando di stroncare la capacità della Cina di sviluppare e produrre chip avanzati per applicazioni militari.

Chi ha familiarità con la mossa del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti prevede che YMTC e le altre 35 aziende potrebbero essere aggiunte alla cosiddetta “Entity List” già questa settimana. Una volta inserite nella lista, i fornitori statunitensi dovranno richiedere licenze speciali per spedire all’estero anche prodotti di bassa qualità.

Bloomberg ha sottolineato che il business degli smartphone consumer di Huawei Technologies Co. ha subito un forte impatto dopo essere stato inserito nell’elenco.

L’ultima azione, che sia questa settimana o il mese prossimo, arriva dopo che il presidente Biden e il presidente Xi Jinping hanno tenuto il loro primo incontro di persona al vertice del G20 a Bali, in Indonesia. Inoltre, l’azione potenziale arriva due mesi dopo che gli Stati Uniti hanno presentato controlli severi sulle esportazioni di YMTC e di altre 30 aziende cinesi.

Mercoledì, il portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin ha dichiarato, durante un regolare briefing con la stampa, che gli Stati Uniti hanno “politicizzato e armato la cooperazione economica”, aggiungendo che le azioni di Washington stanno causando interruzioni della catena di approvvigionamento. Ha detto che Pechino prenderà provvedimenti per proteggere la sua industria dei chip.

Più in generale, Washington sta negoziando con Giappone e Paesi Bassi un accordo trilaterale per impedire alle aziende di vendere attrezzature per la produzione di chip alla Cina. L’obiettivo è rallentare il progresso della Cina, che mira a diventare la prima superpotenza economica. Alla fine l’economia non è che la guerra combattuta con altri mezzi.

 

 


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