Attualità
GUERRA IRAN – USA: Come sarebbe combattuta
Il presidente Trump ha dato ordine, come abbiamo già scritto, di sparare sui mezzi della Marina iraniana, principalmente le lance della Guardia Rivoluzionaria (IRGC), se queste cercheranno di rallentare la marcia delle navi della marina USA nello stretto di Hormuz o nel Golfo Persico. La minaccia è molto seria dato che ci sono stati già oltre 115 episodi del genere negli ultimi giorni. Per USA ed Arabia,ma anche Russia, questo conflitto avrebbe il positivo effetti di un impatto sui prezzi, attualmente a terra.
Come però potrebbe scoppiare un conflitto del genere e come questo si svolgerebbe? :
a) LA SCINTILLA. Questa potrebbe prendere forma in diversi modi: un tentativo di tagliare la pura di una nave militare USA, il tentativo di abbordare una nave mercantile USA o britannica, fuoco contro un elicottero USA o il lancio di un MANPAD, anche se questo non andasse a segno. Ognuno di questi atti scatenerebbe una reazione USA con l’attacco ai barchini e quindi il famoso Casus Belli.
b) PRIMA FASE- GLI USA. La Marina statunitense, dopo il primo scontro, risponderà affidandosi soprattutto ad attacchi mirati alle infrastrutture marittime iraniane, utilizzando nella massima quantità possibili droni ed anche strumenti di guerra elettronica. Gli USA cercherebbero di massimizzare il proprio vantaggio tecnologico e di eliminare, en masse, i piccoli mezzi della guardia rivoluzionaria per evitare di trovarsi a fare una caccia motoscafo per motoscafo. Prioritaria poi sarebbe la distruzione della flotta sommergibile,a partire dai tre classe Kilo ex russi, al classe Bersat, ai due classe Fateh, al Nahang, ai 23 tascabili classe Ghadir, ai 4 classe Yugo, alla miriade di altri mezzi sommergibili da assalto.
c) LA RISPOSTA IRANIANA. L’Iran ha ,come abbiamo detto, poche navi di grandi dimensioni (un cacciatorpediniere in progetto, 6 fregate, un po’ di corvette, ma una miriade di piccoli mezzi da assalto veloci, armati anche con missili. L’idea sarebbe quella di attacchi “A sciame”, seguendo le linee della “Jeune école” del XIX secolo. Si cercherebbe di saturare la possibilità di risposta delgi americani, grazie alla possibilità di concentrarsi su pochi obiettivi rilevanti (Portaerei principalmente), ma questa capacità dipenderebbe dall’aver salvato la flotta prima, da eventuali attacchi preventivi USA.
d) LA SECONDA FASE. Anche se gli USA distruggessero tutta la flotta iraniana questo non scoraggerebbe Teheran da eventuali attacchi a sorpresa con missili mobili basati a terra. Basterebbe un colpo andato a segno per permettere agli Ayatollah di cantare vittoria. Gli Stati Uniti dovrebbero allargare il loro intervento ed occupare porzioni dell’Iran, almeno per essere in grado di controllare lo stretto di Hormuz. L’operazione potrebbe anche avere successo, ma tutto dipenderebbe dal costo, umano ed economico dell’operazione stessa. Se riuscisse gli USA avrebbero in mano le chiavi economiche di Teheran.
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