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Difesa

Guerra Aerea: la Francia può combattere solo per tre giorni

Secondo uno studio interno l’Aviazione Francese è ridotta a pura apparenza, com munizioni per solo tre gionri, niente difesa anti radiazione e nessun mezzo stealth, e il caccia di sesta generazione arriverà troppo tardi

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Il quotidiano francese l’Opinion ha pubblicato una notizia drammatica, basata su studi specialistici: in caso di guerra combattuta l’aviazione francese ha missili sufficienti per tre giorni di combattimento aereo.

L’affermanzione si basa sull’analisi di uno studio di 114 pubblicato daIl Centro studi sulla sicurezza dell’Istituto francese per le relazioni internazionali (Ifri) dal titolo “Il futuro della superiorità aerea. Controllare il cielo in alta intensità”. È stato redatto da due esperti, ufficiali dell’Aeronautica militare e spaziale. Secondo loro, “il modello francese sta raggiungendo i suoi limiti per poter pesare efficacemente in una coalizione in un conflitto ad alta intensità”.

I due autori, Adrien Gorremans e Jean-Christophe Noël, sono due piloti di caccia dell’Armée de l’air et de l’espace, il primo dei quali è ancora in servizio. Questo studio va nella direzione delle analisi del nuovo capo di stato maggiore dell’aeronautica militare, il generale Jérôme Bellanger, che non può esprimersi così liberamente.

A400M rifornisce due elicotteri francesi

«Il modello francese è costruito intorno alla deterrenza nucleare e alla difesa aerea del territorio. Raggiunge i suoi limiti per pesare efficacemente in una coalizione in un conflitto ad alta intensità“, affermano gli autori. ‘Tra il 1991 e la metà degli anni 2010, la Francia ha abbandonato alcuni settori tecnologici chiave che hanno creato lacune di capacità nella parte alta dello spettro dei conflitti aerei, portando alcuni a ritenere che ’la Francia ora giochi in seconda divisione nella NATO”.

Allo stesso tempo, la contrazione del formato delle forze armate pone un problema di massa critica nei settori che esse controllano, creando di fatto “capacità Potemkin”, cioè di pura apparenza,   con una densità organica molto bassa”. Al di là del gergo militare, la constatazione è chiara: «Le forze armate francesi soffrono di diversi limiti qualitativi, che sono la conseguenza di capacità mai messe in servizio, come la furtività radar e la guerra elettronica offensiva, o del chiaro abbandono di capacità esistenti, come la SEAD (eliminazione delle difese aeree nemiche, i missili, come gli HARM in uso in diversi paesi), o del progressivo ritiro per successive economie, come nel campo delle munizioni e della difesa terra-aria».

I piloti francesi, che si confrontano regolarmente con caccia di quinta generazione in esercitazioni interalleate, constatano che “la missione di combattimento contro i caccia stealth è impossibile da vincere”

Rafale dell’aviazione di marina francese

Arrestratezza tecnologica

I due ufficiali sottolineano innanzitutto le “capacità chiave mancanti o obsolete”. È il caso, in particolare, della furtività, delle tecnologie LO/VLO (Low Observable/Very Low Observable) che consentono agli aerei di sfuggire al rilevamento dei radar. «L’asimmetria tecnologica è ormai evidente: i piloti francesi [sul Rafale] che affrontano regolarmente caccia di quinta generazione [come l’F35 americano] in esercitazioni interalleate, constatano che “la missione di combattimento contro i caccia stealth è impossibile da vincere allo stato attuale dei sensori”». Risultato: “Nell’ipotesi di un impegno al fianco dei suoi alleati occidentali in un conflitto ad alta intensità, il caccia francese potrebbe essere relegato al ruolo di supplente dei caccia di quinta generazione”. Insomma un comprimario neanche tanto efficace.

Un’altra “capacità mancante” è l’eliminazione delle difese aeree nemiche. L’ultimo missile specializzato in questa missione, che consiste nel distruggere le batterie terra-aria avversarie, il Martel, è stato ritirato dal servizio nel 1997 e “la Francia non avrà capacità SEAD prima del Rafale F5 entro il 2035”, eppure  sarebbe semplice acquistare da paesi NATO un minimo di missili HARM che, ad esempio, sono già in dotazione a Italia e Germania.

Per quanto riguarda il “controllo del campo elettromagnetico”, cioè l’elettronica militare, “di fronte all’irrigidimento dei sistemi di difesa aerea integrati avversari, la Francia dispone di pochissimi sistemi di guerra elettronica offensiva. Non dispone nemmeno di mezzi operativi per disturbare i satelliti radar avversari. Le forze armate francesi non dispongono né di attrezzature né di progetti capacitativi per disturbare le munizioni di precisione guidate da satellite, come quelle utilizzate dalle forze russe o cinesi.

Gli autori rilevano anche l’insufficienza del numero di bombe relativamente semplici – quindi meno costose – e di “munizioni di usura e saturazione” che consentono di trattare numerosi bersagli. Allo stesso modo, la debolezza della difesa aerea, la cui importanza è stata messa in luce dalla guerra in Ucraina: “Questa vulnerabilità rende quasi impossibile la difesa contro attacchi saturanti di droni e raffiche balistiche e ipersoniche convenzionali”.

 

Missile MBDA Meteor

L’austerità porta all’anemia

A queste «lacune» si aggiunge «la mancanza di spessore e massa». «Nel 2024, l’aviazione da caccia francese è al suo livello più basso dal 1916…» quando i tedeschi falciavano i caccia francesi, osservano i relatori che parlano di «anemia quantitativa».

Anche se gli aerei volano, non hanno abbastanza armamenti per resistere: al di fuori della missione di protezione del cielo francese e di allerta per un attacco nucleare,il consumo di missili aria-aria osservato durante esercitazioni su larga scala o simulazioni rappresenta, in relazione alle scorte, tre giorni di combattimento ad alta intensità, o addirittura un giorno per il Meteor a lungo raggio”. 

Il Scaf (sistema di combattimento aereo del futuro), un progetto di Francia, Germania e Spagna lanciato nel 2017, permetterà di migliorare la situazione “entro il 2040”?  I relatori non nascondono il loro scetticismo: “Il progetto presenta diverse vulnerabilità critiche, che permettono di sollevare legittimi dubbi sulla sua sostenibilità”. “La sua prosecuzione dipende dalla volontà politica dei tre paesi di continuare a lavorare insieme e si basa su una precaria coerenza industriale”, senza contare il suo ‘costo unitario che potrebbe essere di diverse centinaia di milioni di euro’. Con queste premesse la Francia avrebbe un pugno di caccia, probabilmeente già superati alla data della loro uscita e non avrebbe caccia di Quinta Generazione, che volano in Italia e in Germania…


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