Economia
Grandi manifestazioni in Serbia contro le miniere di litio, che la UE, vorrebbe
Le grandi proteste a Belgrado contro l’estrazione del Litio non solo contiene motivazioni ambientali, ma anche l’insoddisvazione contro il governo Vucic. Che, in questo caso, è appoggiato dalla ue
In Serbia domenica vi sono state proteste a livello nazionale in seguito alla decisione del governo di rilanciare il controverso progetto di estrazione del litio di Rio Tinto nella valle del fiume Jadar.
Le manifestazioni, che hanno attraversato decine di città nelle ultime due settimane, sono culminate in una massiccia protesta a Belgrado la sera del 10 agosto. Decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti nella capitale cantando “Non ci sarà l’estrazione” e “Tradimento, tradimento”, prima di tentare di bloccare due stazioni ferroviarie.
Gli eventi di Belgrado hanno fatto seguito a una quindicina di manifestazioni in città più piccole e in tutta la Serbia. L’8 agosto, circa 2.200 persone si sono riunite nella città di Gornji Milanovac. Se si tiene conto della popolazione della città, ciò equivale ad una manifestazione di 132.000 persone a Belgrado.
Anche altre città, tra cui Subotica, Krusevac, Zajecar e Smederevska Palanka, hanno visto proteste sostanziali giovedì sera, nonostante la coincidenza con l’attesissima partita di basket Stati Uniti-Serbia, che ha tenuto molti serbi incollati alla TV.
Le proteste in corso segnalano un’opposizione significativa al Governo, al di là del tradizionale bastione dell’opposizione a Belgrado, e indicano che il dibattito sul futuro dell’estrazione del litio è tutt’altro che concluso.
I manifestanti chiedono un divieto permanente sull’estrazione del litio e del boro, citando le preoccupazioni per la potenziale minaccia alla terra e alle risorse idriche locali, che potrebbe mettere in pericolo la salute e i mezzi di sussistenza delle comunità vicine. I critici sostengono che il Governo sta dando priorità agli interessi stranieri e aziendali rispetto al benessere della popolazione, con poche promesse di benefici tangibili per il Paese.
Dana Popovic, professore in pensione della Facoltà di Economia, ritiene che da un punto di vista economico la fattibilità del progetto non sia chiara, dato che il prezzo del litio è sceso dell’80% negli ultimi due anni e si stima che continuerà a scendere fino al 2030.
Popovic fa un parallelo con gli aborigeni in Australia, dove Rio Tinto ha voluto per decenni estrarre nelle loro aree popolate e agricole. “Gli aborigeni li hanno cacciati via – credo che lo faremo anche noi!”.
Il malcontento pubblico è stato alimentato dalla percezione che il Governo abbia ingannato i suoi cittadini, rilanciando il progetto solo dopo le elezioni nazionali e locali di dicembre, nonostante le precedenti rassicurazioni che era fuori dall’agenda.
Una donna d’affari che ha partecipato alla protesta del 10 agosto ha espresso la sua mancanza di fiducia nell’attuale governo. “L’assenza di un sistema adeguato, il disprezzo per la legge, la condotta non professionale e l’oscuramento dei media, che mirano a rendere la gente insulsa e a manipolarla, non possono più essere tollerati”, ha detto.
Per lei, e per molti altri che si oppongono al Governo, il tentativo di rilanciare la miniera di litio di Rio Tinto, dopo che l’opinione pubblica aveva chiarito nel 2021 di essere contraria, rappresenta “l’ultima goccia”.
I problemi vanno oltre il litio
La portata di queste dimostrazioni sottolinea le profonde rimostranze della popolazione, al di là della questione del litio, e solleva domande su come il Governo affronterà le preoccupazioni dei suoi cittadini in futuro. L’attuale governo non sembra essere stato in grado di risolvere i problemi, secondo i cittadini.
Finora, il governo si è affidato alle sue tattiche abituali, dando la colpa delle proteste all’ingerenza occidentale per screditare l’opposizione. Il 9 agosto, il Presidente della Serbia Aleksandar Vucic ha ringraziato i servizi segreti russi per aver avvertito di un tentativo di colpo di Stato.
I media allineati allo Stato, come il quotidiano Politika, hanno pubblicato storie sensazionalistiche sostenendo che “i servizi occidentali stanno preparando rivolte di massa in Serbia” – un’affermazione che alcuni potrebbero trovare ironica, dato che l’Occidente sostiene i piani di litio del governo.
In uno strano scherzo del destino, ora è l’opposizione, generalmente pro-europea, ad essere contraria alla politica dell’UE per l’estrazione del litio in Serbia, mentre il governo, solitamente filo-russo ed euroscettico, sta eseguendo gli ordini dell’UE. Un’inversione di posizione legata ai poco lucidi obiettivi ambientali della commissione.
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