Attualità
Google aumento del 48% l’emissione di gas serra, colpa della AI
Google e Microsoft stanno emettendo molti più gaas serra, perché stanno sviluppando la A, ma questa è più importante degli obiettivi energetivi
Gli obiettivi ambientali di Google stanno affrontando grossi ostacoli a causa del suo crescente utilizzo di centri elaborazione dati ad alto consumo energetico, il tutto legato all’uso della AI.
Martedì scorso, Google ha registrato un aumento del 48% delle sue emissioni di gas serra rispetto agli ultimi cinque anni, soprattutto a causa dell’elevato utilizzo di elettricità dei suoi centri dati e della sua catena di fornitura.
Nel suo ultimo rapporto ambientale, Google ha riportato un aumento del 13% delle emissioni dal 2022 al 2023, raggiungendo un totale di 14,3 milioni di tonnellate metriche.
Centri dati: I divoratori di energia
Al centro dei progressi dell’AI di Google, come i modelli Gemini e OpenAI GPT-4, ci sono i centri dati che consumano enormi quantità di elettricità. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, si prevede che il consumo totale di elettricità dei data center raddoppierà entro il 2026, raggiungendo 1.000 TWh, equivalenti all’attuale domanda di elettricità del Giappone.
Inoltre, la società di ricerca SemiAnalysis prevede che l’AI potrebbe rappresentare il 4,5% della generazione di energia globale entro il 2030.
L’obiettivo di Google di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2030 è stato reso più impegnativo da queste richieste di energia. L’azienda riconosce la “significativa incertezza” sull’impatto ambientale dell’IA, che si aggiunge alla difficoltà di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni.
“Non sarà facile”, ha ammesso Google, sottolineando le sfide poste dal futuro imprevedibile del consumo energetico dell’AI.
Anche Microsoft, un altro gigante tecnologico che ha investito profondamente nell’AI, ha sentito la tensione. Il presidente dell’azienda, Brad Smith, ha riconosciuto a maggio che la sua strategia di AI ha reso sempre più difficile il suo obiettivo di emissioni di carbonio negative entro il 2030, affermando che la situazione è cambiata. E con la situazione cambiano anche le priorità.
Le emissioni totali di carbonio di Microsoft sono aumentate di quasi il 30% dal 2020, soprattutto a causa della costruzione di nuovi centri dati. Questo aumento dimostra quanta energia necessitano i sistemi AI.
Il pedaggio ambientale dell’AI: Non solo elettricità
Google,
L’impatto ambientale dell’IA va oltre il consumo di elettricità. Anche la produzione e il trasporto dei server informatici e dei chip necessari per l’IA contribuiscono alle emissioni di carbonio. Inoltre, l’utilizzo dell’acqua è una preoccupazione crescente.
Uno studio stima che l’IA potrebbe rappresentare fino a 6,6 miliardi di metri cubi di acqua entro il 2027, quasi due terzi del consumo annuale dell’Inghilterra.
I sistemi di raffreddamento dei centri dati rappresentano una parte significativa di questo consumo idrico. Man mano che i processori di dati diventano più efficienti, generano anche più calore, rendendo necessario un aumento delle risorse di raffreddamento.
Solo nel 2022, Google e Microsoft hanno consumato ben 32 miliardi di litri d’acqua nei loro centri dati.
Le grandi aziende tecnologiche sono diventate grandi acquirenti di energia rinnovabile nel tentativo di raggiungere i loro obiettivi climatici. Bill Gates ha recentemente sottolineato che l’AI potrebbe aiutare a combattere la crisi climatica, in quanto le aziende tecnologiche sono “seriamente disposte” a pagare un extra per l’elettricità pulita, per poter affermare di utilizzare energia verde.
Tuttavia, poiché l’energia eolica e solare non sono sempre disponibili, i centri dati hanno bisogno di un’alimentazione costante, che può mettere a dura prova la rete elettrica esistente.
Il fatto è che le grandi soocietà tecnologiche ritengono che lo sviluppo della AI sia comunque prioritario dal punto di vista competitivo e strategico, per cui le preoccupazioni sul consumo energetico di questi grandi centri di elaborazione dati passano in secoonda linea.
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