Euro crisis
GOLEM E PIDDINI: due realtà che l’ambizione smisurata dei secondi non farà incontrare mai
Un uomo si guarda alla specchio
e racconta nel suo blog quello che vede:
“….No, non è il mio corpo che non va, non c’entra niente la mia immagine con quello che sento dentro.
Quello che sento dentro è una sensazione strana, come di essere, come dire, sfocato. Provate, solo guardandomi, a capire che cosa faccio nella vita. Non lo indovinerete mai. Non potreste, perché non lo so neanche io……”
Io personalmente non lo conosco, non so chi sia, mi sono servito del suo blog per introdurre il pezzo sul Golem. Perché questo ragazzo, nell’atto di osservarsi allo specchio, sta cercando dentro sé stesso il senso della sua esistenza e lo sta chiedendo al suo secondo se stesso, al suo Golem!
Nella tradizione, il Golem: è un essere informe, fatto di terra, che prende vita dal nome di Dio o da altre lettere (con valore e significato particolare) che gli vengono o scritte in fronte o su un foglio (infilate in bocca); col procedimento inverso è possibile invece farlo ‘morire’, togliergli vita e movimento.
Ma uno dei suoi profondi significati psicologici è questo:
“darsi una forma, creare in sé stessi un ordine ed una dirittura..”
Peccato che, a volte, guardarsi dentro e far parlare allo specchio possa compromettere fulgide carriere. E fu così che molti iscritti al Partito Democratico e ad altri partiti fondamentalmente ordoliberisti pensarono bene di rompere ogni specchio o semplicemente di non avere tempo per questo illuminante confronto.
Cavalcare oggi l’economia sociale di mercato (che di fatto non esiste poiché se adori il mercato sopra ogni cosa, le persone, le comunità locali, i quartieri e i propri vicini di casa verranno in secondo piano) consente quella scalata sociale altrimenti impossibile causa 50 anni di crescita “populista”.
Oggi, grazie alla teocrazia dell’Euro, è possibile cavalcare l’onda, fatta di menzogna e mistificazione della realtà, e avere immensi spazi pubblicitari nei talk-show onde impostare importanti carriere professionali.
Ecco quindi che anche l’agire umano ed il pensare sono orientati al perseguimento di tale obiettivo:
I giornalisti giustificano la creditocrazia che giace dietro il capitalismo usuraio;
Gli economisti si dimenticano volutamente che il debito di un paese prima di diventare debito comune dei paesi dell’Eurozona (via fondo salvastati) era debito privato verso le banche tedesche e francesi colpevoli di moral hazard;
Si bolla come peccato ogni idea che vada contro il pagamento di interessi al capitale usuraio come un peccato contro il nuovo Dio della nuova religione (Euro)!
Si ripristinano le condizioni lavorative esistenti sotto l’aristocrazia francese pre-rivoluzionaria;
e si arriva persino a difendere (a spada tratta) i più biechi persecutori dei popoli che la storia rammenti (assieme agli Assiri, l’esercito con lo stato intorno), giustificandone ogni comportamento che la storia ha da sempre condannato.
Io non sono e non mi sento comunista, quindi non ho mai letto ed approfondito Marx, oggi però mi trovo a concordare con quanto egli scrive osservando la storia dell’umanità da un punto di vista economico.
Nel suo
racconta molto bene cosa accadde nell’impero romano a causa del capitale usuraio:
Notate bene, la globalizzazione determinerà la morte per asfissia (da capitale usuraio) di agricoltori e piccole aziende artigianali.
Ora, dato che il 95% delle aziende italiane sono rappresentate da questo tipo di aziende, le nuove classi dirigenziali perché chiudono gli occhi sull’immane disastro a cui andiamo incontro?
Semplice, poiché evitano accuratamente il proprio Golem al fine di fare carriera e, nel fare questo, si trasformano piano piano in pericolosi soggetti sociopatici.
E’ di oggi l’intervista televisiva (Rainews24) di Yoram Gutgeld secondo il quale il nostro paese risparmierà circa 50 miliardi l’anno dalla spesa sanitaria. Questo significa dimezzare letteralmente i servizi come in Spagna:
“puoi escludere le persone (ndr: dalle cure ) ma non puoi escludere le malattie”
Speriamo che l’asteroide non tardi il suo arrivo:
Maurizio Gustinicchi
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