Analisi e studi
Goldman Sachs promuove debito pubblico italiano

Goldman Sachs, uno delle principali banche di affari americane e del mondo, si esprime positivamente sui BTP italiani e sullo Spread, che al contrario di altri paesi europei, sta proseguendo la sua discesa graduale sotto ai 100 punti base rispetto al bund tedesco. Il report della banca di affari segnala che vi sono diverse ragioni per mantenere un “approccio costruttivo” verso i conti pubblici del nostro paese. E’ quanto emerge da uno studio firmato dall’analista Filippo Taddei, intitolato “European Daily: Italy—Three Reasons to Be Constructive About Italian Debt in 2025”. Da questo report sembra confermarsi la tendenza positiva dei giudizi di analisti e mercati finanziari alla politica economica attenta alla tenuta dei conti pubblici, messa in campo dal governo Meloni.
Gli spread sui titoli di Stato italiani si sono comportati bene per un certo periodo e risultano in graduale restringimento dall’autunno del 2022. L’attuale spread BTP-Bund a 10 anni – spiega l’esperto di Goldman Sachs – è il più basso degli ultimi cinque anni (nei giorni scorsi ha raggiunto un minimo di 94 punti e si mantiene sotto quota 100). I dati smentiscono che questo fenomeno sia stato il frutto di una crescita economica superiore alla media: dopo la contrazione dovuta alla pandemia, il PIL italiano è cresciuto in linea con l’Eurozona e la Francia. “Tuttavia, lo spread Btp-bund a 10 anni è oggi al livello più basso da quasi cinque anni” e, nonostante alcune sfide, ci sono tre buone ragioni per credere che il contesto possa restare favorevole.
Alcuni operatori di mercato – rileva l’analista – ritengono “improbabile che duri” questa politica di prezzi favorevole, dato che si prevede un aumento del rapporto debito/PIL, i tassi reali sui titoli di Stato sono in aumento e la spesa per la difesa è destinata a crescere dell’1% del PIL entro il 2027 a causa delle sfide geopolitiche europee. Ma la banca d’affari statunitense confuta questa tesi sulla base di tre fattori: il sostegno al funding derivante dal PNRR; l’aumento contenuto dei tassi reali, che si confermano circa 100 punti sotto la media pre-pandemica; la stabilità politica garantita dal governo Meloni.
“Il sostengo del Recovery Fund è destinato a continuare fino al 2026, fornendo uno spazio fiscale di circa l’1,5% del PIL all’anno. Il saldo fiscale italiano sta migliorando al ritmo più rapido tra le prime quattro economie europee (Germania, Francia, Italia, Spagna), raggiungendo il divario più basso rispetto alla media dell’area euro dal 2016. Il governo – si sottolinea nel report – ha ribadito il proprio impegno a mantenere questa tendenza”. Per questo motivo Goldman Sacha prevede che il saldo fiscale italiano migliori ulteriormente.
I tassi reali stanno aumentando a causa della disinflazione, dei dazi statunitensi e dell’aumento dei rendimenti a lunga scadenza. Tuttavia, i tassi reali italiani sono circa 100 punti base inferiori alla media del periodo precedente alla pandemia. Anche considerando il maggior spazio fiscale necessario per l’aumento delle spese per la difesa, Goldman ritiene che sarà assorbito dall’emissione di debito dell’UE. Sebbene questo comporterà un aumento del deficit e del debito, la banca d’affari ritiene “improbabile” che crescano le emissioni di BTP e la scadenza media dovrebbe allungarsi.
Una buona notizia, questa, per chi, e sono sempre di più, oggi detiene Btp in portafoglio: significa minore probabilità di doverli vendere in perdita qualora si scelga di non portarli a scadenza.
Tutti gli episodi che hanno portato a un allargamento degli spread negli ultimi 10 anni, con un’unica eccezione, – sottolinea Goldman – sono stati causati da instabilità politica. Attualmente, tale rischio sembra basso in Italia. Secondo i sondaggi, l’attuale governo è l’unico esecutivo italiano degli ultimi 20 anni ad aver guadagnato in popolarità nei 30 mesi successivi al suo insediamento. Pertanto, la banca d’affari statunitense prevede che questa condizione si manterrà almeno fino al prossimo anno, data l’assenza di catalizzatori politici rilevanti.
A conclusione di un giudizio nel complesso molto positivo della banca d’affari americana, l’analista Taddei menziona anche un punto di attenzione: la bassa produttività che da sempre caratterizza il nostro mercato del lavoro. Sebbene i venti favorevoli temporanei probabilmente sosterranno le prospettive del debito italiano quest’anno – sottolinea – l’Italia è l’unica fra le quattro maggiori economie dell’Eurozona ad aver registrato una crescita della produttività negativa negli ultimi due anni, nonostante l’ampio sostegno fiscale agli investimenti offerto dal Recovery Fund. Un miglioramento duraturo del debito italiano – si afferma – richiederà un progresso strutturale dell’economia.
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