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Economia

Gli USA stringono il cappio sul commercio petrolifero dell’Iran

Trump ha iniziato a stringere maggiormente le sanzioni attorno all’eport di petrolio irnaniano, anche per convincere il paese a trattare

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L’amministrazione Trump ha appena alzato il tiro sulle operazioni petrolifere dell’Iran, imponendo nuove sanzioni al ministro del petrolio Mohsen Paknejad e a una manciata di petroliere oscure che trasportano di nascosto il greggio in Cina.

Il motivo dell’azione del Tesoro USA? Paknejad starebbe incanalando miliardi di entrate petrolifere direttamente alle forze armate iraniane e le navi – alcune battenti bandiera di Hong Kong, Liberia e Seychelles – starebbero giocando un elaborato gioco di nascondino marittimo per far fluire il greggio.

Washington ha messo in atto questo gioco per anni. Le sanzioni sono state uno degli strumenti preferiti dagli Stati Uniti per frenare le esportazioni di petrolio iraniano, ma la risposta di Teheran è stata altrettanto prevedibile: negare, sviare e continuare a far muovere le petroliere.

La cosiddetta “flotta ombra” ha imparato l’arte dell’inganno: spegnere i transponder, falsificare le registrazioni delle navi e impegnarsi in trasferimenti da nave a nave nel bel mezzo del nulla per eludere la sorveglianza occidentale.

La Cina, il principale acquirente di greggio iraniano a prezzi fortemente scontati, ha sempre ignorato le sanzioni statunitensi, importando felicemente petrolio iraniano in sordina.

Anche l’India, sebbene pubblicamente meno audace, è stata indirettamente collegata a queste spedizioni. Sanzionare alcune petroliere e compagnie potrebbe rallentare momentaneamente le cose, ma non cambierà il fatto che la domanda di greggio iraniano esiste ancora – e dove c’è domanda, l’offerta troverà un modo.


Dal punto di vista geopolitico, questo è il modo in cui Washington mantiene la pressione su Teheran, in un momento in cui l’Iran ha chiarito in modo inequivocabile che non negozierà “sotto pressione e intimidazione”. E con i prezzi del petrolio che si aggirano intorno ai 70 dollari, il mercato globale non ha ancora reagito in modo drammatico.

Ma se queste sanzioni dovessero effettivamente avere effetto e ridurre in modo significativo le esportazioni iraniane, potrebbe verificarsi un effetto a catena, soprattutto se l’OPEC+ non interverrà per colmare il divario. Potremmo assistere a un aumento dei prezzi che potrebbe esserre anche molto elevato se l’Iran decidesse di reagire, in qualche modo, alle azioni USA facendo partire un’escalation economica.


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