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Gli USA rinunciano ai missili nucleari lanciati da nave

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Secondo nuovi documenti rilasciati dal Dipartimento della Difesa, gli Stati Uniti smetteranno di sviluppare missili da crociera con armamento nucleare lanciati dal mare. 

I documenti, rilasciati il 27 ottobre, affermano che gli Stati Uniti “ritireranno la bomba nucleare a caduta B83-1” e “cancelleranno il programma di missili da crociera lanciati dal mare con armamento nucleare (SLCM-N)”.

Durante una conferenza stampa, il Segretario alla Difesa Lloyd Austin ha affrontato le domande sul ritiro dei due programmi, sostenendo che “il nostro inventario di armi nucleari è significativo”. “Non credo che questo mandi un messaggio a Putin”, ha detto Austin a un giornalista. “Lui capisce quali sono le nostre capacità”.

Il 27 ottobre l’amministrazione Biden ha pubblicato tre documenti:

  • la Strategia di Difesa Nazionale,
  • la Revisione della Posizione Nucleare
  • Revisione della Difesa Missilistica.

Insieme, essi definiscono le priorità dell’esercito per i prossimi anni e sottolineano che Washington intende mantenere “un livello molto alto per l’impiego del nucleare”.

Durante l’amministrazione Trump, nel 2018 il Pentagono ha deciso di sviluppare un nuovo missile da crociera con armamento nucleare e lancio da nave, con particolare attenzione alla minaccia della Russia, ma l’amministrazione Biden ne ha fermato lo sviluppo perché non lo crede necessario.

Un programma dell’era Trump che Biden vuole mantenere è il missile balistico sottomarino a bassa potenza W76-2, che il Pentagono ha messo in campo nel 2020 per far fronte al potenziale impiego da parte della Russia di armi nucleari tattiche simili, del tipo che Mosca ha minacciato di usare in Ucraina per salvare la sua guerra in quel Paese.

Il documento dice anche che la politica nucleare degli Stati Uniti manterrà “un limite molto alto per l’impiego del nucleare”, ma che “prenderà in considerazione l’uso di armi nucleari solo in circostanze estreme per difendere gli interessi vitali degli Stati Uniti o dei suoi alleati e partner”. “Entro il 2030, per la prima volta nella sua storia, gli Stati Uniti dovranno affrontare due grandi potenze nucleari come concorrenti strategici e potenziali avversari. Ciò creerà nuove tensioni sulla stabilità e nuove sfide per la deterrenza, la sicurezza, il controllo degli armamenti e la riduzione dei rischi”, si legge nel documento. Quindi l’amministrazione Biden taglia il numero di armi, ma comunque non ferma lo sviluppo di testate e vettori nucleari sempre più innovativi.


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