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Gli USA mandano nelle Filippine la prima batteria missilistica Typhon

Gli USA si schierano al fianco delle Filippine anche mandando una innovativa batteria missilistica, però le FIlippine hanno un atteggiamento contradditorio

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Una dichiarazione rilasciata dall’Esercito degli Stati Uniti nel Pacifico (USARPAC) afferma che un sistema Typhon, chiamato anche Mid-Range Capability (MRC), è arrivato nel Pacifico Occidentale il 7 aprile per partecipare all’esercitazione Salaknib 24.

Gli Stati Uniti hanno dato il via alle esercitazioni con le Filippine, un alleato storico nella regione, l’8 aprile. Salaknib è un’esercitazione bilaterale annuale guidata dall’Esercito filippino e sponsorizzata dall’Esercito americano del Pacifico. Si tratta del primo spiegamento operativo del sistema MRC che dovrebbe garantire la capacità di attacco a difesa a medio raggio dell’esercito americano.

Questa volta, però, arriva sulla scia di una Cina sempre più bellicosa, che effettua abitualmente manovre aggressive contro le forze filippine nel Mar Cinese Meridionale.

Il sistema Typhon è peculiare perché può lanciare diversi missili, tra cui il missile da crociera Tomahawk, che ha una gittata di oltre 1.600 chilometri, e il nuovo missile intercettore SM-6.  quindi può essere utilizzato sia come strumento di attacco, antinave o contro obiettivi di terra, oppure come elemento di un avanzato sistema

Inoltre, l’SM-6 installato sul Typhon è progettato per essere utilizzato anche come missile balistico a corto raggio contro obiettivi sia a terra che in mare. L’Esercito lo ha anche definito un sistema d’arma “strategico”, da impiegare contro obiettivi di maggior valore, come i centri di comando e controllo e le installazioni di difesa aerea. Come parte di un sistema di difesa aerea, a seconda delle versioni, il suo raggio d’azione varia dai 240 ai 370 km.

L’arrivo della batteria nelle Filippone

Il dispiegamento del sistema è significativo per molteplici ragioni. In primo luogo, tutti i missili terrestri, convenzionali e nucleari, con una gittata di 500-5.500 chilometri, erano vietati dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) del 1987 tra gli Stati Uniti e l’ex Unione Sovietica.

Gli Stati Uniti, tuttavia, si sono ritirati dall’INF nel 2019 e l’Esercito e il Corpo dei Marines degli Stati Uniti hanno successivamente avviato ampi progetti per creare nuovissimi missili a medio raggio. Questi sistemi missilistici sono ora considerati armi formidabili contro la Cina nell’Indo-Pacifico, ora che la minaccia di un conflitto militare tra Cina e Stati Uniti incombe.

Una posizione indecisa delle Filippine

Nel frattempo ieri è successo qualcosa di curioso: se da un lato il presidente Marcos si oppone fortemente alla Cina, però proprio ieri ha affermato che, nonostante le richieste degli USA in materia, non concederà alle forze armate degli Stati Uniti ulteriori basi sul territorio filippino oltre a quelle già concesse, quattro, di cui tre però verso il nor dell’arcipelago.

La decisione è stata vista da molti nelle Filippine come una presa di posizione a favore della Cina contradditoria con le altre decisioni prese dal governo.


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