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Gli schei dei mona

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Traduciamo subito il titolo per chi non parla veneto: “schei” significa soldi, e “mona” è un simpatico sinonimo di “stupidi”. Quindi sì, stiamo parlando di noi italiani. Ma non prendetela sul personale, almeno non subito.

La notizia che lascia di stucco

Alla fine del 2024, l’Italia ha deciso di stupire il mondo emettendo la sua prima moneta a corso legale da 4 euro. Esatto, quattro. Questa perla dell’arte numismatica celebra gli 80 anni della Coldiretti (sì, l’associazione agricola). Una moneta in argento, tiratura limitata di 3500 pezzi, venduta alla modica cifra di 69 euro.

Ora, lo so, vi state chiedendo: Che c’è di strano?

Beh, tutto. L’Italia, dimostrando di poter emettere moneta, si è data la zappa sui piedi con una serie di decisioni che solo noi possiamo definire… da “mona”.

Motivi per cui siamo dei “mona”

  1. Il valore facciale da collezione
    Grazie alla Legge Finanziaria del 2023 (art. 1, comma 55), l’Italia può emettere monete con valori facciali da 0,25 fino a 1000 euro. Eppure, per qualche arcano motivo, si è scelto il 4 euro. Perché non un valore più alto, magari vicino al prezzo di vendita? Un 100 euro avrebbe attirato turisti e collezionisti, offrendo anche una garanzia di rivalutazione futura.

Domanda del giorno: Perché non osiamo con valori facciali più alti?

  1. I metalli preziosi (o meno)
    Le monete da collezione possono essere coniate in qualsiasi metallo, dai preziosi (come oro e argento) ai più economici (come bronzital e cupronichel, usati nel 2018 per la moneta su Amatrice da 5 euro). Ma no, noi optiamo per l’argento, spendendo 18 grammi del metallo che oggi costa circa 1 euro al grammo all’ingrosso e 1,3 euro al grammo al dettaglio (23 euro solo di materia prima).

Domanda del giorno 2: Perché non usare metalli meno costosi?

  1. Le tirature ridicole
    La Germania, che evidentemente la sa lunga, emette monete da 5 e 10 euro in metalli non pregiati, con tirature di milioni di pezzi. Noi? Siamo sui 5 milioni di euro totali contro i 200 milioni tedeschi.

Domanda del giorno 3: Perché non aumentiamo le tirature per abbassare i costi?

  1. La risposta che ti fa sentire ancora più “mona”
    Abbiamo chiesto spiegazioni al Ministero dell’Economia e delle Finanze. La risposta? Un mix tra il comico e il tragico: “Per il 2025, non è prevista l’emissione di monete da collezione con alto valore facciale”. Ma allora, perché autorizzarle nella legge finanziaria?Poi, il capolavoro: “Le monete con alto valore facciale hanno una domanda bassa per via del prezzo elevato, che include:
  • Costi di produzione della Zecca;
  • Remunerazione della Zecca;
  • Valore intrinseco del metallo;
  • Valore nominale da riversare al MEF;
  • Royalty del 2% sul prezzo di vendita;
  • IVA al 22%.”Ora, basterebbe coniare in metallo non prezioso, aumentare la tiratura, abbassare i costi e imitare la Germania per rendere il tutto più sensato. Ma no, troppo facile.

Domanda del giorno 4: Perché non imitare la Germania, evitando un danno erariale allo Stato?

Conclusione: chi è il vero “mona”?

La triste verità è che chi ci governa, per ignoranza o per interesse (scegliete voi), sembra fare tutto tranne gli interessi degli italiani. Ma, in fondo, la sovranità appartiene al popolo, no?

Quindi la domanda finale rimane: chi è il vero mona?

Fabio Conditi
Presidente dell’associazione Moneta Positiva
http://monetapositiva.it/
Movimento culturale Un Mondo Positivo
https://unmondopositivo.it/
dove puoi trovare libri e corsi per diventare consapevole


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