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Europa

Gli Italiani sprovveduti e le sorprese fiscali post elezioni europee: le misure Renziane pro-crescita sono il contentino prima della mazzata

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A me piace parlare chiaro. Ritengo, fin dall’anno scorso, che i risultati attesi dall’economia italiana come previsti dall’incredibile Fabrizio Saccomanni – che verrà probabilmente ricordato negli annali per essere l’autore delle previsioni economiche tra le più sballate della storia del Ministero dell’Economia – abbiano dimostrato e dimostreranno una performance sostanzialmente peggiore rispetto ai dati comunicati a Bruxelles dal precedente Governo, con la necessità di innegabili e dolorosi aggiustamenti. Effettivamente già oggi si sa che il buco nei conti c’è – eccome -, la crescita è sotto le attese con un rapporto debito/PIL peggiore del previsto; manca all’appello solo la manovra di aggiustamento che al momento la Germania , sì la Germania, non richiede. Anche perché, non dimentichiamolo, non è stato fino ad ora (appositamente) indicato da dove arriveranno le coperture per le recenti misure pro-crescita strombazzate ai quattro venti dal nuovo primo ministro, guarda caso.

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Ma cosa sta succedendo? In effetti l’anno scorso sbagliai leggermente il timing indicando che le misure repressive/di aggiustamento sarebbero arrivate a partire da Marzo, una volta consolidati i risultati negativi del bilancio statale del 2013 (vedasi nota i). La verità come sempre è leggermente diversa da come la si attende, ma non troppo: semplicemente, nonostante la sostanza dei risultati negativi del bilancio statale, la fronda euroscettica si sta dimostrando più corposa del previsto per cui urge rimedio, ossia un piccolo ritardo a dopo le elezioni per le misure veramente “incisive”. E soprattutto imponendo, in relazione a future tasse, la consegna del silenzio a tutti i soggetti economicamente sensibili, ultimamente Olli Rehn sembra sia sparito dalla circolazione (fossi in lui penserei di più agli aperti confini finlandesi con la Russia, che dite?).

Dunque, la situazione è semplicissima da comprendere: l’Europa non può rischiare una deriva euroscettica nelle elezioni europee prossime venture e quindi l’ordine di scuderia è evitare accuratamente di enfatizzare la necessità di maggiore austerity, soprattutto in Italia (e parzialmente anche in Grecia). Probabilmente Renzi ha speso a Berlino parole di questo tipo: “Oh Angela, che vogliamo per caso dinamitare l’Europa prima delle elezioni? Aspettiamo, dopo maggio…”.

Ed infatti le nuove misure fiscali sono state annunciate dal primo ministro fiorentino a partire da Maggio, ancora guarda caso. E quindi, cosa devono aspettarsi gli Italiani? Semplice, maggiori tasse, molte maggiori tasse. E visto che il governo è quello “giusto”, ossia strutturalmente predisposto alle misure che tanto piacciono al Berlino – leggasi a fare una vera patrimonialona -, visto che il prossimo anno partirà il fiscal compact e a seconda delle stime ci sarà bisogno di una tassa annuale supplementare da imporre agli italiani per 20 anni compresa tra 45 e 55 miliardi di Euro [si noti bene, trattasi di tassa supplementare annuale senza riduzione delle tasse esistenti !], l’unico modo è prendere i soldi dove ci sono. Leggasi dai risparmi delle famiglie e dalle pensioni dei nonni, che tanto essendo anziani mica voteranno per sempre (peccato che alla prova dei fatti molti giovani di questi tempi sopravvivano solo grazie al contributo famigliare… ). E mi sento di aggiungere anche il condimento di una possibile nazionalizzazione nell’INPS delle pensioni private, almeno per la parte obbligazionaria. Per inciso, che si ricordi sempre che la versione finale del Fiscal Compact che tanta sofferenza ingenererà nel Paese è stata ratificata durante il governo di un certo Mario Monti: io sono ottimista e penso che è solo questione di tempo prima che tale oscuro personaggio – di cui l’Italia poteva fare certamente a meno – sia democraticamente (ed altrettanto risolutamente) chiamato a rispondere del suo operato di fronte al popolo italiano, il tempo è galantuomo.

Dal lato opposto il Cavaliere non è più un problema fin dai tempi dei leakage sulle intercettazioni [alcune delle quali mai trascritte, a partire dalla mitica battuta sulla “culona inchiavabile”, chi mai avrà fatto circolare tali nefandezze….], potendo concludere che il Cav è chiaramente game over. In più la sua antica e preziosa amicizia con Putin è oggi diventata un fardello che può mettere in pericolo addirittura la sua esistenza fisica se uno scenario di guerra dovesse concretizzarsi alle pendici del Caucaso …. Insomma, l’ex primo ministro non si opporrà a nessuna misura straordinaria, basta che lo lascino stare (libero) e con le sue aziende in salvo. Aggiungiamo il tempismo di Beppe Grillo nel fare pulizia nel suo partito, creando con i “fuoriusciti” – che chiaramente resteranno in Parlamento – il futuro puntello al PD per una di fatto maggioranza parallela in grado di fare a meno di Alfano quando sarà necessaria l’approvazione dell’odiata (dalla destra) patrimoniale.

E, per gradire, come dimenticare l’intervista di D’Alema a Alan Friedman in cui venivano millantati i vasti ed opulenti possedimenti pugliesi dell’ex segretario del partito ex comunista (scatenando l’ira popolare, come possa essere tanto ricco il primo ed unico esponente del Partito Comunista Italiano a ricoprire la carica di Primo Ministro resta un mistero, ai più). Intervista che i maligni sostengono non fosse un’intervista ma piuttosto un “carpire d’intelligence” confidenze amichevoli fatte ad un supposto amico – Friedman appunto – magari con l’aiuto di tecniche giornalistiche se non di tecnologie ben congegnate (diciamo così, va là): il risultato è stato che Baffetto, capito il messaggio, intelligentemente si è affrettato a regalare la maglia di Totti all’ex avversario fiorentino… Se questo fosse vero significherebbe che tutte le difese del popolo italiano contro la confisca prossima ventura voluta dall’FMI e dall’Europa tedesca sono state neutralizzate, non ci sono più.

Tutto questo dipinge un quadro che sta sdoganando le misure straordinarie volute dall’FMI e dalla Germania. La manina che sta dietro al grande disegno per adesso non la si scorge. Per adesso…

Che dire di più? Nulla, ora si può solo aspettare.

Magari, forse, posso chiosare citando un vecchio film che tanto mi fece ridere, riso amaro ben inteso: si chiamava “Finche c’è guerra c’è speranza”, con il mitico ed italianissimo Alberto Sordi. Questo per dire che solo un evento veramente catastrofico può salvare l’Italia da un destino di miseria e deindustrializzazione euro-imposta. Arrivando il sottoscritto a pensare così, immaginate come siamo messi male.

Spero di sbagliarmi.

 

Mitt Dolcino

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Riferimenti e Note:

i  https://scenarieconomici.it/leuropa-boccia-la-legge-di-stabilita-tutto-come-previsto-il-prossimo-anno-verranno-attuate-le-dure-contromisure/


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