Attualità
Giappone: l’inflazione cala e senza politiche restrittive. I giapponesi non sono i tedeschi…
Fra i paesi occidentali, o alleati degli USA, uno solo non ha cambiato profondamente la propria politica monetaria, nonostante il cambiamento ai vertici della banca centrale: il Giappone. Questo paese ha visto un cambiamento di governatore della BoJ, la banca centrale, con l’uscita di scena di Kuroda e l’entrata in carica di Kazuo Ueda, ma la politica espansiva e di controllo degli interessi sui titoli di stato non è cambiata radicalmente. Eppure questo paese controlla l’inflazione molto, ma molto meglio, di quanto accada in Europa.
Il tasso d’inflazione annuale in Giappone è sceso al 3,3% nel febbraio 2023 rispetto al massimo di 41 anni del 4,3% di gennaio. L’ultimo dato ha segnato anche la stampa più bassa dallo scorso settembre, in quanto il costo dei trasporti è aumentato meno in 5 mesi (1,7% rispetto al 2,1% di gennaio); mentre i prezzi dei carburanti, della luce e dell’acqua sono scesi per la prima volta da maggio 2021 (-0,3% rispetto al 14,9%), soprattutto l’elettricità (-5,5% rispetto al 20,2%) e il gas (12,5% rispetto al 24,3%). Al contrario, l’inflazione è rimasta invariata per l’abitazione (1,3%), mentre ha accelerato per l’abbigliamento (3,6% vs 3,1%), i mobili e gli utensili per la casa (8,7% vs 7,7%), le cure mediche (0,9% vs 0,5%), l’istruzione (0,9% vs 0,7%) e le spese varie (1,3% vs 1,1%). Inoltre, il costo dei generi alimentari ha registrato l’aumento maggiore dal settembre 1980 (7,5% contro il 7,3% di gennaio). I prezzi al consumo core sono aumentati del 3,1% a/a, il minimo degli ultimi 5 mesi, rispettando le previsioni ma superando l’obiettivo del 2% della Banca del Giappone per l’11° mese consecutivo. Su base mensile, i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,6% a febbraio, il primo calo da ottobre 2021.
Ecco un grafico a breve termine
Il 3,3% è un’inflazione quasi accettabile ed è stata raggiunta senza far impazzire i tassi di interesse e senza far saltare il sistema bancario. Chissà come ci sono riusciti, soprattutto senza gridare da mattino a sera all’emergenza inflazione come fanno i tedeschi e senza invocare interessi al millanta per cento. Forse magari perché loro agiscono non ideologicamente, ma su base empirica, e francamente sono molto invidioso…
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