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Euro crisis

Il segreto di Berlino: la Germania è un paradiso fiscale, più di Dubai e Panama. Perchè nessuno lo dice?

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È impressionante leggere il financial secrecy index, un riferimento in tema di paradisi fiscali mondiali: secondo tale fonte la Germania è da considerarsi un paradiso fiscale, a tutti gli effetti (base dati del 2015 pubblicati nel 2016, seguirà aggiornamento durante il 2017). Più paradiso fiscale di Dubai ed addirittura di Panama dei Panama Papers, appena dietro al Libano. Di seguito la spiegazione dei fatti sulla base di una semplice lettura del documento ufficiale sulla fiscalità tedesca pubblicata dall’International Tax Justice Network (TJN), in calce i riferimenti, il documento sulla Germania potete anche vederlo qui. Vi basti sapere che la tassazione delle multinazionali veramente tedesche basate in Germania è solo formalmente del 33%, diciamo che con i trucchetti che non si possono pubblicizzare più realisticamente può essere attorno al 10%. Per Vostra informazione la fonte delle informazioni e dell’analisi (TJN) è la stessa che ha scoperchiato l’affaire dei Panama Papers, ossia è altamente reputata. Vedasi citazione dal report di TJN.

DOCUMENTO DA LEGGERE TUTTO E CON ESTREMA ATTENZIONE!

Andate poi a vedere perché la stessa Deutsche Boerse abbia spostato la sede da Francoforte ad una insignificante cittadina, Eschborn, andate a verificare se la tassazione post spostamento è veramente il 33% sbandierato dai politici tedeschi o molto ma molto meno… (con il federalismo regionale le tasse variano a dismisura e per la Borsa tedesca non sono quelle usate nelle statistiche EU). Documento da leggere tutto e con estrema attenzione.

E che dire delle leggi antiriciclaggio tedesche che sono decisamente ed appositamente depotenziate per evitare di essere da intralcio al business, al contrario di quanto Berlino impone ai partners EU. O l’assenza di una polizia fiscale, ad es. come le guardia di finanza (in Italia controllare anche lo scontrino da 1 euro). O che i cittadini tedeschi sorpresi con attivi non dichiarati all’estero non vengono processati (lo spiega il documento analizzato), mentre invece Berlino è attentissima addirittura a ricettare i dati fiscali degli altri cittadini EU soprattutto dei paesi in crisi per far loro pagare le tasse al fine di mantenere l’euro il più a lungo possibile (l’euro è ad esclusivo vantaggio tedesco). Queste – ripeto – sono le valutazioni degli esperti dell‘International Tax Justice Network, non quelle dello scrivente (da leggere il documento originale). Citazione dal report ufficiale di TJN:

Ricordiamo ad esempio che NON esiste limite ai contanti in Germania – comprensibile per un paese le cui multinazionali sono ai vertici mondiali per le tangenti pagate, dal Messico, all’Italia, persino in Grecia, mi riferisco alla Siemens, vedasi tabella allegata -, limite invece sollecitato da Berlino in tutta Europa soprattutto per i paesi in crisi per combattere l’evasione, così almeno si dice. Ma dimenticando che – appunto – fino alle aperture fiscali di Berna del 2013 i patrimoni svizzeri non dichiarati erano in maggioranza … Tedeschi! [fonte: Gabriel Zucman, LSE, 2013, vedasi qui]

O che dietro la ricettazione dei dati fiscali svizzeri, panamensi ed del Liechtenstein (HSBC/lista Falciani inclusa) ci sia sempre la Germania – quando Schauble era a capo dei servizi segreti tedeschi, dati poi usati per ricattare altri paesi partner EU -, spiate finanziarie che sono ormai prassi tedesca se si ricorda come già nel 1931 gli agenti segreti germanici furono inviati nella confederazione per rintracciare evasori quella volta solo tedeschi (oggi lo scopo è più sottile, trovare dati di evasori non tedeschi ma stranieri che il fine sia di creare gettito nei paesi in crisi causa austerità euroimposta al fine di permettere di imporre tasse extra con il fine di mantenere vivo l’euro più a lungo possibile a vantaggio tedesco, che di ricattare i politici di paesi EU che non si vogliono allineare, il caso greco/lista Lagarde prima secreteta e poi suppostamente epurata dei governanti che poi suppostamente dovettero imporre nefasta e mortale austerità ai propri cittadini ellenici insegna, vedasi inchiesta di HOTDOC il cui direttore venne arrestato per aver divulgato tali dati e l’intera storia alla gente). Lo scopo è sempre lo stesso, mantenere vivo l’euro, strumento neocoloniale che ha dato tanti vantaggi a Berlino quanto una guerra vinta.

In breve, l’autorevole documento che vi propongo – riferimenti in calce – vi spiega come la Germania da una parte combatte i paradisi fiscali (altrui) ma dall’altra punta a sostituirsi ad essi offrendo servizi finanziari non trasparenti, di fatto Berlino è a tutti gli effetti un paradiso fiscale specializzato nell’ottimizzazione delle tasse per le aziende con il fine di occultarne la proprietà. Oltre ad evitare intralci ai fondi spesi in Germania ovvero non imponendo limiti troppo stringenti ai contanti o eccessivi controlli antiriclaggio. Con tali presupposti secondo voi nel lungo termine un’azienda manterrà ad esempio la residenza fiscale in un paese fiscal-repressore come ad es. l’Italia o emigra in paesi più flessibili? Capito il trucco….. (FCA, Ferrari, Exor, Lottomatica). Infatti viene precisamente indicato nel documento come l’evasione fiscale in Germania non sia un reato presupposto per il riciclaggio, soprattutto se l’evasione è fatta all’estero permettendo di versare i proventi nel circuito bancario (ora capite la reticenza a fare l’unione fiscale da parte dei tedeschi): ad esempio, in Italia lo stesso comportamento vi porta direttamente in galera. Citazioni dal report ufficiale di TJN:

Domandiamoci, è sostenibile questo atteggiamento da parte tedesca? Anzi, è compatibile che il paese che si ritiene il riferimento dell’EU si comporti in modo da mettere prima i propri interessi a danno di quelli di paesi partner europei magari in grave crisi (le aziende che scappano dalle tasse di norma finiscono in paesi EU del blocco tedesco, Juncker e gli accordi bilaterali con aziende dell’Unione insegnano)? Secondo chi scrive non è casuale ma semplicemente il frutto di un piano ben congegnato.

La verità è che Berlino ha deciso di combattere la finanza offshore che, ricordiamo, è di estrazione britannica avendo capito che tale base era uno dei pilastri del potere e della ricchezza globale britannica. In un certo modo oggi Berlino sta sostituendosi al potere britannico in EU. Il vero problema è che, così facendo, mentre la Germania diventa di fatto una sorta di paradiso fiscale per le aziende i paesi EU periferici non posso esimersi dal combattere le stesse elusione che Berlino permette a sè stessa.

Continuare a restare in questa EUropa significa solo fare gli interessi tedeschi a danno dei propri, ecco perchè alcuni Paesi tra cui principalmente l’Italia dovrebbero – se non vogliono suicidarsi economicamente e socialmente – seguire le orme del Brexit.

MD

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Note:

http://www.financialsecrecyindex.com/PDF/Germany.pdf


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