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Economia

Scontro Totale: Merz Vola da Trump, ma la Germania Prepara la “Bomba Fiscale” Anti-USA!

Giovedì Merz incontra Trump, ma la Germania, con il ministro Weimer, lancia una tassa digitale sulle big tech USA. Una provocazione shock che infiamma le relazioni transatlantiche e minaccia il dialogo. Quali saranno le drammatiche conseguenze?

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Un incontro ad alta tensione si profila all’orizzonte: questo giovedì, il cancelliere tedesco Friedrich Merz incontrerà Donald Trump alla Casa Bianca.

L’atmosfera è già surriscaldata da una mossa audace, quasi una provocazione, orchestrata dal governo tedesco: una nuova tassa sulle grandi aziende tecnologiche americane, ideata dal Ministro di Stato per la Cultura e i Media, Wolfram Weimer.

Il ministero guidato da Weimer, tradizionalmente un incarico più simbolico frutto di accordi di coalizione, si trasforma ora in un’arma di politica estera.

Weimer ha presentato la sua “Contributo di Solidarietà per le Piattaforme” come un atto di giustizia sociale, mirando a “responsabilizzare” i colossi del web, smantellare le loro “strutture quasi monopolistiche”, ridurre la dipendenza tedesca dall’infrastruttura USA e promuovere la “diversità dei media”, dove il concetto di diversità è legato alle piattafome approvate dallo stato tedesco. Tuttavia, quando la politica inizia a predicare la solidarietà, spesso il conto salato arriva per contribuenti e consumatori.

Una Provocazione Calcolata nel Momento Peggiore

Questa tassa appare come una deliberata provocazione nei confronti di Washington. Proprio mentre Donald Trump ha sospeso fino al 9 luglio la minaccia di dazi del 50% sulle importazioni UE, nella speranza di una soluzione negoziata, l’Europa, tramite la Germania, risponde con quello che molti analisti considerano un vero e proprio “pugno in faccia”.

Iniziative come questa tassa digitale non avvicinano Bruxelles a un accordo. Al contrario, avvelenano il clima e spingono le relazioni transatlantiche verso un’ulteriore escalation. Che la Germania se ne renda conto o meno, questa mossa conferma i sospetti di molti negli Stati Uniti: gli europei non sarebbero realmente interessati al libero scambio, ma sarebbero protezionisti nel cuore. Non è “l’Arte dell’Accordo”, ma “l’Arte di Chiudere la Porta”.

Loghi di società colpite dalla misura tedesca

Il Fallimento Tecnologico Europeo e le Conseguenze della Tassa

Alla base di questa tensione c’è una verità scomoda: l’Europa non è riuscita a costruire un settore tecnologico competitivo proprio. Invece, il continente ha meticolosamente creato un vasto e discutibile quadro normativo, una “chimera burocratica” partorita a Bruxelles e ora alimentata da Berlino, seguendo l’esempio dell’Austria, la cui mossa analoga è stata ampiamente criticata.

La preoccupazione principale, come spesso accade con nuove imposte, è che le aziende trasferiscano semplicemente i costi aggiuntivi sui consumatori, attraverso servizi digitali, pubblicità o abbonamenti. Gruppi industriali come Bitkom avevano già avvertito in aprile che una tassa digitale potrebbe far lievitare i prezzi di software, servizi cloud e strumenti digitali, rallentando l’adozione del digitale e danneggiando sia i consumatori che le imprese.

Oltre all’onere finanziario per gli utenti, la proposta tassa digitale tedesca comporta seri rischi strutturali. Sebbene miri ai giganti tecnologici internazionali, le sue onde d’urto potrebbero indebolire l’economia digitale tedesca, per quanto piccolo . Startup e aziende IT di medie dimensioni, dipendenti da piattaforme globali, affronterebbero costi crescenti. L’innovazione verrebbe penalizzata, inviando un messaggio sbagliato agli investitori e bloccando la già lenta trasformazione digitale della Germania. Incombe inoltre il rischio di un’escalation delle tensioni commerciali: chi tassa i servizi digitali deve aspettarsi ritorsioni analogiche.

Politica Simbolica Invece di Strategia Reale

Alla fine, la tassa digitale si rivela un gesto simbolico, politicamente motivato ma economicamente discutibile. L’Europa si perde ancora una volta nella microgestione, in politiche passivo-aggressive e in una totale mancanza di pensiero creativo e orientato al futuro. Quando tutto il resto fallisce, il riflesso è sempre il “martello fiscale”. Ma questa tassa non colpirà i monopoli, bensì i loro utenti; non i colossi tecnologici, ma i piccoli attori dell’ecosistema digitale.

Mentre Merz si prepara all’incontro con Trump, questa mossa fiscale specificamente mirata alle aziende americane promette di mettere il Presidente USA di ottimo umore, si, per imporre altri dazi alla Germania. Sarà indubbiamente “divertente” osservare gli esiti di un dialogo preparato in modo così “costruttivo”, e soprattutto speriamo che questi dazi siano specifici solo per Berlino.


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