Politica
Germania, l’opposizione esclusa dalle elezioni: è questa la nuova via della Democrazia europea?
A Ludwigshafen, un candidato sindaco dell’opposizione (AfD) è stato escluso non dagli elettori, ma da una commissione. La motivazione? “Dubbi” sulla sua fedeltà alla Costituzione. Un caso che crea un precedente per eliminare gli avversari per via amministrativa.

In Germania, un caso locale sta assumendo i contorni di un precedente nazionale, sollevando interrogativi profondi sulla tenuta democratica del Paese e, per estensione, dell’Europa. A Ludwigshafen, il candidato del principale partito d’opposizione, Alternative für Deutschland (AfD), è stato escluso dalle elezioni per la carica di sindaco. La motivazione ufficiale risiede in presunti dubbi sulla sua fedeltà alla Costituzione, una via che, al di là delle affermazioni di principio, appare a molti come un metodo per tutelare la maggioranza di governo, neutralizzando l’avversario politico per via amministrativa anziché elettorale.
Questo episodio si inserisce in una tendenza europea sempre più marcata, dove la difesa del potere costituito sembra prevalere sui principi di un confronto democratico aperto.
Il precedente di Ludwigshafen
Le commissioni elettorali, organi finora poco noti al grande pubblico, stanno diventando un campo di battaglia politico. Per la seconda volta quest’anno, un candidato dell’AfD è stato escluso da una competizione elettorale comunale. Il caso di Joachim Paul a Ludwigshafen, tuttavia, ha avuto un’eco nazionale, trasformandosi in un potenziale spartiacque.
Secondo diversi giuristi, l’episodio potrebbe incoraggiare tentativi simili in futuro. Friedhelm Hufen, costituzionalista dell’Università di Magonza, avverte che “ora che è stato creato un precedente che ha attirato grande attenzione a livello nazionale”, è probabile che si assisterà a un aumento delle richieste di controlli più stringenti sui candidati. Tuttavia, Hufen sottolinea che l’esclusione deve rimanere sempre “l’ultima ratio” per evidenti “motivi democratici”.
Un confine sottile: la base giuridica dell’esclusione
La legge tedesca distingue nettamente il ruolo di un deputato da quello di un funzionario pubblico. Come spiega il giurista Joschka Selinger, “i deputati possono sostenere posizioni anticostituzionali. I funzionari elettorali no”. Un sindaco, in quanto capo dell’amministrazione comunale, rientra in questa seconda categoria e deve garantire in ogni momento fedeltà all’ordine democratico e liberale.
Per escludere un candidato, non è necessaria la “prova di un’attività anticostituzionale”. Secondo una sentenza del 2011, sono sufficienti “dubbi fondati” che il candidato non si atterrà alla Costituzione una volta in carica. Si tratta quindi di una previsione, un giudizio basato su indizi che, nel caso di Paul, sono stati forniti dall’Ufficio per la protezione della Costituzione (i servizi segreti interni), che ha evidenziato i suoi legami con ambienti dell’estrema destra. Però i “Dubbi” non sono, di per se, una prova, e il sospetto non crea un reato: con questo criterio si può escludere dalle elezioni qualsiasi personaggio scomodo.
La commissione elettorale: un voto politico o giuridico?
La decisione a Ludwigshafen è stata presa con sei voti contro uno. La commissione era composta da rappresentanti dei partiti presenti in consiglio comunale, ma l’AfD non aveva un suo membro per un vizio di forma. A votare contro Paul sono stati la sindaca uscente (ex SPD) e i delegati di CDU, SPD e Liberi Elettori. A suo favore ha votato solo il rappresentante della FDP. La decisione è evidentemente politica.
È interessante notare il dilemma espresso da alcuni membri. Torbjörn Kartes, consigliere della CDU, ha dichiarato: “Politicamente, preferirei che affrontassimo il confronto con l’AfD”. Tuttavia, ha aggiunto che la situazione giuridica era chiara: “Già al minimo dubbio che un candidato sia fedele all’ordine liberale e democratico, la commissione elettorale non può ammetterlo”. Una posizione che rivela la tensione tra la volontà politica di sconfiggere l’avversario nelle urne e l’applicazione di una norma che permette di escluderlo a priori.
Un precedente pericoloso per la democrazia europea?
Il caso di Ludwigshafen è emblematico di una deriva potenzialmente autoritaria. Utilizzare organi amministrativi per eliminare l’opposizione, anche se con una copertura legale, erode le fondamenta della democrazia. Il rischio è che la “fedeltà alla Costituzione” diventi uno strumento flessibile per colpire avversari politici sgraditi.
Gli stessi giuristi che analizzano il caso ammoniscono: i criteri usati per l’AfD devono valere per tutti. Selinger avverte che bisogna garantire la parità di trattamento e che le autorità elettorali dovrebbero esaminare con lo stesso rigore “anche gli altri candidati”.
La vicenda tedesca non è isolata, ma riflette un clima europeo in cui le élite al potere mostrano una crescente insofferenza verso le forze di opposizione, spesso etichettate come “anti-sistema”. La strada intrapresa a Ludwigshafen, dove si impedisce ai cittadini di votare per un candidato dell’opposizione, assomiglia più a una difesa del regime che a una tutela della democrazia. La parola finale spetterà ai tribunali, ma il segnale politico è già stato inviato, ed è un segnale preoccupante.
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