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Germania: il riarmo storico da 52 miliardi e il paradosso di un’economia in fuga
Via libera all’acquisto di missili Arrow 3 e veicoli Puma. Ma gli economisti avvertono: “Tasse e spesa sociale divoreranno tutto entro il 2029, aziende pronte alla fuga”.

Friedrich Merz vuole la Bundeswehr più forte d’Europa, ma il conto lo paga un settore privato soffocato dalle tasse. Analisi di una “rivoluzione” tra carri armati e conti in rosso.
C’è un’aria nuova a Berlino, o forse è solo l’odore della polvere da sparo che si mischia a quello dei bilanci in fiamme. La Germania ha deciso di smettere di giocare al pacifismo di facciata e si appresta a varare il più grande pacchetto di acquisti militari della sua storia recente. Una mossa che segna definitivamente la fine dell’era della fiscal restraint (almeno sulla carta) per abbracciare una Realpolitik fatta di acciaio, satelliti e missili.
Il Comitato per il Bilancio del Bundestag si prepara a una sessione a porte chiuse che passerà agli annali: in una sola notte verranno approvati 29 contratti di appalto militare per un valore complessivo di 52 miliardi di euro (circa 61 miliardi di dollari). L’obiettivo dichiarato dal Cancelliere Friedrich Merz è ambizioso e non lascia spazio a interpretazioni: trasformare la Bundeswehr nella più potente forza armata convenzionale d’Europa. La notizia è riportata da Bloomberg.
La Lista della Spesa: Dai Calzini ai Satelliti
Non si tratta di un semplice aggiornamento, ma di una rifondazione. Dopo decenni di abbandono, in cui i soldati tedeschi mancavano persino dell’equipaggiamento di base, Berlino apre i cordoni della borsa.
Ecco come verranno ripartiti i fondi principali, secondo le indiscrezioni trapelate dagli ambienti della pianificazione:
| Tipologia di Spesa | Importo (Stima) | Dettagli e Obiettivi |
| Equipaggiamento Base | € 22 Miliardi | Abbigliamento, gear tattico e logistica fondamentale per il singolo soldato. |
| Veicoli Puma | € 4,2 Miliardi | Veicoli da combattimento della fanteria (IFV), essenziali per la mobilità truppe. |
| Difesa Aerea Arrow 3 | € 3 Miliardi | Sistema israeliano di intercettazione missilistica ipersonica ed esa-atmosferica. |
| Satelliti Spia | € 1,6 Miliardi | Sorveglianza e intelligence satellitare per l’autonomia strategica. |
È interessante notare la mole spropositata, ben 22 miliardi di euro, destinata all’equipaggiamento di base. Questo dato, più di ogni altro, svela lo stato comatoso in cui versava l’esercito tedesco: prima di pensare ai laser spaziali, bisogna vestire i soldati.
La Dottrina Merz: “Si vis pacem, para bellum”
L’approccio del successore conservatore di Olaf Scholz è pragmatico e taglia i ponti con l’esitazione socialdemocratica del passato. Durante un incontro pubblico trasmesso dalla ARD, Merz ha ribadito il suo mantra, strappando applausi a scena aperta:
“È molto semplice, ripeto la stessa frase più e più volte: Vogliamo essere in grado di difenderci, in modo da non doverci mai difendere. Il mondo intorno a noi è cambiato completamente.”
La logica è quella della deterrenza pura. La Germania vuole ridisegnare l’architettura di sicurezza europea ponendosi come pilastro centrale, e non più come il partner ricco, ma militarmente irrilevante, che delega la sicurezza agli Stati Uniti.
Bisogna notare che Berlino manca sempre del pezzo da novanta della deterrenza bellica: l’arma nucleare unita a un vettore strategico.Il suo deterrente quindi è monco, insufficiente, manche se ricostruisse 10 divisioni corazzate.
Il Risveglio economico: chi paga il conto?
Mentre al Ministero della Difesa si stappa lo champagne, al Consiglio degli Esperti Economici (i cosiddetti “Cinque Saggi”) l’atmosfera è decisamente meno festosa. C’è un problema strutturale che rischia di trasformare questo gigante militare in un colosso dai piedi d’argilla: l’economia reale tedesca sta scricchiolando.
La nota economista Veronika Grimm ha lanciato un allarme che suona come una doccia fredda sugli entusiasmi governativi. Secondo Grimm, la politica fiscale attuale è “socialmente ingiusta” e sta portando il Paese sull’orlo del disastro.
Il quadro tracciato è preoccupante:
- Saturazione del Bilancio: Entro il 2029, la somma di spesa sociale, pagamento degli interessi sul debito e spese per la difesa assorbirà il 100% delle entrate governative previste. Non rimarrà un solo euro per investimenti infrastrutturali, educazione o innovazione.
- Fuga delle Imprese: Le aziende tedesche, che sanno fare i conti meglio dei politici, hanno già “fiutato” l’arrivo di massicci aumenti delle tasse per coprire questi buchi. Risultato? Stanno pianificando la delocalizzazione.
- Brain Drain: Se le tasse aumentano per coprire il welfare e i carri armati, i giovani talenti e i lavoratori qualificati – che sono mobili per definizione – lasceranno la Germania verso lidi fiscalmente più accoglienti. A restare saranno i redditi medi e bassi, meno mobili, che si troveranno schiacciati da un carico fiscale insostenibile.
Conclusioni: Cannoni e Burro (Rancido)
La Germania si trova di fronte al classico dilemma “cannoni o burro”. Merz ha scelto i cannoni, necessari vista l’aggressione russa in Ucraina e l’instabilità ai confini orientali, che nella sua visione mettono a rischio la Germania. Tuttavia, il modello economico tedesco, basato su export e industria manifatturiera, sta subendo colpi durissimi a causa della concorrenza cinese e della stagnazione dell’innovazione.
Se il governo federale pensa di finanziare la più grande armata d’Europa semplicemente tassando “la gente comune” e le imprese, come avverte la Grimm, il rischio è di avere un esercito scintillante a difesa di un deserto industriale. Tra l’altro la ricchezza tedesca defluirà verso lidi dove queste armi vengono prodotte, essenzialmente gli USA.
Una Germania militarmente forte ma economicamente debole non è la locomotiva che serve all’Europa, ma un vagone pesante che rischia di deragliare.
Domande e Risposte
Perché la Germania sta spendendo così tanto proprio ora?
La decisione nasce dalla necessità di colmare decenni di sotto-finanziamento della Bundeswehr, resi evidenti dall’invasione russa dell’Ucraina. La Germania deve adeguarsi agli standard NATO (il 2% del PIL) e assumere un ruolo di leadership nella difesa europea. Il pacchetto da 52 miliardi serve a modernizzare tutto, dai veicoli Puma ai sistemi antimissile Arrow 3, garantendo una capacità di deterrenza credibile che finora mancava.
L’economia tedesca può sostenere questo sforzo militare?
È il punto critico. Secondo economisti come Veronika Grimm, il bilancio federale è sotto stress estremo. Entro il 2029, le sole spese per welfare, interessi sul debito e difesa potrebbero consumare tutte le entrate statali. Senza una crescita economica robusta o tagli alla spesa sociale, il governo sarà costretto ad aumentare le tasse, rischiando di accelerare la deindustrializzazione e la fuga di capitali e cervelli all’estero.
Qual è la strategia di Friedrich Merz per la difesa?
Merz punta alla “pace attraverso la forza”. L’obiettivo non è fare la guerra, ma costruire un esercito convenzionale così potente da scoraggiare chiunque (leggasi: Russia) dall’attaccare. Vuole rendere la Germania indipendente nella sua sicurezza, integrando tecnologie avanzate come i satelliti spia e lo scudo missilistico Arrow 3, trasformando Berlino nel garante della sicurezza del continente europeo per le generazioni future.








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