Economia
Germania e Francia per il rinvio alle sanzioni sulle auto a combustione interna. Bruciati 35 mila posti di lavoro
Francia e Germania vogliono rinviare le sanzioni per le case automobilistiche che non riescono a rispettare i nuovi, strettissimi vincoli sulle emissioni di CO2: Però la cduta del governo tedesco rende tutto più complesso. Intanto 35000 lavoratori hanno eprso il posoto di lavoro, più che con il COVID
Il Ministero dell’Economia tedesco ha recentemente espresso la volontà di riesaminare le sanzioni europee previste per il 2025 che penalizzerebbero le case automobilistiche che non rispettano i limiti di emissione di anidride carbonica (CO2). Questa iniziativa segue le discussioni con la Francia, dove anche il Ministro dell’Industria Marc Ferracci è favorevole a una sospensione temporanea di queste sanzioni per affrontare le sfide del settore automobilistico europeo.
Le multe imposte dallo standard europeo CAFE (Corporate Average Fuel Economy) hanno lo scopo di incoraggiare le case automobilistiche a ridurre gradualmente le emissioni dei loro veicoli. Una nuova soglia entrerà in vigore nel gennaio 2025, imponendo ulteriori vincoli ai produttori. Tuttavia, con la concorrenza dei produttori cinesi, l’aumento dei costi energetici e il calo della domanda globale, questa scadenza è percepita come un ulteriore onere per l’industria automobilistica tedesca.
Ferracci ha sottolineato che il rinvio delle sanzioni al 2026 potrebbe dare sollievo alle aziende che negli ultimi anni hanno investito molto nell’elettrificazione delle linee di produzione. Questa misura, ha sostenuto, rafforzerebbe la competitività degli operatori europei nei confronti dei produttori cinesi, i cui veicoli elettrici stanno attualmente invadendo il mercato europeo.
Tra l’altro il 2026 è una soglia che permetterebbe al Parlamento di intervenire con dei correttivi definitivi.
Divisioni all’interno del governo tedesco
In Germania, la questione dell’allentamento delle sanzioni ambientali divide il governo. Bernhard Kluttig, Segretario di Stato tedesco per l’Economia, ha chiarito che non è stata ancora presa una decisione definitiva. Mentre alcuni membri del governo, in particolare del Partito Socialdemocratico (SPD) e dei Verdi, sono aperti a un approccio più flessibile.
I liberali di Lindner non vorrebbero solo eliminare le multe, ma anche riconsiderare il divieto di vendere nuove auto termiche nell’Unione Europea entro il 2035, ma ora sono fuori dal governo.
L’impatto economico della transizione all’elettrificazione è una delle principali preoccupazioni della Germania, dove quasi 140.000 posti di lavoro nel settore automobilistico potrebbero scomparire entro il 2035, secondo uno studio della Federazione tedesca dei produttori di automobili (VDA).
Questa preoccupazione è condivisa dagli operatori del settore a livello europeo: I produttori europei di apparecchiature per autoveicoli hanno annunciato l’eliminazione di 32.000 posti di lavoro nella prima metà del 2024, un numero di licenziamenti superiore a quello registrato durante la pandemia Covid-19.
Verso una decisione europea nella prima metà del 2025
In risposta alle richieste di Berlino e Parigi, la decisione finale dovrebbe arrivare dalla Commissione europea, i cui nuovi commissari entreranno in carica a dicembre. L’obiettivo è quello di conciliare il perseguimento della decarbonizzazione dell’industria automobilistica con il mantenimento della competitività delle aziende europee, ma si trtta di obiettivi non compatibili fra di loro.
Ferracci ha inoltre annunciato la preparazione di un “pacchetto legislativo” nella prima metà del 2025 per sostenere sia la domanda che i produttori di veicoli in Europa. Francia e Germania uniscono così le forze per rafforzare la capacità dell’industria automobilistica europea di affrontare le sfide ambientali ed economiche, promuovendo una soluzione di sostegno temporaneo per le aziende impegnate nella transizione energetica. Però la crisi del governo tedesco rischia di far saltare l’accordo, affossando il tentativo di far riprendere il mercato dell’auto europeo.
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