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Germania al Bivio: Crisi di Governo e voto cruciale per la Corte Costituzionale

Tensione a Berlino: la Grosse Koalition affronta un voto decisivo per la Corte Costituzionale, tra candidati controversi e il futuro politico di Germania ed Europa.

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Questo venerdì, l’aria a Berlino è carica di tensione e si rischia ll’ennesima crisi per la Grosse Koalitione. Non si tratta di una semplice votazione parlamentare, ma di una vera e propria resa dei conti politica che deciderà il futuro della Germania e, per estensione, dell’intera Unione Europea, che ne è una sorta di appendice

Al Bundestag, la coalizione tra Unione (CDU/CSU) e SPD si trova ad affrontare la sua seconda, drammatica prova del fuoco con l’elezione di tre giudici per l’importantissima Corte Costituzionale Federale di Karlsruhe. L’elezione è resa ancora più difficile dal fatto che i candidati devono ottenere una maggioranza dei 2/3, il che significa chiedere il voto all’estrema sinistra e ai Verdi.

Le decisioni di questa Corte hanno plasmato e continueranno a plasmare la politica dell’UE su temi incandescenti, dall’aborto al velo islamico. La posta in gioco è altissima, e il dramma si annuncia senza precedenti.

Un equilibrio precario e voti in bilico

La Germania osserva con il fiato sospeso: l’elezione dei giudici costituzionali richiede una maggioranza dei due terzi, un quorum che, al momento, sembra un miraggio. Non solo l’Unione e l’SPD non trovano un accordo unanime sui candidati, ma è incerto persino se la Sinistra darà il suo indispensabile appoggio. Questa situazione di stallo ricorda pericolosamente il recente, fallimentare primo scrutinio per l’elezione del Cancelliere Friedrich Merz (CDU), un episodio che ha lasciato cicatrici profonde nella già fragile coalizione.

I riflettori sono puntati su tre nomi: Gunter Spinner, giudice federale del lavoro e proposto dalla Corte Costituzionale stessa, sostenuto da CDU e CSU e che è il candidato più semplice; e le professoresse Frauke Brosius-Gersdorf e Ann-Katrin Kaufhold, nominate dall’SPD. Ma è soprattutto la candidatura di Frauke Brosius-Gersdorf a scatenare un vero e proprio terremoto politico e ideologico.

Aborto, velo Islamico e la tempesta su Brosius-Gersdorf

La professoressa Brosius-Gersdorf è una figura che polarizza e le sue posizioni hanno sollevato un’ondata di polemiche feroci. Il dibattito sulla sua nomina ha dominato la riunione del gruppo parlamentare della CDU/CSU, focalizzandosi in particolare sulle sue dichiarazioni relative al paragrafo 218 della legge sull’aborto. La professoressa di Potsdam ha affermato, con una tesi che ha scosso le coscienze, che “la vita non ancora nata non ha dignità umana“, negando quindi la protezione della vita prima della nascita. Queste parole si scontrano apertamente con le precedenti sentenze della stessa Corte Costituzionale Federale, che hanno invece garantito alla vita non ancora nata la tutela dei diritti fondamentali. Il suo rifiuto di considerare vincolanti tali sentenze aggiunge benzina sul fuoco, prospettando uno scontro senza precedenti sull’interpretazione della Costituzione tedesca.

Ma le controversie non si fermano qui. Brosius-Gersdorf ha criticato anche la sentenza di Karlsruhe che vieta alle tirocinanti in giurisprudenza di indossare il velo, definendola una violazione della neutralità costituzionale e una restrizione della libertà di religione. La sua argomentazione, che considera il velo una “decisione autonoma” e la sentenza un “divieto di esercitare la professione”, apre scenari inquietanti per il futuro della laicità e dell’integrazione in Germania, ma questo succede quando si accettano candidati di estrema sinistra a cariche giuridiche.

La sede della Corte Costituzionale a Karlsruhe

Il Dramma Politico e i Dubbi sulla Coalizione

Le posizioni radicali di Brosius-Gersdorf, che includono anche il sostegno alle quote di genere nei parlamenti e all‘obbligo vaccinale durante la pandemia, oltre alla sua recente presa di posizione a favore di un procedimento per vietare l’AfD, la rendono una figura scomoda per molti, soprattutto all’interno dell’Unione.

Il fatto che un potenziale giudice costituzionale metta in discussione apertamente le sentenze della Corte è, per alcuni, un motivo sufficiente per negarle il consenso. Tuttavia, come sottolineato dall’ex giudice costituzionale Gertrude Lübbe-Wolff, la non piena concordanza con la giurisprudenza pregressa non è di per sé un problema. Il vero nodo è la compatibilità delle posizioni con le convinzioni di chi deve eleggerli, che riflette la legittimazione democratica della Corte.

All’interno dell’Unione, crescono i dubbi sull’affidabilità dell’SPD, percepito come “molto inquieto” a causa dei deludenti sondaggi (appena il 13%) e della leadership di Lars Klingbeil. L’SPD, anziché avvicinarsi alla linea della coalizione “borghese”, sembrerebbe cercare la polarizzazione, e la nomina di Brosius-Gersdorf ne sarebbe la prova. Perché non offrire un candidato meno di rottura?

Il Colpo di Scena e la Corsa Contro il Tempo

Un colpo di scena dell’ultima ora ha aggiunto ulteriore drammaticità: lunedì, la commissione elettorale ha annunciato che Frauke Brosius-Gersdorf non potrà diventare vicepresidente della Corte Costituzionale Federale. Questa carica sarà invece ricoperta da Ann-Katrin Kaufhold. Una chiara mossa di compromesso, dettata dalle “pesanti critiche” mosse dall’Unione. Eppure, anche con questa parziale ritirata, la sua candidatura a giudice rimane un campo di battaglia.

Con otto voti a favore su dodici in commissione, Brosius-Gersdorf ha superato lo scoglio iniziale, ma la vera prova sarà venerdì nella plenaria del Bundestag. Mentre i Verdi hanno già annunciato il loro sostegno a tutti i candidati, la Sinistra rimane un’incognita, pronta a negare il suo appoggio al candidato dell’Unione, Spinner, se non verranno avviati colloqui. L’Unione, dal canto suo, rifiuta ogni trattativa, sostenendo che Spinner è stato proposto dalla stessa Corte.

La situazione è appesa a un filo. Se l’elezione di Brosius-Gersdorf dovesse fallire, l’SPD sarebbe costretto a proporre un nuovo candidato, o il diritto di voto passerebbe al Bundesrat, un’ipotesi che il Cancelliere Merz stesso ha esplicitamente deprecato. In questo drammatico scontro di volontà, come si afferma tra le fila dell’Unione, “qualunque sia l’esito delle elezioni, ci saranno dei feriti”. La Germania e l’Europa attendono con il fiato sospeso il verdetto di un venerdì che promette di essere indimenticabile.


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