Attualità
La guerra della Germania in Siria barattata con i profughi siriani? Se questo fosse l’escamotage tedesco per evitare il coinvolgimento miliare prossimo venturo a supporto degli USA…
Il mondo si sta chiedendo il perchè dell’U-turn tedesco all’accoglienza dei migranti. E soprattutto perchè Berlino voglia accogliere solo i siriani.
Forse la verità è più semplice di quello che si pensi e verrà eventualmente verificata nelle prossime settimane: gli USA stanno arrivando al dunque di un intervento militare in Siria per distruggere l’ISIS. Tale supporto, avallato dai competenti organi americani, ha visto la corsa a fare lo stesso da parte di Russia e più recentemente anche della Francia. Israele ci ha già probabilmente messo lo zampino, soprattutto nella parte meridionale di quello che fu il feudo di Assad; l’Arabia sembra invece già coinvolta non solo a livello aereo ma anche terrestre (…). L’Italia, beh, lasciamo perdere…
L’accettazione dei siriani in EU – che analizzeremo di seguito correlandola con quanto sopra – si sposerebbe per altro benissimo con gli interessi materiali ed economici tedeschi finalizzati ad avere una base di popolazione locale consumante e lavorante (ma possibilmente non risparmiante?) in cui sia ben rappresentata in futuro la fascia dei “malpagati”, con il fine di farli lavorare a basso costo nelle industrie tedesche mantenendole competitive anche in presenza di una moneta non così conveniente come l’euro, ossia anche questo sembrerebbe uno modo per cercare di sopravvivere una volta crollato l’euro, eventualmente.
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Insomma, quello che abbiamo preconizzato settimane e mesi fa si sta avverando, oggi qualcuno vuole alzare il tiro con la Russia ed il terreno di scontro rischia di essere un terreno neutrale, ad esempio la Siria. In Ucraina sarebbe ormai troppo evidente la provocazione, oltre ad essere troppo vicina ai confini europei: Mosca ha già fatto capire di essere pronta ad utilizzare armi tattiche a difesa dell’ex satellite sovietico, un cuscinetto irrinunciabile a protezione della capitale e di quella che fu la via di Stalingrado per potersela lasciare soffiare.
Dunque, sembrerebbe che la Germania, onde evitare un intervento militare conclamato vicino a suoi confini, intervento per altro contrario alla sua supposta – e forzata – indole neo-pacifista (…), sembra aver barattato con gli USA il suo NON intervento militare, garantendolo però a livello EU con la Francia. Leggasi anche la partecipazione militare in pectore dell’asse franco tedesco, appunto di Parigi. Visto che però Berlino deve comunque fare qualcosa per il fine comune, ecco il baratto: non intervengo con le armi ma ne subisco le conseguenze accogliendo i migranti siriani, solo quelli.
Se questa fosse la mossa di Berlino, beh, da una parte ne avremmo la conferma a breve, ovvero lo scontro sarebbe imminente. In secondo luogo avremmo uno spostamento del baricentro del conflitto dell’Occidente Obamiano con Mosca verso il solito Medio Oriente, guarda caso distogliendo allo stesso tempo l’attenzione del mondo sulle economie che non funzionano e che stanno battendo in testa, della serie un crollo azionario non sarebbe più colpa dei nostri politici e delle loro scellerate decisioni né tantomeno di un capitalismo che semplicemente non funziona a valle dei cosiddetti Minsky moments ma della nemica Russia, con il corollario che il monetarismo su cui hanno studiato tre generazioni di persone ha di fatto esaurito il suo ruolo di totale pervasività nello spiegare e correggere tutti i problemi macroeconomici del mondo.
Chiaramente il driver dietro a tutto quello che sta accadendo, oltre a quanto sopra citato, è il progressivo crollo del dollaro: la sfida che il duo Cina+Russia – anche per innegabili colpe della presente amministrazione in politica estera – sta portando alla moneta di riserva degli ultimi 75 anni sembra davvero mortale, ossia si sta sfidando la magia attraverso cui gli USA han potuto scambiare carta verdastra per preziose merci permettendo a Washington di accumulare deficit di bilancio e commerciali incredibili nel corso degli ultimi 25 anni. Ossia, il benessere USA rischia di essere ridimensionato, assieme alla reputazione del presidente (e del partito che lo rappresenterà) nel momento in cui questo dovesse diventare conclamato. Appunto, il caos è grande e vuole una risposta grande, fino a giungere ad una guerra.
Il problema è che la Russia ha già detto che è pronta a tutto per difendere i propri interessi vitali, leggasi l’Ucraina. Ed è parimenti pronta a molto per difendere anche gli interessi non vitali ma rilevanti, tipo la Siria. Ossia, la guerra là da venire è destinata ad essere sanguinosa.
Stiamo tutti attendendo il momento in cui la Germania vaticinerà il suo allontanamento dalla sfera atlantica, certamente se fosse costretta ad una guerra che non vuole, a cui non crede e che le porterebbe solo danni oltre a negare grandi opportunità (leggasi, uno sconto con la Russia) sarà costretta dalle sue elites e da gran parte della popolazione non soggiogata dal metodo Goering [quella dottrina secondo cui paventando il rischio esterno di una invasione nei confronti della popolazione la portava a fare quello che il governo di turno voleva, ndr] a fare un clamoroso voltafaccia nei confronti degli interessi USA schierandosi con Mosca.
Vedremo come la prenderanno oltreoceano, ricordando sempre che l’Italia – sebbene sempre alleata degli USA – potrebbe essere funzionale con un governo repubblicano a Washington ad una futura riappacificazione tra i contendenti nucleari, magari a pegno di qualche rivalsa economica in grado di soddisfare una grossa parte dell’elettorato che conta – e che vota – oltreoceano. Ad esempio i petrolieri tanto bistrattati (da Obama), grazie all’oro nero di cui l’orso russo è ricchissimo… Non a caso ieri il repubblicano Donald Trump ha detto senza mezzi termini che ama l’Italia e considera Berlusconi una “brava persona” e “gli piace” * (…).
Vedremo
Fantomas per Mitt Dolcino
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