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Politica

Georgia: elezioni contestate, si preparano turbolenze e violenze di piazza

Il partito di governo euroscettico in Georgia, Sogno Georgiano, proclama la vittoria, ma questo proclama è contestado dai partiti d’opposizione che parlano di brogli. Una situazione confusa, che comunque mette in evidenza l’estrema debolezza della UE-

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Le recenti elezioni parlamentari in Georgia, tenutesi il 26 ottobre 2024, hanno suscitato notevoli tensioni e potenziali disordini. I risultati sono contestati e il fatto che ci vorranno almeno tre giorni per avere quelli definitivi apre la porta ad accuse reciproche fortissime, moti ddi piazza, violenze e perfino tentativi di colpo di stato.

Prima di tutto ricordiamo che la sfida era fra un blocco molto strano, “Sogno Georgiano” fatto da socialisti e conservatori, con posizione euro scettiche , e un insieme di partiti popolari-liberali, che invece sono europeisti e pro NATO. L’evoluzione politica in Georgia è proprio una conseguenza della guerra in ucraina e del fallimento delle politiche europee per la pace, con la relativa perdita di credibilità politica.

I risultati ufficiali stanno dando la vittoria al blocco di Sogno georgiano (grafica di europe elects)

I primi risultati mostrano che il partito al potere Sogno Georgiano è in testa con circa il 53% dei voti nel 70% dei seggi scrutinati. Tuttavia, i partiti di opposizione stanno contestando questi risultati, rivendicando la vittoria sulla base dei loro exit poll. Inoltre ci sono contestazioni radicali su almeno il 9% dei seggi, e non è assolutamente poco. I principali partiti di opposizione, Unity, SG e Perla Georgia hanno affermato che contesteranno il risultato.

Le elezioni sono cruciali per la direzione della politica estera della Georgia, con il partito di governo che si è trasformato, con il tempo, da europeista a euroscettico, e che afferma di aver vinto le elezioni, e le opposizioni che lo contestano e vorrebbero una politica filo occidentale, come succede in Armenia e Kazakistan.   Questo braccio di ferro geopolitico ha aumentato la posta in gioco delle elezioni e apre la porta a influenze esterne da un lato e dell’altro.

 

Sui social media e nei notiziari sono circolate notizie di varie irregolarità elettorali, tra cui intimidazioni degli elettori, imbrattamento delle schede e violenze contro osservatori e sostenitori dell’opposizione. Questi incidenti fanno pensare a un contesto elettorale difficile il fatto che ci vogliano tre giorni prima del proclama dei dati ufficali non facilita le cose.

Le affermazioni contrastanti sulla vittoria e le irregolarità segnalate potrebbero portare a proteste di piazza o, peggio, a disordini civili, poiché i gruppi di opposizione e i loro sostenitori potrebbero scendere in piazza se ritengono che i risultati delle elezioni non riflettano la volontà del popolo. La storia delle proteste su larga scala in Georgia di fronte alla percezione di un eccesso di potere governativo o di frodi elettorali aumenta questa preoccupazione. Le violenze politiche non sono nuove in quest’area del Caucaso.

Il governo georgiano ha già accusato gruppi di opposizione e organizzazioni finanziate dall’Occidente di tentare di destabilizzare il Paese, il che potrebbe influenzare il modo in cui eventuali disordini vengono gestiti o interpretati dalle autorità statali. Ovviamente la UE e gli USA ribaltano le accuse verso la Russia e visto quello che è successo in passato probabilmente non sapremo quello che è successo veramente con la regolarità delle elezioni.

Il timore è quello di vedere una nuova guerra fra Russia e Occidente combattuta “Per procura”. Per fortuna la Nulland non è a Tblisi e adesso le elezioni rendono certi interventi dei Dem USA un po’ più complicati. Comunque i a Bruxelles, dopo il mezzo flop del voto moldavo, e questo altro flop completo, dovrebbero iniziare a ricordarsi che i popoli vogliono benessere economico, non democrazia esportata , wokismo e ambientalismo estremista.

 


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