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gasolio e distruzione della domanda: in Italia calo del 40% dei consumi con un prezzo sopra i 2 euro. Che fa l’economia

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Il prezzo del gasolio sopra i due euro sta iniziando ad avere la sua presa sulla domanda, e il primo segnale viene proprio da chi è a contatto diretto con il consumo. Come dicono a Il Mattino di Padova i benzinai ASCOM: “Noi prendiamo appena 3 centesimi per litro ma i litri sono diventati tra il 30 ed il 40% in meno”. Del resto con un prezzo che, per quanto alleggerito dalle tasse eccessive, supera i due euro, non c’è da aspettarsi altro. Chi non è costretto a prendere l’auto per lavoro vi rinuncia.

Questo, ovviamente, presenta un promo grosso problema per le categorie, come i benzinai, che hanno una percentuale minima sul prezzo, ma si trovano a dover comunque anticipare somme enormi per comprare i carburanti, a fronte di aspettative di vendita ridotte. Però, anche se gli ambientalisti (e il Mattino di Padova ) festeggiano perché la gente va di più in bicicletta o monopattino, non si può ignorare che vi siano dei problemi di carattere economico derivanti. Una percentuale non indifferente non è gente che va in bici, ma persone che rinunciano a muoversi e a consumare. Questa è una decrescita economica, e sono proprio curioso di vedere i dati PIL del secondo trimestre che mi attendo negativi. Una distruzione della domanda di queste dimensioni si è vista solo durante il covid, ma era previsto fosse solo per un periodo limitato, mentre quella causata dall’aumento dei prezzi rischia di essere permanente.

Inoltre c’è un altro problema: anche se domani i prezzi del petrolio crollassero, e nell’ultima settimana si sono sensibilmente ridotti, comunque questo non significa che vedremmo presto un calo nel prezzo dei carburanti, soprattutto diesel: come sottolinea  Business Standard, in generale, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, esiste una capacità sufficiente per raffinare circa 100 milioni di barili di petrolio al giorno, ma circa il 20% di questa capacità non è utilizzabile. Gran parte di questa capacità inutilizzabile si trova in America Latina e in altri luoghi dove mancano gli investimenti. Rimane una capacità prevista di circa 82-83 milioni di bpd. L’industria della raffinazione stima che il mondo abbia perso un totale di 3,3 milioni di barili di capacità di raffinazione giornaliera dall’inizio del 2020. Circa un terzo di queste perdite si è verificato negli Stati Uniti, il resto in Russia, Cina ed Europa. Quindi le sanzioni alla Russia hanno ulteriormente ridotto la capacità di raffinazione disponibile. Per questi motivi sta crescendo lo spread fra prezzo carburanti e del greggio, legato ai colli di bottiglia. Un problema di non facile soluzione

 


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