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Gas Naturale: se i tedeschi ci parlano di solidarietà è per fregarci il metano…

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L’Unione Europea già da anni parla di “Solidarietà” nella gestione delle riserve e risorse di Gas Naturale. Praticamente dovrebbero essere definiti una serie di servizi di base che dovrebbero essere garantiti e assicurati anche da forniture provenienti da paesi terzi. Come nota lo Spiegel questa volta la Germania vuole essere l’avanguardia di questa riscoperta solidarietà europea.  Addirittura sono stati già conclusi accordi con alcuni paesi confinanti, come la la Repubblica Ceca, per la condivisione delle riserve. I meccanismi di condivisone dovrebbero prevedere già il calcolo dei costi per ripagare i flussi che partirebbero dai paesi fornitori verso quelli che ne necessitano. Inoltre la Commissione dovrebbe definire quali impianti industriali a livello europeo sono necessari e non da chiudere. Far decidere alla commissione è equivalente a far decidere direttamente a Berlino

Come, un paese che ha messo alla fame i pensionati greci diventa, tutto d’un tratto, solidale, anzi si vuole proporre come avanguardia della solidarietà? Perché sicuramente la Germania non riuscirà a riempire le proprie riserve in modo sufficiente. Come abbiamo sottolineato, da quando a chiuso Nord Stream 1 per manutenzioni la Germania non riesce più a immettere gas nelle scorte. Al contrario Snam, per l’Italia, sta immettendo gas a prezzi elevatissimi, ma lo sta facendo, complice il limitato utilizzo nazionale, come sottolinea @Durezzadelviver.

Appare chiaro che la Germania, accompagnata dall’Austria che si trova nella stessa condizione, vogliano impossessarsi, con la scusa della solidarietà, delle riserve degli altri paesi. Però la richiesta di solidarietà ha trovato un po’ di rispostacce dai paesi dell’Europa meridionale: ad esempio il politico portoghese Bruno Maçães, che trattò con la Germania durante la crisi del debito, ha fatto presente che all’epoca il ministro delle finanze Scheuble gli fece presente che ogni paese doveva prendersi carico dei propri costi che non dovevano essere socializzati. Perché dovrebbe avvenire ora? L’Ungheria ha già vietato l’export di ogni fonte energetica, portandosi già avanti

Quindi resta solo un pollo da spennare, la solita Italia, dove il partito filo tedesco,

“Che fa l’interesse dell’Europa, non dell’Italia”, è sempre  fortissimo e pronto a spremerci per il bene di Berlino. le nostre riserve finiranno oltre alpe e non è detto che, neppure, ci ripaghino completamente dei costi elevatissimi che stiamo sostenendo per crearle.


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