Energia
Gas, investitori USA puntano allo stoccaggio strategico bulgaro di Chiren
Un gruppo di investitori americani, tra cui figure vicine a Trump, è in trattativa per l’hub energetico di Chiren, cruciale per l’Europa sud-orientale. Una mossa che si inserisce nel complesso scenario del gas russo e delle politiche UE, tra indagini e strategie geopolitiche.

Un gruppo di investitori statunitensi è in trattativa con il governo bulgaro per acquisire una quota di minoranza dell’impianto di stoccaggio sotterraneo di gas di Chiren, l’unico sito di questo tipo nel Paese e hub regionale chiave per il bilanciamento e i flussi inversi in tutta l’Europa sud-orientale, secondo quanto riportato in esclusiva lunedì da Reuters.
Il gruppo includerebbe il finanziere Stephen P. Lynch, lo specialista in infrastrutture Fei Wang e l’ex funzionario della campagna di Trump Brad Parscale. I funzionari statali bulgari responsabili dell’energia hanno confermato le discussioni esplorative, anche se non sono stati resi noti i termini dell’operazione. L’impianto di stoccaggio contiene attualmente volumi di gas di origine russa, forniti attraverso TurkStream, e rimane sotto il controllo operativo di Bulgartransgaz EAD, una filiale di Bulgarian Energy Holding EAD (BEH), a sua volta controllata al 100% dallo Stato.
L’importanza di Chiren sta crescendo per l’Unione Europea dopo la scadenza dell’accordo di transito tra Ucraina e Russia alla fine dello scorso anno. Con la politica della Commissione Europea incentrata sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la Bulgaria emerge come potenziale sostituto per il transito e rotta strategica di riserva, oltre che come punto di stoccaggio.
Tuttavia, l’interesse degli investitori statunitensi per un sito di stoccaggio che contiene ancora gas russo, che tecnicamente non è soggetto a sanzioni, segna un notevole cambiamento nell’esposizione del capitale in questo gioco.
Secondo il Wall Street Journal, Elliott Investment Management sta anche valutando infrastrutture legate alle esportazioni di gas russo attraverso la Turchia, indicando un più ampio schema di riposizionamento del capitale statunitense verso asset midstream abbandonati o sottovalutati.
A livello nazionale, Chiren ha dovuto affrontare un’indagine sulle procedure di appalto. La Procura europea sta indagando su un contratto di espansione da 78 milioni di euro legato all’impianto, mentre il ministero dell’Energia bulgaro ha recentemente annullato un appalto per la trivellazione e si è impegnato a rilanciare le gare d’appalto in linea con le norme UE in materia di trasparenza.
Secondo i dati di aprile 2025 riportati da Serbia Energy, nonostante le complicazioni legali, oltre l’87% della capacità di Chiren per la stagione 2025-2026 è già stata prenotata. Gli osservatori del settore affermano che la posizione del sito e l’integrazione con le rotte di transito balcaniche lo rendono un asset di prim’ordine in un contesto di flussi di gas in evoluzione e nuovi allineamenti degli investimenti. Il Dipartimento di Stato americano non ha commentato l’accordo proposto, ma è ovvio che il suo controllo venga a essere strategicamente molto importante per gli USA.
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