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FTSE MIB: FORSE IL FUTURO SI PUO’ LEGGERE CON IL PASSATO di Luigi Luccarini.

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Avevamo notato e riportato qualche giorno fa su @luigiluccarinianalogie tra la situazione in corso sul FTSE MIB e quella che nel dicembre 2016 originò uno dei più clamorosi rimbalzi della storia della borsa italiana (da quota 16250 ad un massimo di 24300 ad aprile 2018).

Ecco come si presentava la situazione all’inizio di questa settimana

(grafico è a 5 ore)

Il rimbalzo da 18000 punti che si è verificato sul mercato (1200 punti, +7% dal 2 gennaio) si è generato da un minimo che è diventato significativo per un insieme di fattori.

Momentum crescente mentre l’indice si muoveva in modo laterale in un range ristretto.

Principio di accumulazione in corso al termine di un processo distributivo.

OBV (On Balance Volume) che segnalava un aumento della pressione dei compratori rispetto ai venditori a partire proprio dalla seduta del 2 gennaio.

Infine incrocio del MACD con la signal line a ridosso della linea dello zero, poi abbondantemente superata.

La situazione ci era apparsa quasi speculare a quanto avvenne a dicembre 2016 in  occasione dell’inversione del mercato, anche in quel caso a  conclusione di un forte impulso ribassista che aveva generato, prima del “referendum” sulla riforma Renzi/Boschi, un minimo realmente significativo (16200 punti indice).

Osserviamo ora il grafico  relativo a quel periodo.

Anche qui riscontriamo un rimbalzo di circa il 7% dai minimi, in poche sedute.

Una brusca interruzione del processo distributivo in atto, in corrispondenza di due minimi sull’OBV a testimonianza della massima pressione dei venditori in quella fase.

Un rimbalzo con incrocio del MACD con la signal line a ridosso della linea dello zero, poi abbondantemente superata.

Ora nelle sedute di questa ottava sembra essersi completata una figura “testa e spalle” rialzista ed una simile si è certamente realizzata sul DAX tedesco, che dal superamento di quota 10960/11000  ha trovato uno slancio a 11220 (+2,6% oggi) e potrebbe estendere il rimbalzo fin verso 11.500/11600. Questa invece la situazione sul nostro Ftse Mib.

Vediamo adesso cosa accadde sul nostro indice alla fine del 2016 per trarre possibili auspici per il futuro.

Dopo una, due sedute di “consolidamento”, con l’indice che pur perdendo momentum non riusciva ad “andare giù”, ve ne furono alcune, poche, che con un deciso aumento dei volumi ed incremento della fase di accumulazione completarono una “spike” rialzista di vera rottura al rialzo.

Alla fine della quale il mercato si trovò ad aver guadagnato in un mese un 15% circa, mantenendo un atteggiamento positivo che poi avrebbe portato alla formazione di un autentico uptrend di medio periodo  (quasi +20% nei successivi 15 mesi).

Le analogie, è chiaro, non vanno enfatizzate oltre misura.

Tuttavia deve farsi presente che ai livelli attuali di prezzo, il FTSE Mib sta incrociando una ribassista di medio periodo che una volta violata potrebbe far salire l’indice, pur nel quadro di una fase di “bear market” originatasi dalla rottura a giugno della trendline rialzista ciclica.

In questo senso il superamento (confermato da tre chiusure consecutive) di quota 19600/19800 restituirebbe forte dinamicità all’indice, pur in un quadro ancora ribassista, con possibile estensione del rimbalzo fino quota 22000 circa.

Ma è indispensabile che ciò avvenga nella prossima ottava, sfruttando l’attuale situazione di altissimo ipervenduto segnalata dal Volume Oscillator, non a caso anch’esso giunto ad un livello assai simile a quello del dicembre 2016.

L’indice ha chiuso questa settimana a quota 19700 con una performance giornaliera molto contenuta rispetto a quella di altri mercati in Europa.

A pesare (in negativo) è il comparto bancario, penalizzato dalle “raccomandazioni” della BCE sugli NPL, vale a dire su incagli e sofferenze.

E’ una questione un po’ spinosa, che andrebbe affrontata in modo serio ed approfondito.

Magari lo faremo in un’altra occasione.

Quello che però preme è che se ne occupi al più presto chi ha responsabilità e poteri per affrontare situazioni di questo genere.

Governo, Bankitalia, e non ultima la Consob acefala da troppi mesi ci stanno dormendo sopra.

Adesso la finanziaria è approvata, il reddito di cittadinanza e quota 100 pure, l’emergenza migranti è venuta meno, quella dello spread pure, Battisti è in carcere, eccetera eccetera.

Sarà bene a questo punto rammentare che la Borsa non è una sala corse, ma un luogo in cui le aziende raccolgono capitali. In modo alternativo rispetto ai prestiti bancari ed all’emissione di bond.

Che il valore in Borsa ha riflessi anche sul patrimonio delle aziende e che le plusvalenze generano reddito e quindi ricchezza anche in termini generali. Gli USA campano da anni con i capital gains.

E chiaro che quanto sta succedendo sul comparto bancario, il cui indice di settore è sui minimi del 2011 è a dir poco sconcertante.

Perché o siamo in presenza di manovre scorrette sul mercato, o asegnali di vera crisi.

Entrambe le situazioni vanno affrontare. E in entrambi i casi chi ha il potere di intervenire deve farlo.

Altrimenti gli investitori si dedicheranno alle banche di altre nazioni, la nostra Borsa salirà meno delle altre e sarà inutile a quel punto frignare sui bassi tassi di crescita del nostro paese.

A buon intenditor…

@luigiluccarini

 


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