FranciaPolitica
Francia: Macron e Lecornu issano bandiera bianca. La riforma delle pensioni sacrificata sull’altare del Presidente
Clamoroso a Parigi: Macron rinnega se stesso. Il governo congela la riforma delle pensioni per cui ha lottato per mesi. Un baratto politico per sopravvivere che costerà ai francesi quasi 2 miliardi.

Sembra passata un’eternità da quando la Francia era messa a ferro e fuoco per la riforma delle pensioni, la grande battaglia ideologica e politica del secondo mandato di Emmanuel Macron. Mesi di scioperi, scontri e una forzatura parlamentare per portare l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Ebbene, tutta quella fatica, tutto quel capitale politico speso, rischia di finire nel dimenticatoio per un’esigenza molto più prosaica: la sopravvivenza del nuovo governo.
Il nuovo Primo Ministro, Sébastien Lecornu, nel tentativo di racimolare un sostegno parlamentare che non ha, ha messo sul piatto l’offerta più pesante possibile per ingolosire le sinistre moderate: la sospensione immediata della riforma stessa. Un vero e proprio baratto politico: voi non fate cadere il mio governo e approvate il bilancio 2026, e io vi regalo la testa della norma più odiata degli ultimi anni.
Un compromesso che costerà caro
La proposta, illustrata da Lecornu all’Assemblea Nazionale, è chiara: “Proporrò al Parlamento di sospendere la riforma delle pensioni, a partire da questo autunno, fino alle elezioni presidenziali” del 2027. Di fatto, si tratta di congelare l’innalzamento dell’età pensionabile, che sarebbe dovuto entrare a regime proprio nei prossimi anni.
Tuttavia, da buon tecnico prestato alla politica, Lecornu sa che in economia i pasti gratis non esistono. La sospensione ha un costo, e non è banale.
- Tagli ad altre voci di spesa.
- Aumenti delle imposte.
Lecornu è stato categorico: “Non sarò il Primo Ministro di uno squilibrio nei conti pubblici”. L’obiettivo di ridurre il deficit sotto il 5% rimane un dogma, un modo per rassicurare i mercati e Bruxelles mentre a Parigi si consuma un dramma tutto politico. Che poi in pratica ci riesca, con una compagine che comprende i socialisti, è un’altra questione.
E il Futuro? Una “Conferenza” per prendere tempo
Se il presente è un congelamento, il futuro è affidato a una soluzione che in politica è un grande classico per rimandare i problemi: una commissione. Verrà istituita una “conferenza sulle pensioni” con il compito di partorire una nuova proposta entro le elezioni presidenziali del 2027. Qui verranno spese milioni di parole senza che si giunga a nessun reale risultato. L’importante, per Macron, è rinviare tutto sino alle presidenziali.
Questa conferenza, che vedrà seduti allo stesso tavolo partiti e parti sociali, dovrà discutere di temi complessi come i lavori usuranti e le carriere lunghe. Se troverà un accordo, il governo lo trasformerà in legge. In caso contrario, la palla passerà ai futuri candidati all’Eliseo. Una mossa abile per scaricare la responsabilità e prendere tempo.
Resta il sapore amaro di una battaglia vinta sul campo e persa a tavolino. Macron e la sua maggioranza si sono immolati per una riforma presentata come inevitabile per la tenuta dei conti, per poi vederla sacrificata dal loro stesso premier in nome della stabilità politica. Una lezione che forse tornerà utile a chi, anche in futuro, penserà di legare il proprio destino politico a quello di un presidente pronto a tutto pur di mantenere il controllo.
Domande e Risposte per il Lettore
1) Perché il governo francese fa marcia indietro su una riforma così importante appena approvata?
La ragione è puramente politica e pragmatica. Le ultime elezioni legislative hanno lasciato il presidente Macron senza una maggioranza assoluta in Parlamento. Il nuovo governo tecnico guidato da Sébastien Lecornu è estremamente fragile e ha bisogno del sostegno o, quantomeno, della non ostilità delle opposizioni moderate, in particolare dei socialisti. Sacrificare la riforma delle pensioni, invisa alla sinistra, è la “merce di scambio” più preziosa per ottenere l’approvazione di atti fondamentali come la legge di bilancio e, soprattutto, per evitare di essere sfiduciato, garantendosi la sopravvivenza fino al 2027.
2) La sospensione della riforma è definitiva? L’età pensionabile in Francia tornerà a 62 anni?
No, non è una cancellazione definitiva, ma un congelamento (“sospensione”) fino alle prossime elezioni presidenziali del 2027. La legge attuale non viene abrogata, ma la sua applicazione viene fermata. Il futuro è incerto e dipenderà dall’esito della “conferenza sulle pensioni” e, soprattutto, da chi vincerà le elezioni del 2027. Se la conferenza non produrrà un accordo, ogni candidato presidente presenterà la propria proposta. In sintesi, il problema è solo rimandato.
3) Chi pagherà per questa sospensione? Ci saranno conseguenze per l’economia francese?
Il costo diretto è stimato in 400 milioni di euro per il 2026 e 1,8 miliardi per il 2027. Il Primo Ministro Lecornu ha dichiarato che questo “buco” dovrà essere coperto da altre misure, come tagli alla spesa pubblica o un aumento delle tasse, per mantenere il deficit sotto controllo. L’impatto economico immediato sarà quindi neutro per le casse dello stato, ma il costo sarà scaricato sui cittadini o su altri settori. La vera conseguenza è sulla credibilità: un paese che approva una riforma strutturale per poi congelarla pochi mesi dopo per ragioni politiche lancia un segnale di instabilità.

You must be logged in to post a comment Login