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Francia: dopo la vittoria sulle pensioni, i socialisti vogliono la “tassa sui ricchi”. E minacciano la crisi di governo

Francia sull’orlo della crisi: dopo le pensioni, i socialisti minacciano il governo sulla “tassa ai ricchi”. Rischio elezioni anticipate.

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Dopo aver incassato una vittoria, almeno temporanea, sul fronte caldissimo delle pensioni (con la sospensione della riforma da parte del nuovo premier Lecornu e un rinvio a discussioni future), il Partito Socialista francese (PS) non ha intenzione di fermarsi. Anzi, rilancia.

Ora l’obiettivo è imporre una qualche forma di “tassa sui ricchi”, una mossa strategica per guadagnare terreno a sinistra e mettere ulteriormente all’angolo l’esecutivo. Una partita che rischia di far precipitare la Francia in una crisi politica e di governo.

I socialisti sentono di aver “messo un piede nella porta del macronismo” e, come amano ripetere, “ora spingono“. Per la prima volta nell’era Macron, il PS si trova in una reale posizione di forza all’Assemblea Nazionale. Olivier Faure, il primo segretario, è stato chiarissimo: se le leggi di bilancio attualmente in discussione non soddisferanno le richieste socialiste, i suoi deputati non esiteranno a presentare una mozione di sfiducia.

Mozione che, questa volta, avrebbe buone probabilità di essere adottata, aprendo lo spettro dello scioglimento delle Camere (la “dissolution”) e di elezioni legislative anticipate potenzialmente devastanti, soprattutto per il campo presidenziale.

Il “Casus Belli”: la Tassa Zucman

La richiesta principale sul tavolo è l’adozione della cosiddetta “tassa Zucman” (dall’economista Gabriel Zucman), che instaurerebbe un’imposta del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro.

Qui, però, inizia il gioco delle parti, un vero “poker di bugie”. Sebbene Faure insista sulla volontà di difendere la proposta originale, nei corridoi dell’Assemblea si discute di una versione “alleggerita” per trovare un compromesso con il blocco centrista. “Se non riusciamo ad avanzare sulla tassa Zucman, cercheremo emendamenti di ripiego,” ha ammesso lo stesso segretario socialista.

Sul tavolo c’è già una proposta di compromesso:

  • Un’imposta minima del 3% sui grandi patrimoni.
  • Una soglia di applicazione dell’attuale imposta della ricchezza abbassata a 10 milioni di euro.
  • Ma (e qui sta il negoziato) con l’esclusione delle imprese “innovanti” e “familiari”, un chiaro segnale di apertura per ammorbidire le critiche dei macronisti, che temono una decapitalizzazione delle società francesi.

Comunque l’imposta sarebbe di complessa applicazione (che cosa è capitale aziendale, cosa è innovativo?) e che colpirebbe patrimoni non enormi.

La Sinistra si Spacca: “Gioco di Inganni”

Faure ha definito la mossa un “casus belli”. Se il campo presidenziale non darà il via libera, “i dibattiti si fermeranno rapidamente”. Il segretario socialista ha persino fissato una scadenza ufficiosa: “Alla fine della settimana, sapremo se andremo allo scioglimento o meno”.

Questo negoziato, però, sta facendo infuriare gli alleati (o ex alleati?) della sinistra radicale. La France Insoumise (LFI) di Jean-Luc Mélenchon non perdona al PS di aver salvato il governo Lecornu in cambio della sospensione delle pensioni e ora accusa i socialisti di tradimento.

Mathilde Panot, capogruppo LFI, ha denunciato pubblicamente un “gioco di inganni” e “riunioni segrete” tra PS e centristi. Secondo LFI, i socialisti “stanno abbandonando tutto”, e l’emendamento di compromesso renderebbe la tassa “omeopatica” e “inutile”, dato che proprio le imprese familiari (spesso coincidenti con i patrimoni più grandi) sarebbero esentate.

Persino l’economista Gabriel Zucman, ispiratore della tassa, ha criticato l’introduzione di esenzioni, ricordando che “l’esperienza storica e internazionale ci insegna che appena si introducono esenzioni, si lancia la macchina dell’ottimizzazione [fiscale]”.

Sotto pressione da LFI, i socialisti difendono la loro strategia: strappare vittorie, anche se incomplete. Dove LFI vede un “compromesso al ribasso” (compromission), il PS parla di “compromesso” (compromis). È la battaglia di narrativa tra due sinistre che, ancora una volta, appaiono “inconciliabili”. Almeno fino a un’eventuale dissoluzione, che forse le costringerebbe a ritrovarsi.  Intanto nessuno guarda a cosa farà l’altro lato dello schieramento filo governativo, i Les Republicaines, già divisi: si lasceranno imbrigliare dai socialisti in una politica devastante per il loro elettorato?

Lecornu riuscirà a formare un nuovo governo, o è tutta ammuina istituzionale ? (fonte wikipedia)

Domande e Risposte dall’articolo

1) Che cos’è esattamente la “Tassa Zucman” e perché è così importante?

La “Tassa Zucman” prende il nome dall’economista francese Gabriel Zucman, allievo di Thomas Piketty, noto per i suoi studi sulle disuguaglianze e i paradisi fiscali. La proposta originale prevede un’imposta minima globale sui miliardari. In Francia, il PS la promuove come un’imposta del 2% sui patrimoni netti superiori ai 100 milioni di euro. È diventata politicamente cruciale perché il PS la usa come merce di scambio per sostenere (o far cadere) il governo: o si tassa chi ha di più, o il governo va a casa.

2) Perché il governo francese rischia di cadere così spesso?

L’attuale governo francese, guidato da Sébastien Lecornu, è un governo di minoranza. Non ha la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale. Questo significa che per approvare qualsiasi legge, specialmente quelle cruciali come la legge di bilancio, deve cercare i voti di alcuni partiti di opposizione. Il Partito Socialista (PS) sta sfruttando questa debolezza: dopo aver ottenuto lo stop alla riforma delle pensioni, ora minaccia di votare una mozione di sfiducia (e quindi far cadere il governo) se non ottiene concessioni fiscali, come la tassa sui ricchi.

3) Perché la sinistra radicale (LFI) attacca i socialisti (PS) se entrambi vogliono tassare i ricchi?

La differenza sta nella strategia. La France Insoumise (LFI) di Mélenchon adotta una linea di opposizione totale e intransigente. Accusa il PS di “tradimento” perché, negoziando con il governo, i socialisti stanno accettando un compromesso. La “tassa Zucman alleggerita”, che escluderebbe le imprese familiari, è vista da LFI come una presa in giro, una tassa “omeopatica” che salva i patrimoni più grandi. LFI preferirebbe far cadere il governo piuttosto che accettare quello che considera un “compromesso al ribasso”. Il PS, invece, persegue una strategia di “vittorie parziali”.

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