Conti pubblici
La Francia tra austerity e riarmo: Bayrou come Monti, ma comprando cannoni
Il governo francese di François Bayrou impone una “cura da cavallo” con tagli drastici a welfare e pensioni, mentre la spesa per la difesa cresce. Una manovra che ricorda Monti in Italia, a parte i carri armati: cosa cambierà per i francesi?

La Francia è a un bivio, e la strada scelta dal nuovo Primo Ministro François Bayrou sembra essere quella di una drastica cura da cavallo che ricorda da vicino le politiche di austerity viste in Italia con il governo Monti. Le misure presentate questo martedì hanno il potenziale per scuotere profondamente la società francese, promettendo un futuro di sacrifici generalizzati in nome del risanamento dei conti pubblici. Ma dietro questa manovra “lacrime e sangue”, si cela una priorità ben definita: un incremento massiccio delle spese per la difesa, mentre il welfare viene brutalmente ridotto.
La “cura amara” di Bayrou: tagli senza precedenti al sociale
Il piano di Bayrou è un vero e proprio terremoto fiscale e sociale. Per raggiungere i 44 miliardi di euro di risparmi previsti per il prossimo anno, il governo ha messo sul tavolo una serie di decisioni che colpiranno indistintamente tutti i francesi, dalle famiglie ai pensionati, dai dipendenti pubblici ai malati.
Tra le misure più eclatanti, spicca la soppressione di due giorni festivi: il lunedì di Pasqua e l’8 maggio. Una mossa che, secondo le previsioni, dovrebbe generare diversi miliardi di entrate per lo Stato, ma che rappresenta un duro colpo per i lavoratori e per le tradizioni. A questo punto la Francia è completamente de-crsitanizzata, dato che neanche la principale celebrazione verrà adeguatamente festeggiata. Speriamo RN abbia qualcosa da dire in materia, ma non contiamoci troppo.
Ma non è tutto. Le prestazioni sociali (come gli aiuti al pagamento degli affitti e il RSA) e le pensioni verranno congelate per l’anno prossimo, non beneficiando degli usuali adeguamenti all’inflazione, per cui si parla di “Anno bianco“. Questo significa un calo del potere d’acquisto reale per milioni di cittadini. Anche i salari dei funzionari pubblici subiranno un blocco (anno bianco salariale), con l’eccezione della progressione di carriera, e le aliquote dell’Imposta sul reddito e della CSG (Contribution Sociale Généralisée) non saranno indicizzate, portando un risparmio di 7 miliardi di euro, ma di fatto aumentando la pressione fiscale su molte famiglie.
Il settore della sanità non sarà da meno, con tagli severi che mirano a contenere l’aumento delle spese da 10 a 5 miliardi di euro. La franchigia medica annuale, che i pazienti pagano per i farmaci, raddoppierà da 50 a 100 euro. Il governo intende inoltre rivedere l’elenco dei pazienti considerati affetti da malattie croniche (ALD), accusando che il 20% dei francesi rientra in questa categoria, contro il 5% in Germania, suggerendo un abuso del sistema. Si cercherà di limitare le visite mediche superflue e di escludere dal rimborso al 100% farmaci non direttamente legati alla patologia dichiarata. Un giro di vite anche sugli assenze per malattia, con la promessa di maggiori controlli per stroncare gli abusi. L’insieme di queste misure sanitarie dovrebbe portare a 21 miliardi di risparmi.
La sinistra sul piede di guerra: una sfida per Macron e Bayrou in Parlamento
Queste decisioni, che toccano direttamente il portafoglio e i diritti sociali dei cittadini, sono destinate a scatenare la feroce opposizione della sinistra francese. Storicamente paladina dei diritti sociali e del welfare state, la sinistra vedrà in queste misure un attacco diretto ai principi di solidarietà e ridistribuzione della ricchezza. La soppressione dei giorni festivi, il congelamento delle pensioni e delle prestazioni sociali, e i tagli alla sanità rappresentano tutti punti dolenti che faranno emergere un coro di proteste e scioperi. Se questo non è un problema per LFI, la sinistra estrema, lo sarà invece per i Socialisti ed aggregati, che, teoricamente, hanno una posizione di compromesso con il governo.
Sarà di cruciale importanza osservare come il governo Macron-Bayrou riuscirà a far passare queste misure in Parlamento. Con una maggioranza frammentata e una sinistra agguerrita, il percorso parlamentare si preannuncia estremamente accidentato e ricco di tensioni. La capacità di Bayrou di negoziare e di trovare compromessi sarà messa a dura prova, e il rischio di una crisi politica è tutt’altro che remoto.
La priorità inconfessabile: il riarmo della Francia a spese del sociale
E qui arriva il punto più drammatico e forse più controverso dell’intera manovra: in mezzo a tutti questi tagli che colpiscono duramente il sociale, c’è un settore che vede le sue risorse aumentare in modo esponenziale: la difesa.
Mentre tutti i ministeri sono chiamati a stringere la cinghia, la spesa per la difesa è l’unica a essere esentata dai tagli, anzi, è prevista una crescita impressionante. L’obiettivo dichiarato da Macron è quello di portare il budget per la difesa a 64 miliardi di euro nel 2027, un aumento sbalorditivo rispetto ai 37 miliardi del 2017. Questo si traduce in un’accelerazione della spesa per la difesa di 6,5 miliardi di euro entro il 2027, con un aumento totale di 27 miliardi in dieci anni.
La “cura Bayrou”, quindi, non è solo una manovra di risanamento finanziario, ma una ridefinizione delle priorità nazionali, dove la sicurezza e la proiezione di potenza sembrano prevalere sul benessere sociale dei cittadini. Tutto questo fa prevedere un periodo di forti tensioni sociali.
Sarà divertente vedere i centristi, di destra e di sinistra, andare a spiegare ai cittadini che, mentre le loro pensioni e prestazioni sociali vengono tagliate e gli ospedali chiusi, invece si spendono miliardi in carri armati, sottomarini e missili che, nella migliore delle ipotesi, non verranno mai utilizzati. Il tutto per garantire la “Sicurezza della Francia” dopo un decennio di umiliazioni militari in giro per il mondo. Peccato che l’informazione francese sia completamente prona al governo, altrimenti ci sarebbe di che divertirsi.
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