Economia
Fracking: dal boom del Texas alla nuova promessa Argentina di Palermo Aike
Il fracking ha rivoluzionato il mercato petrolifero in Texas, ma le riserve si esauriscono. In Argentina, Palermo Aike e Vaca Muerta promettono una nuova era per il petrolio di scisto. Scopri il potenziale!

Negli ultimi 12 anni, l’industria del fracking e del petrolio di scisto ha vissuto un vero e proprio boom in Texas e Nuovo Messico, trasformando questi due stati americani nel cuore di una rivoluzione che ha sconvolto il mercato petrolifero globale, diventando un incubo per l’OPEC. Tuttavia, le prospettive per il petrolio di Texas e Nuovo Messico sono limitate: le riserve si stanno esaurendo rapidamente e la qualità del greggio estratto è in calo, con una maggiore presenza di acqua rispetto al petrolio.
A migliaia di chilometri di distanza, a 9.760 km a sud, l’industria del fracking potrebbe vivere una nuova epoca d’oro, seppur su scala ridotta, grazie ai giacimenti argentini. Oltre al celebre Vaca Muerta, un altro campo promettente sta emergendo: Palermo Aike. YPF, la compagnia petrolifera statale argentina, ha annunciato la perforazione di tre pozzi esplorativi in questa formazione, situata nella Cuenca Austral, vicino alla città di Río Gallegos, nella provincia di Santa Cruz.
Palermo Aike: un’alternativa a Vaca Muerta?
Gli esperti sottolineano che Palermo Aike presenta caratteristiche geologiche simili a Vaca Muerta, pur essendo di dimensioni più contenute. In termini di gas, il suo potenziale è circa un terzo rispetto a Vaca Muerta, mentre per il petrolio si stima che possa produrre fino a 10 miliardi di barili, contro i 16 miliardi di Vaca Muerta. Nonostante ciò, Palermo Aike rappresenta la seconda formazione di idrocarburi non convenzionali più importante dell’Argentina.
La formazione di Palermo Aike, con una profondità compresa tra 3.000 e 3.500 metri e un’origine marina, è la più simile a Vaca Muerta per estensione e potenziale. Se i risultati delle esplorazioni saranno positivi, YPF e CGC (Compañía General de Combustibles) prevedono di investire in ulteriori pozzi e infrastrutture associate per sviluppare parte dell’area.
Tre pozzi esplorativi per confermare il potenziale
YPF ha siglato un accordo con la provincia di Santa Cruz per avviare nel 2025 tre pozzi esplorativi a Palermo Aike: due nell’area La Azucena e uno a Campamento Este. L’intesa è stata firmata durante un incontro tra il governatore di Santa Cruz, Claudio Vidal, e il presidente di YPF, Horacio Marín. Nell’occasione, YPF ha ceduto alla società provinciale Fomicruz alcune aree di estrazione convenzionale, tra cui Cerro Piedra-Cerro Guadal Norte, Barranca Yankowsky, Los Monos, El Guadal-Lomas del Cuy, Cañadón Vasco, Cañadón Yatel, Pico Truncado-El Cordón, Los Perales-Las Mesetas, Cañadón León-Meseta Espinosa e Cañadón de la Escondida-Las Heras. Questa mossa rientra nella strategia di YPF di concentrarsi sui giacimenti non convenzionali, in particolare Vaca Muerta.
Il fracking come speranza per l’Argentina
L’Argentina sta vivendo un rinnovato entusiasmo per il petrolio e il fracking, dopo anni di stagnazione e carenza di investimenti. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), ad aprile 2025 la produzione argentina è aumentata di 15.000 barili al giorno, raggiungendo 890.000 barili giornalieri, grazie a un record di 2.214 fasi di fratturazione idraulica. L’attività di fracking è cresciuta del 13% rispetto al mese precedente e del 31% rispetto all’anno scorso, concentrandosi principalmente nella “finestra di petrolio nero” di Vaca Muerta, nella Cuenca Neuquina.
L’AIE prevede un aumento della produzione di 70.000 barili nel 2025 e di 60.000 nel 2026, grazie a nuove capacità estrattive, un’intensa attività di fracking e recenti riforme economiche. Si stima che la produzione di petrolio di scisto argentino raggiungerà i 960.000 barili giornalieri nel 2026, rispetto ai 900.000 previsti per il 2025. Questo sviluppo rappresenta una speranza per l’Argentina, che punta sul petrolio di scisto per incrementare le esportazioni e rafforzare le riserve di valuta estera.
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