Euro crisis
IL FMI VEDE ITALIA E MONDO IN LEGGERA CRESCITA (20 gennaio 2015)
Sono uscite le previsioni di crescita del Fondo Monetario Internazionale per l’Italia ed il mondo. Contrariamente agli ottimisti economisti del Centro Studi Confindustria, la stima per la crescita mondiale viene vista al ribasso nonostante i positivi fattori enunciati anche dal CSC:
– il basso prezzo del petrolio (che notoriamente agevola la crescita mondiale);
– la grande crescita USA.
Le previsioni per il mondo del FMI sono di un ribasso dell’ 0,3% rispetto al più roseo valore precedentemente indicato ad ottobre 2014.
I VALORI 2014 2015 2016
Crescita 3,3% 3,5% 3,7%
Gli sviluppi recenti, che riguardano diversi paesi, in modi diversi, hanno modellato l’economia globale dopo il rilascio dei dati di ottobre. Nuovi fattori che sostengono la crescita: prezzi del petrolio e anche la svalutazione di € e yen. Ma tali elementi sono fortemente compensati da: lasciti della recente crisi; investimenti deboli. Tutto ciò riduce notevolmente la crescita potenziale.
“A livello nazionale, le correnti trasversali creano un quadro complicato“, afferma Olivier Blanchard, IMF Consigliere Economico e Direttore della Ricerca. “Sono una buona notizia per gli importatori di petrolio, una cattiva notizia per gli esportatori di petrolio. Buone notizie per gli importatori dei prodotti di base, una cattiva notizia per gli esportatori. Proseguendo le lotte per i paesi che mostrano le cicatrici della crisi, e non così per gli altri. Buone notizie per i paesi più legata all’euro e allo yen, cattive notizie per quelli più legati al dollaro. “
La crescita per i paesi avanzati è prevista salire del 2.4% ma le previsioni divergono tra USA (che volano) e il blocco Eurozona/Giappone.
Gli USA avranno la crescita che salirà del 3.6% grazie soprattutto ai consumi interni e a politiche monetarie accomodanti, mentre per l’Eurozona e il Giappone vi sono dei colossali limiti sotto riportati.
Le prospettive deboli per gli investimenti pesano sui potenziali di crescita dell’area dell’euro, rivisti al ribasso al 1,2 per cento, nonostante il sostegno di prezzi più bassi del petrolio, un ulteriore allentamento della politica monetaria, un più neutrale politica fiscale e il recente deprezzamento dell’euro. In Giappone, dove l’economia è entrata in recessione tecnica nel terzo trimestre del 2014, la crescita è stata rivista giù da 0.6 per cento.
E veniamo ora al nostro paese. Il FMI vede una contrazione globale per l’anno chiuso pari allo 0,4% ma a nostro avviso il dato dovrebbe essere ben più alto.
Per il 2015 e il 2016 le previsioni sono rispettivamente:
– 0,4%;
– 0,8%.
Ma noi siamo sicuri di due cose:
1. le politiche di tassazione di Renzi hanno portato ad ulteriore contrazione dei consumi e quindi genereranno anche nel 2015 un peggioramento del PIL via riduzione del macroaggregato C (essendo aumentata la propensione al Risparmio);
2. la UE, ad una manovra finanziaria che ha aumentato le tasse dello 0,1% del PIL (pari al valore del deficit di bilancio previsto) ha aggiunto un ulteriore 0,25% da attuare a Marzo 2015 e, dopo il crollo delle entrate al 30 giugno 2015, costringeranno lo stato ad effettuare ulteriori manovre finanziarie a settembre 2015 che comprometteranno il secondo semestre del corrente anno.
Ecco, tutto questo comprometterà il buon lavoro che sta facendo ora la FCA, colossali investimenti in nuovi modelli che da dicembre 2014 a giugno 2015 caratterizzeranno tutti gli stabilimenti presenti nel nostro paese e che, da soli, potevano garantire tra investimenti in impianti e scorte e relativi acquisti da parte dei concessionari, una discreta ripresa.
Maurizio Gustinicchi
Socio Sostenitore Lega Nord – Riscossa Italiana – Economia5Stelle
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