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Flat tax, nel 2020 quale futuro?

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La Flat Tax al 15% cioè la rivoluzione fiscale, “pagare tutti per pagare meno”, prevista nel contratto di governo sotto forma di Dual Tax (con due aliquote) come già sappiamo è stata applicata solo in versione “mini” a partire dal 2019.

Vediamo in questo articolo cosa ci possiamo aspettare per il 2020 e se ci sono i presupposti per applicarla integralmente a famiglie ed imprese come era nel progetto originario.

Ho partecipato al convegno del Comitato Flat Tax che si è tenuto lunedi 11 febbraio presso la Cam di Milano con relatore il “padre” della Flat Tax Armando Siri e sulla base di quello che si è discusso ed esposto faremo alcune considerazioni.

Ricordiamo che la mini Flat Tax o Regime Forfettario per chi ha ricavi fino a 65.000 euro annui con un imposta del 15% (5% per le start-up per i primi 5 anni) verrà estesa tramite un regime “agevolato” (di cui sapremo meglio i dettagli quando ci saranno di decreti applicativi) dal 2020 con un’aliquota al 20% per chi ha ricavi fino a 100.000 euro; questo è già previsto nella legge di Bilancio approvata.

Per quel che riguarda le persone fisiche o le famiglie è in fase di studio una riduzione dell’aliquota Irpef (imposta sulle persone fisiche) dal 23% al 20% a partire dal 2020 mantenendo comunque la progressività dell’imposta per le aliquote successive e per le imprese che applicano l’Ires (imposta sulle società di capitali) una riduzione dall’attuale 24% ad una Flat Tax al 20%. Si sta studiando anche la Pace Fiscale saldo e stralcio per le imprese.

Per capire cosa ci possiamo poi aspettare in più sul tema Flat Tax nel prossimo o nei prossimi anni dobbiamo poi fare alcune premesse :

  • Per realizzare la Flat Tax per famiglie ed imprese cosi come era nel progetto originale servono circa 60 miliardi di Euro (per la Mini Flat tax ne sono stati destinati 2 miliardi), ricordo che abbiamo le clausole di salvaguardia per 23 miliardi che prevedono a “tutela” aumenti iva dal 2020 in poi (29 miliardi per il 2021);
  • Applicando la Flat Tax in maniera integrale bisognerebbe prevedere un rapporto deficit Pil almeno al 3/3,5 % che non sarebbe accettato dalle istituzioni Europee con le regole attuali.

A seguito di queste premesse possiamo formulare alcune considerazioni:

  • È molto importante il risultato delle Elezioni Europee di maggio in quanto poi bisognerà vedere se l’indirizzo delle Istituzioni Europee in primis la Commissione Europea sarà ancora volto all’austerity e al rispetto rigido delle regole di Bilancio (rapporto deficit/Pil al 3%, rapporto debito totale/Pil al 60%) o avremo più flessibilità;
  • E’ necessario che il Governo attui sempre di più una politica “coraggiosa” (ma senza colpi di testa) per indirizzare le risorse all’abbassamento delle imposte, agli investimenti soprattutto in infrastrutture, agli incentivi sulle assunzioni e per lo sviluppo economico;
  • E’ indispensabile una politica di sburocratizzazione e semplificazione “vera” perché oggi viviamo in un paese con moltissime regole, moltissimi vincoli e tempistiche lunghe dove chi vuole impegnarsi e fare impresa trova moltissime difficoltà che non lo lasciano lavorare come vorrebbe in tranquillità; l’agenda politica deve dare la priorità a queste riforme perché è anche con questo che può ripartire economicamente il paese.

Chiaramente anche se sono consapevole che le risorse attuali sono limitate mi auguro che la Flat Tax possa essere attuata e realizzata gradualmente soprattutto a tutela della classe media.


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