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Finito lo shutdown? Ora il Pentagono riapre i rubinetti: 9 miliardi di contratti in recupero

Dopo 43 giorni di stop, il governo USA riapre e il Pentagono sblocca 9 miliardi di dollari in contratti. Dai Chinook per la Germania ai motori per F-16, passando per carburante e uniformi: la macchina della spesa militare riparte a pieno ritmo

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La politica a Washington può anche prendersi una pausa, ma la macchina della spesa militare, al massimo, scala la marcia. Dopo ben 43 giorni di “shutdown” – il blocco delle attività amministrative più lungo della storia degli Stati Uniti – il Presidente Trump ha firmato una risoluzione (la continuing resolution) per riaprire il governo federale fino al 30 gennaio.

E qual è stata la prima, immediata conseguenza del ritorno al lavoro dei dipendenti pubblici del Pentagono? Un annuncio fiume di contratti, anche sostanziosi. 

Giovedì, il Dipartimento della Difesa ha giocato “d’anticipo”, pubblicando i dettagli di oltre 80 accordi raggiunti durante le quasi sei settimane di blocco. Un rapido calcolo, per quanto approssimativo (alcune cifre rappresentano i massimali di contratti pluriennali), porta il totale a poco meno di 9 miliardi di dollari. Non si tratta di nuova spesa, ma del semplice “recupero” di decisioni e firme rimaste bloccate sulle scrivanie dei funzionari in congedo forzato.

I grandi vincitori: Boeing, droni e motori

A guardare i dettagli, si notano alcuni nomi decisamente importanti dell’industria della difesa. L’iniezione di liquidità (o meglio, di commesse) è significativa e tocca settori strategici.

Due accordi, in particolare, si equivalgono per valore:

  1. Boeing: Il colosso aerospaziale si è aggiudicato un potenziale contratto da 876 milioni di dollari per la fornitura di 60 elicotteri CH-47F Block II, la versione più aggiornata del celebre Chinook. Destinatario finale: la Germania. Le consegne sono previste da qui al 2035.

  2. AeroVironment: Un accordo dal “valore nominale cumulativo” molto simile, 874 milioni di dollari, per la produzione di diversi sistemi a pilotaggio remoto (droni) per clienti internazionali. I modelli includono i droni Puma (in varie configurazioni) e Raven. Il titolo è esploso con un +89%.

    AeroVironment Raven

Accanto a questi, figurano anche accordi per la ricerca e lo sviluppo, come i 50 milioni di dollari assegnati ad Anduril Industries per il suo sistema di droni ALTIUS-600, e un contratto da 78 milioni di dollari per Blue Origin (la compagnia spaziale di Jeff Bezos) per l’espansione delle capacità di processamento dei veicoli spaziali a Cape Canaveral.

La lista della spesa: non solo armi

Sebbene i sistemi d’arma attraggano l’attenzione, la maggior parte della spesa “recuperata” riguarda la logistica, le forniture e la manutenzione. Dopotutto, l’esercito ha bisogno di carburante per muoversi, di elettricità per le basi e di pezzi di ricambio per funzionare.

Ecco alcuni dei contratti più rilevanti (per valore) sbloccati dal Pentagono:

  • ASRC Federal Facilities Logistics: Il contratto più cospicuo, del valore massimo di 1,177 miliardi di dollari, per la fornitura di prodotti chimici, petrolio, oli e lubrificanti (ChemPOL). Un contratto “sole-source” (senza gara) che copre Esercito, Marina, Aeronautica e altre agenzie federali. Una sorta di enorme lista della spesa per un po’ di tutto.

  • Pratt & Whitney (RTX Corp.): Un contratto da 1,091 miliardi di dollari per la fornitura di parti di ricambio consumabili e riparabili a livello di deposito per i motori F100 (quelli montati, tra gli altri, sugli F-15 e F-16).

    ROBINS AIR FORCE BASE, Ga.  Test di un motore F100 di un F-15 (U.S. Air Force photo by Sue Sapp)

  • WGL Energy Services e altri: Una serie di contratti per la fornitura di elettricità al dettaglio e servizi ancillari in vari stati (Illinois, Maryland, Ohio, ecc.) e per diverse agenzie, tra cui quello a WGL da 241,5 milioni di dollari.

  • Hudson Technologies: Un contratto da 210,4 milioni di dollari per la fornitura di gas industriali e relative bombole.

  • SRI International: Un contratto da 73,7 milioni di dollari per un programma di miglioramento dell’emulazione di microcircuiti avanzati.

  • Forniture varie: Seguono poi decine di altri contratti per uniformi (Kandor Manufacturing, Gil Sewing Corp.), caschi da combattimento (Gentex), visori notturni (Carson Industries), pneumatici (Michelin), motori diesel (Caterpillar) e persino cibo, come frutta e verdura fresca (Manson Products) e latte (DFA Dairy Brands).

>Una lista della spesa veramente varia che contiene un po’ di tutto, anche cose banali, che si erano esaurte nelle sette settimane della chiusura dello stato federale. Lo shutdown politico può aver fermato i burocrati, ma il complesso militare-industriale e logistico attendeva solo il semaforo verde per rimettere in moto miliardi di dollari di ordini. Un classico esempio di come la spesa pubblica, in questo caso militare, agisca da volano costante per l’economia reale.

Domande e risposte

  • Perché il Pentagono ha annunciato tutti questi contratti in un solo giorno? Questo annuncio cumulativo è una conseguenza diretta dello shutdown governativo di 43 giorni. Durante quel periodo, molti dipendenti civili del Dipartimento della Difesa, inclusi quelli che processano i contratti, erano in congedo forzato (furlough). Con la riapertura del governo, il Pentagono ha dovuto smaltire l’arretrato di accordi già negoziati e pronti per essere finalizzati, portando a questa raffica di annunci da 9 miliardi di dollari.

  • Chi sono i principali beneficiari di questa spesa? I beneficiari sono un mix di giganti della difesa e fornitori logistici essenziali. I contratti più grandi sono andati a ASRC Federal Facilities (1,18 miliardi per carburanti e lubrificanti) e Pratt & Whitney (1,09 miliardi per parti di motori). Tuttavia, anche Boeing (876 milioni per elicotteri Chinook destinati alla Germania) e AeroVironment (874 milioni per droni) hanno ottenuto commesse di primo piano.

  • Si tratta di nuova spesa militare decisa dopo lo shutdown? No, è importante capire che questa non è “nuova” spesa. Si tratta di contratti e modifiche contrattuali che erano già in fase di approvazione e che sono stati semplicemente bloccati dalla paralisi amministrativa. Questi 9 miliardi rappresentano il “recupero” della normale attività di approvvigionamento del Pentagono, che ora riprenderà il suo flusso regolare.

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