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FINANZA AZIENDALE: seconda lezione. Dagli appunti del Professor A. M. Rinaldi

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Proseguiamo con le lezioni di Finanza Aziendale.

7- Leva operativa e leva finanziaria

Il concetto di leva ha origine nello studio della fisica. Si ha una leva quando una forza applicata in un punto ne origina un’altra di maggiore intensità in un altro punto. Questo principio è applicabile anche in alcuni fenomeni economici. In ambito aziendale i tre principali “effetti leva” sono:

-leva operativa

-leva finanziaria

-leva economico-finanziaria anche detta leva combinata, in quanto risultante dalla combinazione degli effetti della leva operativa e di quella finanziaria.

La leva operativa è quel fenomeno per cui, al crescere dell’incidenza dei costi fissi all’interno della struttura dei costi di produzione di un’impresa, variazioni delle quantità di prodotto vendute, generano effetti più che proporzionali sul reddito operativo. In pratica ad ogni aumento (diminuzione) della produzione si consente di ripartire i costi fissi su un maggior numero di unità, amplificando il miglioramento (o peggioramento) del reddito operativo.

La leva finanziaria esprime il rapporto tra capitale di credito e capitale proprio che finanziano le attività dell’impresa. La leva finanziaria dipende perciò dalla struttura del passivo: maggiore è il grado di indebitamento, maggiore è l’effetto leva. Ne consegue che ad ogni euro di debito aggiuntivo produce più reddito di quanto è necessario per remunerare i creditori. A differenza della leva operativa la leva finanziaria è maggiormente manovrabile da parte della direzione d’impresa. Infatti la leva operativa è spesso data dalle caratteristiche del processo produttivo e pertanto non è facilmente modificabile, mentre la leva finanziaria dipende dal rapporto tra debiti e mezzi propri ed entro certi limiti può essere modificato a discrezione degli amministratori.

La leva combinata non è altro che la combinazione fra la leva economica e quella finanziaria: La combinata opera in due fasi:

-Punto di partenza è un incremento delle vendite. Esso ha effetti tanto maggiori sul reddito operativo quanto maggiore è l’incidenza dei costi fissi sul totale dei costi (effetto leva operativa.

-L’incremento del reddito operativo si traduce in un incremento dell’utile netto tanto maggiore è il grado di indebitamento (effetto leva finanziaria).

8- Conclusioni

In sintesi il fabbisogno finanziario di un’impresa verrà generato per effetto:

-dall’acquisto dei fattori di produzione

-dalle dinamiche finanziarie proprie del ciclo produttivo

A questi fabbisogni di capitali devono essere opportunamente correlati i finanziamenti che servono per fronteggiare le occorrenze di mezzi originati dalle varie operazioni in corso.

Le modalità di copertura dipendono essenzialmente dalla durata dei fabbisogni finanziari. Pertanto la regola ottimale è che a fronte di fabbisogni a carattere temporanei vi sia un indebitamento a breve, mentre per quelli strutturali e durevoli la fonte prima di copertura va ricercata nell’indebitamento a protratta scadenza (mutui, emissioni obbligazionarie).

8- Indicatori Sintetici della struttura finanziaria

L’analisi della struttura finanziaria di un’azienda può essere effettuata attraverso la riclassificazione dei valori finanziari e patrimoniali e l’arco temporale è rappresentato dai 12 mesi che costituiscono l’esercizio sociale anche ai fini civilistici e fiscali.

In alternativa, e spesso in modo complementare, vengono utilizzate ulteriori metodologie di indagine: e l’analisi tramite l’analisi dei flussi indicatori sintetici.

L’analisi dei flussi consente di evidenziare le disponibilità finanziarie e monetarie generate nel periodo analizzato. Attraverso la costruzione del prospetto “fonti-impieghi”, si individuano quali sono le attività che hanno generato i fabbisogni e quali utilizzi hanno trovato le risorse finanziarie generate dalla gestione o acquisite dall’esterno. Dal confronto fra “situazioni patrimoniali” relative a due differenti epoche è possibile produrre un prospetto che ponga in evidenza le variazioni. Le fonti sono identificabili in flussi finanziari che incrementano le disponibilità, mentre gli impieghi qualificano la destinazione che hanno assunto a tali risorse.

L’analisi per indici è particolarmente utilizzata per fornire indicazioni di primo orientamento sulla struttura finanziaria, sulle condizioni di liquidità e di efficienza economica dell’azienda:

-Indici sulla struttura finanziaria:

-Indice di indebitamento (debt to equity), rapporta i debiti totali con il capitale proprio e fornisce la relazione fra le due tipiche forme di finanziamento (capitale di debito e capitale di rischio). Per debiti totali si intendono tutte le passività a lungo termine e tutte le passività correnti. Naturalmente l’attività specifica dell’azienda determina ed i dati macroeconomici (tasso di crescita dell’economia, livello dei tassi d’interesse) influenzano il rapporto dell’indice.

Indice di indipendenza finanziaria o margine di struttura, rapporta il capitale proprio con il totale degli investimenti. Con tale indice si vuole confrontare il totale delle fonti finanziarie interne con il totale delle risorse investite in azienda. Il valore del rapporto esprime la “forza” patrimoniale dell’azienda, cioè la misura della partecipazione del capitale proprio al complesso degli investimenti. E’ un ottimo indicatore ed utile strumento per un creditore per valutare le garanzie. Un valore basso dell’indice denota una sottocapitalizzazione dell’azienda e pertanto si avrà un margine di struttura negativo. Viceversa un valore elevato dell’indice superiore all’unità indica un margine di struttura positivo.

-Indice di copertura del capitale permanente, indica i debiti a medio-lungo termine + il capitale proprio/immobilizzazioni. Tale rapporto qualifica la capacità di copertura delle immobilizzazioni con il capitale permanente.

-Indice di consolidamento, indica i debiti a medio-lungo termine/debiti correnti. Indica il grado di consolidamento della posizione debitoria dell’azienda. Tanto più è elevato tanto è minore la pressione degli impieghi finanziari di breve termine.

-Indici relativi al capitale circolante (current ratio), esprime le attività correnti/debiti correnti. L’indice confronta la liquidità immediata e la probabilità di incasso per vendite già effettuate (crediti) o da effettuarsi (scorte) con gli impegni di pagamento entro l’anno.

Indice di C.C.= cassa+crediti a b.t.+scorte+titoli a b.t / passività correnti

-Indice di liquidità (Acid Test Ratio), rappresenta le disponibilità immediate + le disponibilità differite/debiti. Tale indice considera solo le disponibilità immediate e quelle differite, rappresentate da cassa depositi bancari, crediti e titoli ad elevata liquidità. Ne consegue che se il valore espresso è inferiore all’unità, denota un con un conseguente eccesso di debiti a breve rispetto ai crediti con un conseguente eccesso di pagamenti rispetto agli incassi. Nel caso invece di un valore superiore all’unità denota una disponibilità non investite nell’attività aziendale.

Acid test= Cassa+crediti a b.t.+titoli liquidi/passività correnti.

-9 Indice di redditività

-L’indice di redditività del capitale investito (ROI), è il risultato operativo/totale capitale investito. L’indice in esame fornisce indicazioni circa la potenzialità di reddito aziendale, ponendo in relazione:

-il risultato operativo

-il capitale investito, ovvero le immobilizzazioni tecniche, finanziarie ed immateriali, la liquidità immediata e quella differita.

L’indice individua una redditività teorica che può discostarsi sensibilmente da quella ottenuta dagli azionisti. L’indice di redditività del capitale investito (ROI) deve essere massimizzato indipendentemente dai risultati effettivamente ottenuti dall’azionista (ROE)

-Indice di redditività del capitale proprio (ROE), è il risultato netto/capitale proprio. Con questo rapporto si determina la capacità dell’azienda di remunerare il capitale di rischio, cioè l’azionista, ponendo in relazione:

-risultato netto, cioè il risultato ottenuto dalla gestione nel suo complesso

-capitale proprio, dato dalla somma del capitale sociale, dal fondo sovrapprezzo azioni, delle riserve. Degli utili di esercizi precedenti al netto delle perdite accumulate.


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