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Fiducia consumatori: doccia fredda in Germania, l’Italia vede (quasi) rosa

Doppia velocità in Europa: la fiducia dei consumatori crolla in Germania (peggio delle attese) per il crollo dei redditi attesi. L’Italia invece sorprende e migliora per il secondo mese.

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Arrivano i dati sul clima di fiducia dei consumatori per ottobre/novembre 2025, e il quadro che ne emerge è una netta dicotomia tra due fra le principali economie dell’Eurozona.

Mentre la Germania registra una brusca e inaspettata frenata, l’Italia, quasi sottotraccia, segna il secondo miglioramento consecutivo. La locomotiva tedesca sembra ingolfata da timori concreti sui redditi futuri, mentre l’economia italiana mostra una resilienza migliore delle attese.

Vediamo i dati nel dettaglio, partendo da Berlino.

Germania: il crollo delle aspettative di reddito affonda la fiducia

Il clima dei consumatori tedeschi, misurato dal GfK Consumer Climate powered calcolato dal NIM, continua la sua discesa. L’indicatore per novembre 2025 prevede un calo di 1,6 punti, attestandosi a -24,1 punti.

Il dato è significativamente peggiore delle attese degli analisti, che si aspettavano un valore attorno a -22. Si tratta di una doccia fredda che gela le speranze di una ripresa a breve termine.

Ma qual è il motore di questo crollo?

Il colpevole principale è il tracollo delle aspettative di reddito. Questo sotto-indicatore è diminuito di quasi 13 punti in un mese, scendendo a 2,3 punti, il valore più basso da marzo di quest’anno. In pratica, i tedeschi hanno perso quasi tutti i guadagni di ottimismo accumulati il mese precedente.

Rolf Bürkl, Responsabile del Clima dei Consumatori presso il NIM, è chiaro: “La situazione geopolitica persistentemente tesa, i crescenti timori di inflazione e le crescenti preoccupazioni per la sicurezza del lavoro stanno riducendo le speranze di una ripresa”.

Gli altri indicatori non riescono a compensare:

  • Propensione all’acquisto: Registra un timido aumento (+2,3 punti), ma rimane a un livello bassissimo di -9,3 punti. Nonostante il lieve rialzo, la riluttanza all’acquisto domina, zavorrata dai prezzi elevati di energia e generi alimentari.
  • Aspettative economiche: Interrompono il trend negativo (+2,2 punti), ma si assestano appena sopra lo zero (0,8 punti). Un segnale che non preannuncia alcuna ripresa significativa. Gli esperti, infatti, vedono stagnazione quest’anno e una modesta crescita dell’1% solo nel 2026.

Ecco il relativo grafico, da Tradingeconomics:

Italia: secondo miglioramento consecutivo

Mentre Berlino gela, Roma sorride (con cautela). I dati italiani sulla fiducia dei consumatori mostrano un quadro opposto.

L‘indice italiano è salito a 97,6 punti a ottobre 2025 (da 96,8 del mese precedente), segnando il livello più alto da febbraio. È il secondo mese consecutivo di miglioramento.

A sostenere la fiducia italiana sono aspettative migliori su più fronti:

  • Sentiment economico: L’indice sale da 98,8 a 99,0.
  • Sentiment personale: In crescita da 96,0 a 97,0.
  • Clima futuro: In netto miglioramento da 92,6 a 94,1.
  • Clima corrente: Sale da 99,9 a 100,2.

Cruciale, in un’ottica keynesiana di sostegno alla domanda, è il miglioramento delle valutazioni sulle opportunità di risparmio e, soprattutto, sulla convenienza all’acquisto di beni durevoli.

Ecco il relativo grafico:

In sintesi, la Germania frena sotto il peso dell’incertezza sui redditi reali, mentre l’Italia mostra una fiducia inaspettata. Ora l’Italia non ha moltissimo di cui festeggiare, ma, evidentemente, ne ha più dei tedeschi che, tra l’altro, si sono imbarcati in una potente politica di investimenti militari per costruire il “Primo esercito d’Europa”, senza ben capire a cosa dovrebbe servire.

Domande e Risposte

Perché la fiducia tedesca crolla se la propensione all’acquisto e le aspettative economiche sono leggermente aumentate?

Il motore principale del pessimismo tedesco è il crollo delle aspettative di reddito (-13 punti), che segnala una forte preoccupazione per il futuro potere d’acquisto (inflazione, sicurezza del lavoro). Gli aumenti degli altri due indicatori sono minimi (+2,2 e +2,3 punti) e partono da livelli molto bassi. In pratica, un lievissimo e tecnico rimbalzo sulla volontà di spendere non compensa minimamente la paura di non avere abbastanza soldi in futuro. La fiducia è guidata dalle attese sul proprio portafoglio, e quelle sono crollate.

Cosa significa che l’indice italiano è a 97,6 e quello tedesco a -24,1? L’Italia sta messa molto meglio?

No, i due numeri non sono direttamente confrontabili. Usano metodologie e scale di riferimento diverse (l’indice GfK tedesco ha una media storica a zero, quello italiano ISTAT ha una base 100). Quello che conta è il trend (la direzione) e il confronto con le attese. La Germania è scesa inaspettatamente e in modo brusco (trend negativo). L’Italia è salita per il secondo mese di fila, superando le attese (trend positivo) e raggiungendo il massimo da febbraio. L’Italia mostra quindi una resilienza migliore, la Germania un peggioramento improvviso.

Perché l’incertezza geopolitica colpisce così duramente i redditi attesi in Germania?

La Germania ha un modello economico molto esposto all’export e all’energia a basso costo. L’incertezza geopolitica attuale crea due problemi: frena la domanda globale (meno export) e mantiene alti i costi dell’energia (dopo lo shock precedente). Questo mix pesa sulla competitività delle sue industrie, aumentando i timori sulla sicurezza del lavoro. Inoltre, l’inflazione (anche se in calo) e la stessa incertezza spingono i consumatori a temere per il loro reddito reale futuro, contraendo la spesa per precauzione

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