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Evergrande sull’orlo del default. Si salva oppure no?

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Ormai ci siamo, nonostante i disperati tentativi per rinviare il non rinviabile Alcuni obbligazionisti del China Evergrande Group, da tempo a corto di liquidità, hanno ricevuto un pagamento all’ultimo minuti, nel senso letterale della parola, ieri, attraverso la clearing house Clearstram, per 148,1 milioni di dollari. Si trattava interessi su titoli scaduti, già al di fuori del periodo di grazia. Siamo al secondo salvataggio all’ultimo secondo, ma nei prossimi mesi gli impegni saranno molto più elevati.

Evergrande, lo sviluppatore immobiliare più indebitato al mondo, corre da un lato all’altro per tappare i buchi del proprio debito da 300 miliardi di dollari, di cui 19 miliardi di dollari sono obbligazioni del mercato internazionale. La società non era inadempiente a nessuno dei suoi obblighi di debito offshore, almeno sino a ieri.

Un mancato pagamento avrebbe comporatato  un default formale da parte della società e attiverebbe disposizioni di cross default per altre obbligazioni in dollari Evergrande, esacerbando una crisi del debito che incombe sulla seconda economia mondiale.

Non è chiaro però se questa volta ce l’abbia fatto o meno: la società di consulenza tedesca DMSA ha deciso d’iniziare la procedura di bancarotta nei confronti di Evergrande, a nome proprio, per le obbligazioni che ha acquistato e a nome dei clienti per cui gestiva i fondi. Alla società non è arrivato nessun pagamento d’interessi, da cui la mossa legale. Il default verrà chiesto su due titoli scadenti a settembre il cui periodo di grazia è terminato proprio ieri. Non è in questo momento chiaro se DMSA abbia poi ricevuto un pagamento all’ultimo secondo.

Comunque la società sta svendendo tutto. ha ceduto le quote della società per produrre auto elettriche a un quarto del valore di libro, ha ceduto due jet aziendali, e l’amministratore ha perfino messo a garanzia su prestiti diversi suoi immobili, fra cui una prestigiosa villa ad Hong Kong. Non si può continuare a svendere per sempre.

Come sempre in questi casi alla posizione del primo che si è mosso corrisponderanno poi quelle di tanti altri operatori. Attualmente il titolo EVERRE 8,25% in default, emesso dalla controllante finanziaria con sede a Hong Kong, quotato internazionalmente, ha un valore di 28 su 100. Insomma è cotto.  Ad essere colpiti in prima istanza dal default saranno i colossi Vanguard e BlackRock, ciascuno dei quali ha diverse centinaia di milioni di dollari in titoli in portafoglio.

A quanto pare Pechino non interverrà, come prevedibile, per salvaguardare gli investitori internazionali, ma solo quelli interni.

 


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